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venerdì, Novembre 15, 2024

Overshoot day: le risorse della Terra per il 2022 sono finite. Ecco cosa fare per salvare il Pianeta

Da oggi il nostro Pianeta ha raggiunto l'Overshoot Day, vale a dire che da oggi in poi utilizzeremo più risorse di quelle che la Terra ci ha dato a disposizione. Insomma, l’umanità inizia a indebitarsi con il futuro. Ma è possibile invertire la tendenza. Ecco alcuni suggerimenti dal Global Footprint Network

Letizia Palmisano
Letizia Palmisanohttps://www.letiziapalmisano.it/
Giornalista ambientale 2.0, spazia dal giornalismo alla consulenza nella comunicazione social. Vincitrice nel 2018 ai Macchianera Internet Awards del Premio Speciale ENEL per l'impegno nella divulgazione dei temi legati all’economia circolare. Co-ideatrice, con Pressplay e Triboo-GreenStyle del premio Top Green Influencer. Co-fondatrice della FIMA, è nel comitato del Green Drop Award, premio collaterale della Mostra del cinema di Venezia. Moderatrice e speaker in molteplici eventi, svolge, inoltre, attività di formazione sulle materie legate al web 2.0 e sulla comunicazione ambientale.

L’Earth Overshoot Day indica il giorno dell’anno a decorrere dal quale l’umanità inizia a “sovraconsumare” le risorse messe a disposizione dalla madre Terra indebitandosi con il futuro. Ad oggi – come riportano i dati del Global Footprint Network, istituto che calcola l’impronta ecologica umana – noi umani divoriamo il capitale naturale come se avessimo a disposizione 1,75 Terre.

Il trend continua essenzialmente a peggiorare – salvo un parziale stop registrato nel 2020 e legato alla pandemia – nonostante gli impegni dei governi, i proclami delle aziende che si autoproclamano green e a dispetto dei sondaggi che riportano l’interesse e le preoccupazioni della popolazione intervistata.

Detto ciò, non ci troviamo di fronte a un meteorite che si sta dirigendo verso la Terra: il pericolo che stiamo correndo è legato direttamente alle nostre scelte e alle nostre azioni. Per questo il Global Footprint Network non si limita a riportare i dati elaborati dagli esperti, ma sottolinea che si potrebbe invertire la tendenza se venissero adottate buone pratiche nei diversi settori responsabili delle emissioni climalteranti. Recuperando 6 giorni ogni anno, entro il 2050 la bilancia tra consumi e risorse terrestri tornerebbe in equilibrio.

Come recita la sezione di analisi dati e di buone pratiche del GFN, la risposta è nel “power of possibility”, vale a dire il potere della possibilità di cambiare rotta. Siamo nell’occhio del ciclone della crisi climatica e della crisi di risorse planetarie: aziende, paesi e amministrazioni locali devono lavorare insieme per pianificare un futuro diverso da quello che si sta delineando. La possibilità di un domani migliore dipende infatti dal potere che essi amministrano.

Le azioni che si possono compiere sono divise in 5 aree di intervento: città, energia, cibo, popolazione e salute del Pianeta. Ecco alcuni tra i tanti esempi per rispondere all’invito #Movethedate.

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Energia: puntare su rinnovabili, decarbonizzazione ed efficienza

Per ottenere una riduzione significativa dell’impronta ambientale dell’umanità è necessario puntare sulle energie rinnovabili e, di conseguenza, ridurre gli investimenti nelle fonti fossili.

Secondo le stime della fondazione, se la produzione di energia elettrica rinnovabile su scala mondiale passasse dall’attuale 39% al 75% l’Earth Overshoot Day si sposterebbe in avanti di ben 26 giorni – e quindi di quasi un mese dei cinque che segnano il nostro debito ecologico – contribuendo in modo sostanziale alla lotta al contrasto del climate change.

Tuttavia, il trend del settore non lascia sperare in nulla di buono: secondo i dati del rapporto di REN21, “la quota di combustibili fossili nel consumo finale di energia è rimasta la stessa [dal 2009] e la domanda globale di energia è aumentata di circa il 20%. L’energia rinnovabile soddisfa poco più dell’11% della domanda finale globale di energia, solo un leggero aumento rispetto a circa il 9% di dieci anni fa”.

Altro aspetto posto sotto la lente di ingrandimento riguarda la riduzione degli investimenti delle fonti fossili: i risparmiatori debbono pretendere dagli istituti finanziari di essere informati sull’uso dei fondi conferiti potendo, di conseguenza affidare i propri risparmi a banche che sostengono progetti legati alle rinnovabili. “Se i nostri investimenti, compresi i nostri depositi bancari, puntassero a sostenere la decarbonizzazione del sistema elettrico mondiale del 50%, potremmo spostare l’Earth Overshoot Day di 22 giorni”.

Rendere le case smart potrebbe poi abbattere lo spreco di energia. Le abitazioni sono infatti responsabili di oltre il 30% delle emissioni globali di gas serra e di oltre il 20% del consumo globale di elettricità. Se tutti gli edifici civili e industriali venissero dotati di tecnologie per l’uso efficiente dell’energia si riuscirebbe a spostare l’Overshoot Day di almeno 21 giorni, senza alcuna perdita di produttività o comfort.

Un dato connesso a (in)efficienze dei dispositivi di climatizzazione e refrigerazione è quello diffuso dal Project Drawdown sull’utilizzo e sullo smaltimento dei gas fluorurati contenuti in tali apparecchi. Oggetto di analisi sono anche le perdite di refrigerante nel corso della vita dell’apparecchio e soprattutto durante lo smaltimento (in questa fase, secondo gli esperti del GFN, si verifica la fuoriuscita del 90% del gas refrigerante). Cosa fare? Vanno implementate adeguatamente le tecniche di manutenzione e smaltimento degli apparecchi che impiegano i refrigeranti e incentivata la transizione verso gas più ecosostenibili.  Tutto ciò consentirebbe di rinviare l’Earth Overshoot Day di 6 giorni.

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Filiere più corte e trasporti più efficienti

I trasporti incidono pesantemente sulla bilancia delle emissioni. I voli aerei, ad esempio, pesano per il 2,8% del totale e, per una buona parte, si tratta di viaggi di natura turistica. In soli venti anni il numero dei turisti internazionali è passato da 1,3 miliardi a 2,3 miliardi. La soluzione? Puntare su mete più vicine, riscoprendo le bellezze del proprio territorio. Per gli spostamenti quotidiani la scelta del car sharing può mettere a dieta il nostro impatto ambientale: nelle famiglie ove si adotta tale pratica, la riduzione delle emissioni media va dal 4 al 18%! L’altro aspetto fondamentale è far sì che sia la montagna ad andare dal… cittadino. Si parla molto di “città in 15 minuti”, ovverosia della possibilità, nei centri abitati, che i cittadini – a piedi o in bicicletta – possano raggiungere i servizi locali in un quarto d’ora grazie a una idonea dislocazione a infrastrutture a misura d’uomo.

Sembra impossibile? Eppure, l’uomo vive in città da circa 6mila anni e fino a quando ha iniziato a diffondersi l’utilizzo dei mezzi a motore la stragrande maggioranza delle città erano “città di 15 minuti”. Ripensare le città secondo tale schema consentirebbe di guadagnare ben 11 giorni in relazione all’Overshoot day.

Un altro aspetto fondamentale del nostro quotidiano che incide profondamente sul consumo di risorse è rappresentato dai nostri acquisti alimentari: se l’80% dei prodotti che mangiamo provenisse dal nostro territorio, si guadagnerebbero 1,6 giorni.

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Agricoltura, alimentazione e antispreco alimentare

Tra i numerosi esempi e studi riportati, decidiamo di chiudere con alcuni dati relativi al settore della gastronomia.

Scegliere cosa mettere nel carrello della spesa, cosa mangiare evitando gli sprechi alimentari può incidere in maniera sensibile sulle emissioni procapite di ognuno di noi. Come si legge sul portale del network, circa l’11% delle emissioni di carbonio sono associate infatti alla produzione alimentare. Un dato che deve far aprire gli occhi dei cittadini è quello legato a ciò che di buono si butta: rendere efficiente la filiera evitando sprechi in ogni passaggio (partendo dall’approvvigionamento delle risorse, passando dalla produzione fino alle vendite al dettaglio e, infine, al consumo) può permettere davvero un salto in avanti. Se dimezzassimo gli sprechi alimentari, l’Earth Overshoot day guadagnerebbe ben 13 giorni. E, se riducessimo della metà il consumo di carne, 7 giorni.

Tra le buone pratiche da adottare per ridurre le emissioni, il Global Footprint network riporta l’esempio di una dieta bilanciata con consumi di carne moderati, di alimenti vegetali, di cereali, di olio d’oliva e soprattutto di prodotti stagionali provenienti da filiere corte che impieghino buone pratiche agricole come i silvopascoli gestiti da allevatori custodi del territorio che riescono a mantenere vivi gli ecosistemi locali, ma anche patrimoni culturali tradizionali. In base agli scenari calcolati da Project Drawdown, l’adozione del pascolo gestito sposterebbe la data dell’Earth Overshoot Day di 2,2 giorni.

Chiudiamo con un consiglio finale sulle tecniche di cottura e sulla conservazione dei cibi. Se riducessimo di un terzo l’energia utilizzata nella cucina delle famiglie delle regioni ad alto reddito si guadagnerebbe quasi un altro giorno! Scegliere frigoriferi più piccoli, prediligere fornelli elettrici, imparare a cucinare con le pentole a pressione, scegliere pratiche di cottura che non richiedono ore sul fuoco ci consentirebbe di combattere efficacemente la sfida per la sostenibilità della specie umana.

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