Pur se screditato dall’annus horribilis appena trascorso, per via dello scandalo QatarGate, col nuovo anno anche il Parlamento europeo riprende le proprie attività. Dovrà fare parecchio, l’istituzione europea, per recuperare un’immagine fortemente screditata dalle presunte corruzioni.
Per farlo sarà (anche) necessario ripartire dagli appuntamenti più prettamente ambientali e circolari. Sono tante, infatti, le scadenze dell’agenda 2023 per il Parlamento europeo: accanto ad alcune questioni che abbiamo affrontato e che restano aperte, ci sono poi nuove partite da affrontare. Ecco quali sono gli aspetti a nostro avviso più importanti.
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Legge europea sui semiconduttori
Che il Covid non fosse solo una crisi sanitaria già nel 2020 ce lo aveva confermato la contemporanea carenza di semiconduttori. Ricordate? All’improvviso l’Unione europea scoprì di essere fortemente dipendente dai cosiddetti chips, che in fondo sono l’elemento di base della maggior parte dei dispositivi elettronici che utilizziamo, fino ad arrivare alle batterie elettriche. Un’industria che, secondo le cifre della rivista specializzata Bloomberg, nel 2021 valeva da sola 500 miliardi di euro e su cui si reggono interi settori.
Ecco perché nel 2021 è partito l’iter che porterà a una legge europea sui semiconduttori. Nel corso di quest’anno il Parlamento europeo dovrà definire la propria posizione: un appuntamento molto atteso, visto che il Parlamento Eu è in fondo l’unico organo direttamente eletto dai cittadini e dalle cittadine dei 27 Stati membri dell’Unione e il pronunciamento di questa istituzione potrebbe fungere da acceleratore per un provvedimento fondamentale e molto atteso.
“La legge europea sui semiconduttori – scrive lo stessa Unione europea – si baserà sui punti di forza dell’Europa (organizzazioni e reti di ricerca e tecnologia di livello mondiale, sedi di produzione di apparecchiature pionieristiche) e affronterà i punti deboli ancora irrisolti. Darà vita a un settore dei semiconduttori prospero, dalla ricerca alla produzione, e a una catena di approvvigionamento resiliente. Mobiliterà oltre 43 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati e stabilirà misure per prepararsi a eventuali future perturbazioni delle catene di approvvigionamento, prevenirle, anticiparle e rispondervi rapidamente, in collaborazione con gli Stati membri e i partner internazionali. La legge consentirà all’Ue di conseguire l’obiettivo di raddoppiare la sua attuale quota di mercato portandola al 20% nel 2030”.
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Energia e decarbonizzazione
Le alte temperature di dicembre, insieme alla parziale discesa dei prezzi del gas sul mercato TTF di Amsterdam, hanno in parte attenuato la crisi energetica che persevera in Europa dal 2021 e che si è acuita nel 2022. Certamente, però, le difficoltà non sono state risolte. Ecco perché assume nuova centralità il Green Deal Europeo, con il quale gli Stati membri dell’Eu intendono raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. L’obiettivo più a breve termine riguarda invece una maggiore indipendenza energetica – anche se fino a questo momento la scelta degli Stati, compresa l’Italia, di puntare sul Gas Naturale Liquefatto non fa altro che aumentare le importazioni.
In ogni caso l’Unione europea punta a innalzare la quota di energia rinnovabile nel consumo finale lordo di energia al 40% entro il 2030. Da parte propria nel 2023 Il Parlamento lavorerà anche su obiettivi più ambiziosi di riduzione del consumo energetico a livello europeo: in sostanza si intende arrivare a una nuova direttiva sull’efficienza energetica, puntando soprattutto sul riscaldamento e sul raffreddamento degli edifici, che rappresenta il 40% di tutta l’energia consumata nell’Unione europea. Circa il 75% degli edifici, attualmente, è inefficiente dal punto di vista energetico.
Inoltre il Parlamento europeo proseguirà la propria azione verso la decarbonizzazione di tutti i settori dell’economia. Al fine di raggiungere gli obiettivi contenuti nel pacchetto Fit for 55, gli eurodeputati e le eurodeputate dovranno definire nel corso di quest’anno i nuovi standard di Co2 per auto e furgoni, la realizzazione di infrastrutture per i combustibili alternativi, un nuovo quadro per un mercato interno dell’idrogeno, la riduzione delle emissioni di metano e dei gas fluorurati a effetto serra, nuove norme per impedire alle imprese di eludere le norme UE sulle emissioni spostandosi altrove e obiettivi più ambiziosi per il sistema di scambio di quote di emissione.
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Economia circolare
Nell’agenda del Parlamento europeo per il 2023 non poteva mancare l’economia circolare, con la speranza che rispetto al 2022 – come insegnano i casi della direttiva Sup e del regolamento sugli imballaggi – il nostro Paese si concentri meno sulle polemiche e più su come, eventualmente, migliorare ulteriormente le ambizioni europee. Anche perché le partite da chiudere in questo ambito sono tante.
In quest’anno il Parlamento, come si legge sull’agenda istituzionale, “lavorerà su nuovi requisiti di progettazione ecocompatibile per gruppi specifici di prodotti, come elettrodomestici da cucina, computer e server, motori elettrici e pneumatici, per renderli più durevoli, riutilizzabili e meno dannosi per l’ambiente. I deputati lavoreranno anche sugli obiettivi dell’Ue per ridurre gli sprechi alimentari e su una nuova strategia per rendere i prodotti tessili più riutilizzabili e riciclabili, per fronteggiare il problema dei rifiuti tessili”.
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