Inizia una nuova fase di “Ecodesign the Future: packaging edition – Workshop progettuale di design per la sostenibilità”, il corso di alta formazione e introduzione al mondo del lavoro, finalizzato alla pratica e alla cultura dell’eco-progettazione in un’ottica di economia circolare.
Dopo una prima parte teorica in cui 30 studentesse e studenti hanno avuto la possibilità di confrontarsi con i massimi esperti di discipline relative o complementari all’eco-progettazione all’interno della green e circular economy, inizia ora la fase in cui partecipanti avranno la possibilità di mettersi alla prova, sotto la guida di Marco Pietrosante, designer e docente universitario, ed Elisa Delli Zotti, service and graphic designer, docente dell’ISIA Roma Design.
Il corso, gratuito per i partecipanti, è finanziato da Erion Packaging e patrocinato dall’ISIA – Istituto universitario di design italiano e dal Poliarte di Ancona.
Il percorso fatto fin qui
Le lezioni, che si sono contraddistinte per una grande partecipazione e interazione da parte delle studentesse e degli studenti, sono iniziate lo scorso 19 ottobre: da allora con una cadenza bisettimanale, i partecipanti si sono immersi nella parte teorica del percorso formativo, grazie alla testimonianza di dieci professionisti e docenti di discipline inerenti al tema del workshop.
Molteplici le tematiche affrontate: dal service design alla logistica del packaging, da economia e circolarità al green marketing e comunicazione, dalla filosofia e sociologia dei consumi ai materiali per il packaging, fino ai casi studio raccontati da importanti aziende del settore, con un occhio particolare rivolto alle apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE). La multidisciplinarità del corso vuole portare avanti una visione trasversale del design, in grado di accentrare diverse prospettive e competenze. Non a caso, i partecipanti, studentesse o studenti e neolaureate e neolaureati, hanno background anche molto diversi fra loro, e percorsi di studio che vanno dalla filosofia, al design, all’economia.
In queste settimane, sulla nostra rivista abbiamo affrontato alcuni temi sollevati durante le lezioni con approfondimenti specifici: in particolare abbiamo parlato di modelli di business sostenibili e di service design, del green marketing e di come evitare il greenwashing, come aziende e come consumatori, e delle procedure per rendere più sostenibili gli imballaggi.
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Il workshop progettuale
Il workshop si dividerà a sua volta in una fase di ricerca, in cui si andrà ad approfondire teoricamente ciò che si farà in seguito, e in una fase progettuale, in cui si faranno emergere delle idee a partire da quanto appreso nelle lezioni precedenti. Si procederà attraverso la metodologia del design thinking: si coinvolgeranno all’interno delle attività progettuali delle competenze che non sono strettamente legate al design del prodotto ma che sono fondamentali per riuscire ad arrivare a delle soluzioni innovative e coerenti con il tema.
Si succederanno sessioni di brainstorming collettivo in cui si individueranno moodboards e keywords, idonei allo sviluppo del processo creativo e ad individuare dei macro-concept.
Saranno poi selezionati i temi emersi più congeniali da assegnare a gruppi di lavoro composti da tre partecipanti: ogni gruppo approfondirà il concept scelto e inizierà la fase progettuale vera e propria, che si concretizzerà con l’ideazione di prototipi innovativi e di proposte legate al design di prodotto e alla sua distribuzione e comunicazione.
In particolare, i dieci nuovi concept eco-progettuali saranno ideati con l’obiettivo di implementare modelli di distribuzione più sostenibili nel settore delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) e potranno poi essere oggetto di approfondimenti e sviluppi successivi.
I prototipi saranno valutati da una commissione composta dagli esperti che si sono succeduti in queste settimane nella didattica del corso, attraverso diversi criteri, che includono l’innovazione del concept e la coerenza progettuale rispetto al brief e rispetto ai criteri di circolarità e di sostenibilità.
Saranno oggetto di giudizio anche le capacità di fare rete e quella di evidenziare gli stakeholder e, naturalmente, la coerenza progettuale rispetto al settore e all’applicabilità; infine, ma non per ultima, la qualità estetica e la comunicazione.
Gli autori dei tre progetti più meritevoli avranno poi accesso a colloqui con le aziende del sistema Erion per l’attivazione di tirocini.
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Bilanci e aspettative
“È necessaria – ha detto Marco Pietrosante, designer e docente universitario – una presa di coscienza collettiva del problema ambientale, è l’unica strada percorribile per condividere le problematiche e poterle quindi affrontare con serenità e profondità. L’economia circolare è possibile purché tutti gli attori economici contribuiscano realmente alla transizione, e in questo processo i designer possono e devono essere parte attiva”.
“Nel corso di questa nuova fase – prosegue Pietrosante – mi aspetto che emergano delle idee, che rappresentano i giovani componenti del gruppo in virtù della loro età, e delle competenze scientifiche, umanistiche e tecniche che sono in grado di mettere in campo”.
“Fare sostenibilità – ha dichiarato invece Maurizio Bernardi, presidente di Erion Packaging – è una sfida nuova per le aziende, un terreno dove tutto è ancora da esplorare e sperimentare. A questo proposito, sono convinto che i ragazzi ci sorprenderanno con idee originali e geniali: è più facile che una mente non contaminata da metodi tradizionali possa trovare soluzioni innovative e fuori dagli schemi. Le soluzioni che verranno proposte, seppur in una forma grezza, potranno costituire degli spunti importanti per le aziende, su cui poter lavorare insieme per renderle concrete e fruibili”.
Il presidente di Erion Packaging ha poi aggiunto: “Quello del packaging è un ambito importante su cui le aziende stanno lavorando per sviluppare strategie e modelli di business sostenibili. Si parla spesso di sostenibilità come business del futuro, ma in realtà questo futuro è già oggi. Per questo, occorrono già figure in grado di comprendere un contesto in forte e continuo cambiamento e di orientare con sensibilità e competenze le decisioni aziendali per sfruttare le opportunità che la sostenibilità può offrire”.
“Penso – ha concluso Bernardi – che questo corso possa rappresentare per i ragazzi un’ottima palestra per il loro futuro. Una mente aperta e creativa, il confronto con le realtà aziendali come ancoraggio di concretezza e fattibilità, il lavoro in team per sfruttare al massimo le diversità culturali e le varie competenze: sono queste le abilità che i ragazzi hanno l’opportunità di allenare, per poter fare la differenza negli ambiti in cui andranno ad operare; a loro vantaggio e a vantaggio dell’ambiente”.
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