Negli ultimi tempi si fa un gran parlare di finanza sostenibile. Se fino a qualche anno fa sembrava un tema destinato a rimanere appannaggio delle riviste specializzate, adesso anche il dibattito pubblico, finalmente, comincia a prendere coscienza dell’importanza del tema. A dare manforte a questa tendenza è stata certamente l’Unione europea, che ha ribadito come – nonostante gli sforzi economici notevoli messi in campo ad esempio con il Next Generation Eu, poi declinato nei vari Paesi con i Piani nazionali di ripresa e resilienza per la ripresa post Covid – resta fondamentale il contributo del settore privato, che finora ha più contribuito a creare i problemi ambientali/climatici/sociali che a risolverli.
In questo Speciale il nostro sforzo è stato prima di tutto indirizzato a fare chiarezza: sappiamo che il mondo economico è zeppo di tecnicismi (a volte strumentali per escludere la comprensione), e dunque abbiamo mantenuto la bussola della semplicità, partendo da un punto della situazione che aiuti chi è non del mestiere a orientarsi. Allo stesso tempo abbiamo intervistato vari attori in campo, per farci raccontare in prima persona cosa si muove in questo magma incandescente che è la finanza sostenibile. E inoltre abbiamo delineato le prossime sfide, come quella fondamentale per la tassonomia.
La domanda inziale che ci siamo posti è: la finanza che si autoproclama sostenibile lo è davvero? Abbiamo scoperto che questo timore accomuna non solo le associazioni e le ong, come era prevedibile, ma anche gli enti e le istituzioni più “felpate”. Il rischio palesato in maniera diffusa è proprio quello del greenwashing, mostrando un ambientalismo di facciata che serve soltanto per continuare a fare profitto attraverso il business as usual. Noi invece crediamo che la sfida sia proprio quella di rovesciare gli assunti che ci hanno portato alla situazione attuale, anche (e soprattutto) nella finanza.
Ecco perché abbiamo analizzato gli strumenti che il mondo della finanza sta provando a darsi per una reale sostenibilità, come i criteri ESG, e i nuovi mezzi, come i green bond, che intendono supportare uno sviluppo in armonia con il Pianeta. Continueremo a tenere d’occhio ogni novità, delineando risvolti e criticità.
Come sempre, saremo lieti di accogliere il contributo alla discussione di lettori e addetti ai lavori. Buona lettura.
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