giovedì, Novembre 6, 2025

8 luglio, Giornata del Mediterraneo: come l’economia circolare lo salverà dalla crisi climatica

Il mar Mediterraneo è una delle aree più vulnerabili del pianeta. Ecco perché, nella giornata che lo celebra, è utile riflettere sul necessario cambio di paradigma per tutelare uno spazio vitale. Fondamentali in questo nuovo approccio sono le soluzioni basate sulla natura, come testimonia il progetto Med-IREN

Valeria Morelli
Valeria Morelli
Content Manager e storyteller 2.0. Fa parte del network di Eco Connection Media. Si occupa di strategie di comunicazione web, gestione social, consulenza 2.0 e redazione news e testi SEO. Per Green Factor, all’interno dell’ufficio stampa, si occupa delle relazioni istituzionali.

L’8 luglio si celebra la Giornata Internazionale del Mar Mediterraneo, un’occasione per riflettere sulla straordinaria ricchezza di questo bacino, culla di civiltà, hotspot di biodiversità e destinazione da sogno per milioni di persone. Ma dietro l’immagine da cartolina si nasconde una realtà allarmante: il Mediterraneo è una delle aree più vulnerabili del pianeta alla crisi climatica.

Il modello economico lineare, basato sul principio “estrarre, produrre, consumare e gettare“, ha portato a uno sviluppo senza precedenti, ma ha anche accelerato la crisi, mostrando tutti i suoi limiti. Temperature in aumento, siccità prolungate, inondazioni devastanti e incendi sempre più frequenti sono ormai la nuova, difficile normalità. Per garantire una prosperità a lungo termine, che rispetti i confini del nostro pianeta, è indispensabile un cambio di paradigma. La risposta risiede in un modello rigenerativo: l’economia circolare.

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Il Mediterraneo: un “hotspot” della crisi climatica

Il bacino del Mediterraneo si sta riscaldando a un ritmo superiore del 20% rispetto alla media globale e proprio in questi giorni è stato registrato il drammatico record di + 5°C. Comunità, ecosistemi e infrastrutture critiche sono sempre più esposti a minacce climatiche estreme. Questo scenario non è frutto del caso, ma la conseguenza diretta di un modello di sviluppo che tratta le risorse come inesauribili e la natura come una discarica.

trattato globale plastica in mare

L’approccio lineare “take-make-dispose” non è più sostenibile. È necessario ripensare radicalmente il modo in cui gestiamo le risorse, stabiliamo le priorità di investimento e interagiamo con il mondo naturale. La chiave è imitare la capacità rigenerativa della natura stessa, trasformando i rischi in opportunità e le vulnerabilità in resilienza.

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La risposta è nella natura: le Soluzioni basate sulla Natura (NbS)

Fondamentali in questo nuovo approccio sono le Soluzioni basate sulla Natura (Nature-based Solutions, o NbS). Si tratta di azioni mirate a proteggere, gestire in modo sostenibile e ripristinare gli ecosistemi naturali o modificati per affrontare le sfide della società, portando benefici sia alle persone che alla natura.

Cosa significa in pratica? Significa ripristinare le zone umide che agiscono come spugne naturali contro le inondazioni, rendere più verdi le nostre città per combattere le ondate di calore, proteggere le coste con sistemi naturali e reintrodurre la biodiversità negli spazi urbani e rurali. Applicare il principio della rigenerazione permette di chiudere i cicli, preservare le risorse e rafforzare la resilienza delle infrastrutture contro gli eventi climatici estremi. Le NbS non solo aiutano ad adattarci alle nuove realtà climatiche, ma forniscono anche servizi ecosistemici essenziali come aria e acqua pulita, raffrescamento e un miglior benessere generale.

Queste soluzioni sono centrali nelle strategie di economia circolare, perché sbloccano molteplici benefici: dalla tutela della biodiversità alla coesione sociale, fino alla creazione di nuovi posti di lavoro. Le NbS rappresentano un approccio tanto pratico quanto visionario per costruire economie resilienti, circolari e pronte per il futuro.

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Il Progetto Med-IREN: l’innovazione circolare in azione

Un esempio concreto di come il pensiero circolare possa diventare il fulcro dell’azione per il clima è il progetto Med-IREN (MEDiterranean critical Infrastructure Resilience Engineering with Nature based solutions). Lanciato nel 2024 nell’ambito della Missione dell’UE sull’Adattamento al Cambiamento Climatico, Med-IREN dimostra come la natura possa diventare un partner fondamentale nel nostro progresso.

Invece di affidarsi esclusivamente a metodi tradizionali e ad alta intensità di risorse (la cosiddetta “infrastruttura grigia”), il progetto sfrutta il potere rigenerativo della natura coinvolgendo anche gli ecosistemi marini. Con un focus sul ripristino delle zone umide, l’inverdimento degli spazi urbani, il potenziamento degli ecosistemi costieri e l’integrazione di tecnologie idriche intelligenti, Med-IREN mostra come un design circolare e basato sulla natura possa ridurre i rischi ambientali, generando al contempo valore sociale ed economico.

Il progetto è attualmente in fase di sperimentazione in cinque paesi del Mediterraneo (Spagna, Francia, Italia, Grecia e Cipro), scelti per i loro diversi profili di rischio e tipologie di infrastrutture. Tali siti pilota funzionano come veri e propri laboratori a cielo aperto, dove soluzioni come barriere antiallagamento naturali, corridoi verdi e paesaggi resistenti al fuoco vengono testate in condizioni reali.

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Il caso virtuoso della Toscana: spiagge salve grazie agli scarti di marmo

Uno degli esempi più rappresentativi del progetto Med-IREN si trova in Toscana. Qui, i partner locali stanno affrontando il problema dell’erosione costiera utilizzando ghiaia riciclata per proteggere il litorale. Questa ghiaia assorbe la forza delle onde, rallentando la scomparsa della costa e riducendo il rischio di inondazioni durante le mareggiate.

Il “tocco circolare” di questa iniziativa è straordinario: la ghiaia utilizzata proviene dagli scarti di lavorazione delle cave di marmo locali. Materiali considerati rifiuti vengono così reinseriti in un ciclo virtuoso, trasformandosi in una risorsa preziosa. Questi frammenti di marmo riciclato vengono posizionati strategicamente lungo la riva, creando un paesaggio costiero più naturale e armonioso rispetto a strutture rigide e impattanti come i muri di cemento. L’approccio ibrido adottato, che combina soluzioni naturali con l’ingegneria, dimostra come si possano ottenere alternative convenienti, scalabili e resilienti, preservando al contempo la bellezza del paesaggio.

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Oltre le infrastrutture: comunità e turismo sostenibile

Il successo di Med-IREN, che avrà una durata di quattro anni, non si basa solo sulla tecnologia e l’ingegneria, ma anche sul coinvolgimento delle persone. Il progetto enfatizza la collaborazione con le comunità locali, le imprese e le autorità pubbliche per co-progettare interventi che siano inclusivi, equi e giusti. Le conoscenze acquisite in questi siti pilota verranno replicate in altre quattro regioni europee, dimostrando che le soluzioni circolari ispirate alla natura possono essere adattate a diversi luoghi.

Questo approccio si sposa perfettamente con una crescente domanda di turismo sostenibile, un settore chiave per l’economia del Mediterraneo. Viaggiare in modo responsabile significa scegliere destinazioni che non solo offrono bellezze naturali e culturali, ma che si impegnano attivamente per proteggerle. Intendiamoci. Come spiegato da Nadotti nel libro-inchiesta “Il turismo che non paga”, il turismo a impatto zero non esiste e ciò che bisogna comprendere è quali siano i punti di equilibrio, cosa riteniamo intoccabile e a cosa siamo disposti a rinunciare. Ma sicuramente sottolineare alcune best practice può essere d’esempio per altri. Ciò non toglie che per parlare davvero di ecoturismo non bastano singole buone pratiche, ma va delineata una strategia d’insieme della gestione dei territori, del loro rapporto con la comunità e del dialogo con i turisti affinché siano “complici” della salvaguardia dei luoghi e non consumatori usa e getta dei siti che visitano.

Ecco alcune mete che stanno già tracciando la rotta:

  • Isole greche (Tilos e Andros): lontano dai circuiti di massa, l’isola di Tilos è diventata una riserva naturale, ha vietato la caccia ed è quasi completamente autosufficiente dal punto di vista energetico. Andros, invece, è la meta ideale per un “turismo lento”, con una lussureggiante vegetazione e una fitta rete di sentieri per escursioni, che offre un’esperienza autentica e a basso impatto.
  • Spagna (Minorca e parchi nazionali): dichiarata Riserva della Biosfera dall’UNESCO, Minorca è l’isola meno urbanizzata delle Baleari e ha implementato rigide politiche ambientali. La Spagna, inoltre, vanta una straordinaria rete di parchi nazionali, come il Parco Marittimo-Terrestre di Cabrera, che proteggono una biodiversità unica sia a terra che in mare.

Rimanendo in Italia un esempio citabile è quello delle Cinque Terre (Liguria)

Le Cinque Terre sono un Parco Nazionale e Patrimonio dell’Umanità UNESCO, la cui fragilità è tanto evidente quanto la sua bellezza. Per preservare questo territorio unico, sono state adottate misure che si basano principalmente sulla gestione della mobilità. Come, ad esempio la  Cinque Terre Card per percorrere i sentieri più famosi, come il Sentiero Azzurro che collega i borghi. I proventi sono reinvestiti direttamente nella manutenzione dei sentieri, nel recupero dei muretti a secco (fondamentali per la stabilità idrogeologica) e nel sostegno ai servizi del parco.

mediterraneo cinque terre

Incentivo al treno: l’accesso ai borghi in auto è fortemente sconsigliato e quasi impossibile per i non residenti, a causa della mancanza di parcheggi e delle strade strette. Il treno è il mezzo di trasporto principale, con corse frequenti che collegano tutti e cinque i paesi. La “Cinque Terre Treno MS Card” offre viaggi illimitati e l’accesso ai sentieri.

Restrizioni per i sentieri: diverse le misure previste in relazione ai sentieri come quelle del controllo dell’abbigliamento adatto degli escursionisti per entrare o la possibile istituzione di sensi unici e limitazioni.

Questo sistema non si limita a “fare cassa”, ma crea un circolo virtuoso: il turista contribuisce economicamente alla conservazione del luogo che visita. Si disincentiva il traffico privato, riducendo emissioni e congestione, e si promuove una fruizione più lenta e consapevole del territorio, a piedi o in treno. È un modello che tutela l’ambiente e, allo stesso tempo, finanzia la sua stessa sopravvivenza.

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