Lo scorso fine settimana si sono conclusi, a Milano, i lavori della preCop propedeutici alla Cop26 sul clima di Glasgow, in programma dal 31 ottobre al 12 novembre. Tra meno di un mese, a voler essere netti, si deciderà il futuro delle prossime generazioni. Oltre agli articoli coi quali EconomiaCircolare.com segue questo tema e ha seguito l’evento e le manifestazioni milanesi, proviamo a raccontarvi in cifre alcuni aspetti, anche poco noti, della crisi climatica.
16% “La scienza ci dice che, per mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi dai livelli pre-industriali, al 2030 dovremmo ridurre del 45% le emissioni di gas serra rispetto al 2010. Ma con gli Ndc attuali (gli impegni degli Stati per la decarbonizzazione, dnr) avremmo invece un aumento del 16% delle emissioni al 2030”, ha detto a Milano Alok Sharma, presidente della Cop26. Nelle prossime voci leggerete di tagli, riduzioni, diminuzioni: proprio per questo, per evitare di cullarci su queste tendenze e pensare che siano sufficienti, apriamo con questo dato a fare da cornice a tutti gli altri;
418 Secondo l’Ispra, nel 2019 (ultimo dato disponibile) le emissioni di gas serra italiane sono diminuite del 19% rispetto al 1990, passando da 519 a 418 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. La diminuzione è dovuta alla crescita negli ultimi anni della produzione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico ed eolico), all’incremento dell’efficienza energetica nei settori industriali e alla riduzione dell’uso del carbone. Sulla base dei dati disponibili per il 2020, a causa delle restrizioni alla mobilità dovute al COVID-19 su tutto il territorio nazionale, l’Ispra stima una “consistente riduzione” delle emissioni di gas serra a livello nazionale, previste inferiori del 9,8% rispetto al 2019;
4.067 Nel 2019 le emissioni totali di gas a effetto serra nell’UE sono state pari a 4.067 milioni di tonnellate equivalenti di CO2, secondo l’Agenzia Ambientale Europea (EEA). Il 28,3% (1,6 miliardi di tonnellate) in meno rispetto al 1990, il 3,9% rispetto al 2018;
8-10% Stime citate da Agici Finanza d’Impresa nel report “Economia circolare e mitigazione del cambiamento climatico” per l’Alleanza per l’economia circolare affermano che circa un quarto (24%) delle emissioni del settore alimentare sia riconducibile al cibo sprecato: si tratta, spiegano i ricercatori, di circa l’8%-10% delle emissioni complessive globali di gas serra;
1 Nel documento della Commissione “Un pianeta pulito per tutti. Visione strategica europea a lungo termine per un’economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra” (2018) l’economia circolare viene indicata, insieme agli stili di vita, come una delle scelte strategiche più convenienti per abbattere le emissioni. Nel documento si ricorda, ad esempio, che ogni tonnellata di plastica riciclata permette di risparmiare l’equivalente delle emissioni annuali di un’auto;
70% “Oggi il 70% delle economie mondiali ha target di neutralità climatica. Fino a qualche anno fa era solo il 30%”, ancora Alok Sharma;
18% Uno studio commissionato dall’EEA (Deloitte, 2016, Circular economy potential for climate change mitigation) stima che le azioni circolari nei settori non energetici hanno il potenziale, al 2050, di abbattere i gas serra di 550 MtCO2 eq (milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente) all’anno in Europa. Una quantità pari a circa il 10-18% delle emissioni totali di gas serra previste per quell’anno;
654 Nell’UE28, produzione e trattamento di capi di abbigliamento, calzature e tessili per la casa hanno generato un totale di circa 334 MtCO2 eq, corrispondenti a 654 kgCO2 eq a persona (anno 2017);
34,6 Sono 34,6 i miliardi di sussidi ambientalmente dannosi, tra cui quelli alla fonti fossili, che lo stato italiano ha elargito nel 2020, secondo Legambiente. Nel dettaglio, “nel 2020 ammonta a 34,6 miliardi di euro il costo totale dei sussidi ambientalmente dannosi, suddivisi tra i settori energia, il più numeroso con 24 diversi sussidi per complessivi 12,86 miliardi di euro l’anno; il settore trasporti con 15 voci e 16,6 miliardi di euro di sussidi tra diretti e indiretti; il settore agricolo con 5 voci e 3,1 miliardi di euro; quello edile con 1,1 miliardi di euro l’anno distribuiti in 3 voci e quello legato alle concessioni ambientali con 812,59 milioni di euro l’anno e 4 diverse voci da attenzionare di sussidi indiretti”;
2-3% Le emissioni di inquinanti atmosferici e gas serra dai grandi siti industriali in Europa sono costate alla società tra 277 e 433 miliardi di euro nel 2017, secondo un’analisi dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA). Pari a circa il 2-3% del Pil europeo, più del prodotto medio annuo dei singoli Paesi europei.
14,8% La sostituzione di materia seconda nell’economia italiana, spiega Fondazione Symbola (GreenItaly 2020), comporta un risparmio potenziale pari a 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 63 milioni di tonnellate di CO2. Si tratta di valori equivalenti al 14,6 % della domanda interna di energia e al 14,8% delle emissioni climalteranti (2018).
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