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lunedì, Dicembre 16, 2024

Acqua, una risorsa limitata messa a rischio dalla crisi climatica

Un workshop raccorda i diversi progetti europei sul tema e mette a punto una serie di raccomandazioni (dagli strumenti digitali al riutilizzo delle acque reflue) per limitare la crisi idrica partendo da un uso circolare della risorsa acqua

Lucia Guarano
Lucia Guarano
Giornalista e autrice, ha firmato per Round Robin editrice il romanzo-inchiesta: “La Guerra è finita”, candidato al premio Strega 2016. Ha collaborato con numerose testate internazionali (Al Jazeera English, Al Arabiya, The National, T- Qatar - The New York Times Style Magazine e Qatar Tribune) e nazionali (Giornalettismo, Huffington Post, Apcom). Ha tradotto dall’inglese il graphic novel “La Lucha” (Ed. Verso Books). Nel 2020 ha firmato, “Ilaria Alpi. Armi e veleni, le verità interrotte”, inchiesta a fumetti uscita in edicola, in allegato al Fatto Quotidiano.

L’acqua è l’elemento cardine a sostegno degli ecosistemi e del clima, ma è una risorsa limitata. In Europa, utilizziamo miliardi di metri cubi di acqua ogni anno, non solo per il consumo umano, ma soprattutto per agricoltura, produzione industriale e riscaldamento. Con migliaia di sorgenti disponibili, l’approvvigionamento di acqua nel Vecchio continente può sembrare illimitato, ma non è così.  La crescita della popolazione, l’urbanizzazione e l’inquinamento, uniti ai cambiamenti climatici e la crescente siccità, stanno mettendo sempre più in crisi i rifornimenti idrici in Europa.

Considerando che l’80 per cento del consumo europeo di acqua dolce proviene da fiumi e acque sotterranee, è evidente come queste fonti siano estremamente vulnerabili al rischio di sfruttamento eccessivo. Inoltre, l’Agenzia europea per l’ambiente (EEA) stima che circa un terzo del territorio UE sia esposto a condizioni di stress idrico, in modo permanente o temporaneo. Inoltre lo spreco di acqua in Europa è stimato tra il 20 e il 40 % delle risorse idriche disponibili (perdite nelle reti idriche, mancanza di impianti per il risparmio dell’acqua, irrigazione eccessiva e inutile, perdite da rubinetti ecc.). Questo non può che destare preoccupazione.

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Crisi idrica e crisi climatica

Secondo quanto riportato dall’ultimo report dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), pubblicato ad agosto, è probabile che i problemi legati alla scarsità di acqua, come siccità, incendi e inondazioni, peggiorino all’aumentare della crisi climatica in atto.

Stando a quanto riportato, come abbiamo letto, è probabile un aumento delle temperature di 1,5°C entro i prossimi due decenni; aumento che sarà accompagnato da grandi cambiamenti nel ciclo dell’acqua del pianeta, con aree già umide che diventeranno molto più umide e aree aride che diventeranno soggette a maggiore siccità.

Dati allarmanti rendono sempre più urgente il tema dell’uso sostenibile dell’acqua e il suo ruolo nello sviluppo di politiche circolari in Europa. Di questo si è discusso nel workshop che si è tenuto il 26 marzo scorso, all’interno del Water Knowledge Europe 2021, con l’organizzazione di Water Europe (WE), EASME e NextGen.

Esperti e responsabili politici si sono confrontati sul tema centrale dell’acqua nello sviluppo di politiche circolari e sulle future sfide per la governance europea. Analisi e confronti sono stati raccolti in un nuovo report UE sul tema dell’acqua nello sviluppo di politiche circolari e su come i progetti siano in grado di contribuire alla legislazione dell’UE.

I progetti Horizon 2020

I sei progetti al centro del confronto sono stati:

HYDROUSA, che punta sull’implementazione di soluzioni a basso costo per il recupero di fonti idriche non convenzionali (acque reflue, acqua di mare, acqua piovana) da utilizzare in agricoltura e per uso domestico nella regione del Mediterraneo;

Il progetto Water2REturn che mira, invece, a promuovere il recupero e il riciclo dei nutrienti presenti nelle acque reflue dei macelli, trasformando gli impianti di trattamento in vere e proprio bioraffinerie, producendo prodotti ad alto valore aggiunto per uso agricolo;

ULTIMATE, progetto che prende le mosse dalla “Water Smart Industrial Symbiosis” (WSIS), in cui l’acqua svolge un ruolo chiave, come risorsa riutilizzabile e come vettore energetico per i materiali da estrarre e riutilizzare;

Il progetto NextGen, che si concentra su soluzioni tecnologiche, aziendali e di governance, per l’acqua nell’economia circolare attraverso dieci casi dimostrativi di alto profilo e su larga scala in tutta Europa. Il demo case a Spernal, nel Regno Unito, ha infatti mostrato un fabbisogno energetico notevolmente ridotto con meno emissioni di gas serra dai processi di trattamento;

La sfida del Progetto Ô è, invece, quella di fornire strumenti pratici per l’implementazione dell’uso circolare dell’acqua, introducendo piccoli circuiti standardizzati di riuso/riciclaggio che siano in grado di distribuire il peso della gestione dell’acqua su territorio e utenti, liberando dalla pressione, infrastrutture ed ecosistema;

E, infine, il progetto Run4Life (Recovery and Utilization of Nutrients 4 Low Impact FErtiliser), che vuole introdurre un sistema radicalmente nuovo nel trattamento delle acque reflue e del recupero dei nutrienti. Si basa sul concetto di raccolta differenziata delle acque reflue domestiche e dei rifiuti di cucina, con entrambi i flussi, associati ad un trattamento ottimale per il recupero delle risorse ed il successivo riutilizzo in totale sicurezza.

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Oltre i progetti per contribuire all’azione politica

“I progetti devono fare uno sforzo per passare dai risultati specifici e dai casi dimostrativi ad avere una loro rilevanza politica, per andare oltre il progetto stesso e vedere quali informazioni possono alimentare i processi politici”, ha dichiarato Gonzalo Delacamara, del IMDEA Water Institute.

Violeta Kuzmickaite (EASME), ha, invece posto l’accento su come “tutte le parti interessate/beneficiari coinvolti nei progetti devono andare oltre il progetto stesso, affrontando le condizioni per l’innovazione su scala locale, nazionale e persino europea”.

Il report raccoglie inoltre, alcune delle raccomandazioni derivate dai progetti Horizon 2020. Tra queste, l’introduzione di requisiti di rendicontazione per le iniziative di economia circolare; l’utilizzo di un approccio ad hoc basato sul rischio piuttosto che sul monitoraggio di un lungo elenco di contaminanti; lo sviluppo di linee guida per sostenere o addirittura richiedere ai consumatori di utilizzare prodotti recuperati; la definizione di standard tecnici (compresi gli standard di qualità e i requisiti di monitoraggio); il focus sulle emissioni industriali e il riutilizzo delle acque reflue all’interno del processo produttivo e sul recupero e riutilizzo delle materie prime, includendo soluzioni digitali verso l’economia circolare.

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