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venerdì, Novembre 15, 2024

Dal MiTE 741 milioni di euro per la ricarica delle auto elettriche. Ma non mancano le criticità

Il ministero della Transizione Ecologica ha lanciato la consultazione pubblica sui fondi del Pnrr destinati a creare una rete omogenea di infrastrutture per le auto elettriche. Alcuni criteri, però, sembrano favorire le grandi aziende

Una delle critiche più frequenti che i tifosi delle auto termiche fanno nei confronti di chi gli preferisce le auto elettriche è l’assenza di un’adeguata rete di colonnine per la ricarica delle auto. Una critica che, seppur poggi su elementi concreti, allo stesso tempo è un po’ fuorviante perché in realtà le auto elettriche sarebbe meglio caricarle a casa. Intanto però il ministero della Transizione Ecologica prova a correre ai ripari. Lanciando la consultazione pubblica che, fino al 6 giugno, consente ai portatori di interesse di provare ad accapparsi i fondi del Pnrr per realizzarle.

Si tratta, come specifica il MiTE, di “benefici a fondo perduto previsti dalla Missione 2, Componente 2 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, al fine di incentivare la realizzazione di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici veloci e ultra-veloci, ristrutturando la rete di distribuzione dei carburanti e con l’obiettivo finale di realizzare una rete di ricarica uniformemente distribuita sull’intero territorio nazionale”.

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La proposta del governo sulle colonnine per le auto elettriche

Per saperne di più sulla consultazione, lanciata dal governo Draghi lo scorso 20 maggio e che durerà fino al 6 giugno, si possono consultare i documenti caricati sul sito del ministero della Transizione Ecologica. Si apprende così che “le risorse finanziarie disponibili per la misura sono pari a 741,3 milioni di euro e sono destinate a finanziare fino al 40% dei costi di realizzazione delle stazioni”. Inoltre le risorse saranno assegnate mediante procedure competitive, da realizzare attraverso un bando all’anno per il periodo 2022-2024 (i bandi dunque saranno 3). Il primo bando è previsto a dicembre 2022 e sarà aperto per i successivi 90 giorni.  In più “la graduatoria di ogni bando sarà redatta sul ribasso offerto sulla percentuale massima di contributo in conto capitale (40%), corretto da specifici fattori premiali dettagliati nel seguito”.

È previsto il finanziamento di tre differenti tipologie di infrastrutture di ricarica:

  • Infrastrutture su strade extraurbane, per le quali sono disponibili 360 milioni di euro
  • Infrastrutture nei centri urbani, per le quali sono disponibili 353 milioni di euro
  • Infrastrutture sperimentali con accumulo; per queste ultime però, pur essendo previste nel Pnrr, sarà fatto successivamente un provvedimento a parte

Gli obiettivi perseguiti dalla consultazione pubblica sono anche questa volta tre:

  • ottenere una copertura omogenea del territorio
  • massimizzare il ricorso a stazioni di rifornimento di carburanti tradizionali, al fine di evitare ulteriore sottrazione di suolo e ottimizzare l’utilizzo delle connessioni alla rete elettrica già presenti
  • potenziare il servizio sulle direttrici a maggior percorrenza

Se l’ultimo punto sembra un po’ fare a pugni col primo, il MiTE individua una serie di criteri tecnici per le infrastrutture su strade urbane ed extraurbane, allegando anche i rispettivi ambiti di gara. Ad esempio per quanto riguarda i centri urbani  “per ogni regione (ambito) per cui si possono presentare progetti, vengono individuati lotti corrispondenti alle Province  L’esigenza di stazioni di ricarica in ciascun lotto è stata determinata tenendo conto principalmente del parco circolante. La distribuzione è stata affinata tenendo conto di ulteriori indicatori quali: la disponibilità di parcheggi e box auto privati per nucleo familiare;  la penetrazione attuale di auto elettriche; la vocazione turistica dei comuni;  la qualità dell’aria;  la necessità di garantire la localizzazione nel Sud Italia di almeno il 40% delle infrastrutture di ricarica realizzate”.

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Una critica sulla consultazione per le colonnine per le auto

Qualche dubbio sorge a scorgere i beneficiari della consultazione pubblica. Il ministero scrive infatti che i soggetti che presentano istanza di contributo devono avere alcune caratteristiche ben precise:

  • devono dimostrare di avere in gestione almeno 50 stazioni di ricarica operative da più di 12 mesi;
  • anche qualora presentino istanza in forma di raggruppamento di imprese, non possono avere accesso a un finanziamento di importo maggiore del 30% dello stanziamento complessivo di ciascun bando. A tal fine, nel caso risultino assegnatari di risorse maggiori, devono rinunciare alla quota eccedente di progetti aggiudicati con le seguenti modalità: gli ambiti oggetto di rinuncia da parte del primo classificato saranno assegnati al secondo in graduatoria; a sua volta, se in tal modo il secondo dovesse superare la soglia del 30% dovrà rinunciare ad alcuni ambiti a beneficio del terzo, e così via.

Per la presentazione della domanda di accesso al contributo previsto è necessario che la richiesta debba essere integrata dal possesso del titolo autorizzativo alla realizzazione e dalla richiesta di connessione, accettata dal gestore di rete.  Sarà possibile poi stilare singoli accordi con il gestore della stazione di rifornimento di carburanti presso cui si intende realizzare la stazione di ricarica.

Insomma, il bando sembra preferire le big del settore come Enel – già ora, attraverso la consociata Enel X, è la più grande big del settore con quasi 202mila punti di ricarica in tutta Europa  – ed Eni – che attraverso la neonata Plenitude intende installare migliaia di colonnine per le auto elettriche presso le stazioni di rifornimento Eni. Forse immaginando tali critiche, la consultazione specifica che i criteri intendono favorire “le economie di scala”, mentre il  “limite del 30% dello stanziamento serve a garantire il rispetto sia di quanto previsto nel regolamento GBER, sia dei “limiti antitrust” finalizzati ad evitare la creazione di posizioni di mercato dominanti”. Viene da chiedersi: ciò non vale per le grandi sorelle Eni ed Enel?

In ogni caso durante il periodo di consultazione pubblica i soggetti interessati e gli stakeholders potranno inviare osservazioni utilizzando il Modulo di adesione alla consultazione, da inviare all’indirizzo email cee@pec.mite.gov.it. Per maggiori informazioni rimandiamo comunque al sito del ministero. Ricordiamo infine che il termine per l’invio delle osservazioni scadrà il 06 giugno 2022.

© Riproduzione riservata

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