Ricevere, in dono, buon cibo è sempre cosa gradita e, non per caso, uno dei regali più diffusi nelle feste del Natale è il cesto pieno di prelibatezze alimentari. Non tutti i doni, però, sono uguali! Non parliamo solo della qualità, ma anche dell’impatto ambientale che un dono può avere. Ecco qualche nostro consiglio per un cesto… circolare
Come scegliere i prodotti per i pacchi natalizi
Scegliere un regalo non è mai una cosa semplice soprattutto quando, oltre al cuore, si debba colpire il palato! Il primo suggerimento che possiamo dare è innanzitutto quello di scegliere alimenti non facilmente deperibili. Durante il periodo natalizio le case di ognuno di noi sono inondate dal cibo e quindi è alto il rischio che i nostri doni non vengano consumati in tempi molto brevi finendo per essere gettati.
L’altro elemento necessario a rendere il pacco sostenibile è l’appartenenza dei cibi ai nostri territori: al bando i prodotti esotici che devono attraversare i confini di stati e addirittura di continenti. La ricca biodiversità italiana, infatti, ci dona – spesso proprio all’interno dei confini regionali – tanti meravigliosi prodotti dolci, salati, vegetali o di originale animale permettendoci di fare una bella figura senza mettere sulla bilancia un trasporto, in termini di emissioni dannose, di un certo peso.
Occhio all’imballaggio
Sono sempre più le realtà attente alla sostenibilità sotto ogni piccolo grande aspetto. Come ci confermano da Minimo Impatto (azienda italiana nota per avere un catalogo di ecostoviglie e packaging 100% sostenibile), tra i trend di crescita di quest’anno si registrano le vendite di scatole in cartone ecofriendly.
In ogni caso, quando ordinate (o componete) i pacchi, fate attenzione che ogni parte dell’imballo – ove possibile – sia plastic free. Esistono, infatti, tantissimi sistemi di protezione degli alimenti e dei loro contenitori realizzati con materiali di origine vegetale (a partire da carta e cartone), magari semplicemente riutilizzando vecchi giornali che fungono da efficaci ammortizzatori.
Cosa mettere dentro ai cesti?
Che sia per Natale o per l’Epifania, se vi state chiedendo cosa, in concreto, mettere dentro a pacchi (o a calze) noi siamo pronti a darvi qualche consiglio e fare, brand, nomi e cognomi, lasciandoci ispirare anche dalle realtà dell’Atlante dell’Economia Circolare.
Formaggi … da aziende circolari
In cerca di un pecorino calabrese o di una ricotta salata? Potreste scegliere quello della Fattoria della Piana, un vero e proprio ecosistema da scoprire. Dal 2008 la struttura è totalmente ecosostenibile grazie alla realizzazione di una centrale di produzione di biogas che consente di recuperare gli scarti di lavorazione (letame incluso). Grazie al co-generatore è possibile produrre addirittura l’energia elettrica in grado di soddisfare il fabbisogno di 2.680 famiglie mentre l’energia termica è utilizzata per i processi produttivi del caseificio e per il riscaldamento dei locali aziendali.
Sali e zuccheri aromatizzati
Avete mai ipotizzato di regalare sali e zuccheri aromatizzati alle erbe e agli agrumi? Potrete trovarli presso Mediterranea nella Rete, un orto e un laboratorio di produzione di design per esterni, ma soprattutto uno spazio aperto di integrazione e inclusione. Dall’orto arrivano le materie prime che daranno il particolare gusto al dono.
Sapori di Campania!
Se l’obiettivo è far rivivere i sapori del meraviglioso parco del Cilento, potreste puntare sui prodotti dell’azienda agricola Raimo, guidata con tanta passione da Carmine e dalla sua famiglia. Ove invece la persona che riceverà il regalo sia amante della pasta, potreste pensare ad Armando della De Matteis Agroalimentare S.p.A. La filiera Grano Armando è davvero circolare: seleziona i fornitori sulla base di criteri di compatibilità ambientale e sociale offrendo loro supporto costante durante tutto il processo e favorendo così l’incremento del valore della filiera nonché degli standard di qualità del prodotto. Alla materia prima di alta qualità fa rima l’impianto di cogenerazione che alimenta lo stabilimento in maniera sostenibile.
Birre e amari per tutti i gusti… circolari
Anno dopo anno aumenta, in maniera esponenziale, il numero dei birrifici artigianali sparsi su tutto il territorio nazionale. Se vi trovate a Bologna o nei dintorni del capoluogo emiliano potreste farvi consigliare dai Fermenti Sociali che producono birra dal loro malto, sotto un tetto coperto da pannelli solari. I “fermenti” si occupano di tutto: dalla semina dell’orzo alla burocrazia. Hanno iniziato a fare la birra in casa in un pentolone da 30 litri e, partendo dalla cucina domestica, di strada – e di birra – ne hanno fatta tanta riuscendo a produrre 20.000 litri all’anno, quasi tutti consumati nei mercati bolognesi a vendita diretta.
Vale la Pena, la birra da non perdere. Nasce nel 2014 grazie all’opera della onlus Semi di Libertà, con la mission di contrastare le recidive delle persone in esecuzione penale e, dal 2019, Vale la Pena è diventata un’azienda. La birra è attualmente prodotta all’esterno di istituti penitenziari con un grande successo di pubblico. Se vi trovate nella Capitale, in zona Furio Camillo, potrete degustare altri prodotti dell’economia carceraria nell’omonimo pub e vi garantiamo… ne vale davvero la pena!
Avete voglia invece di regalare un Amaro Partigiano? Lo trovate da RiMaflow-FuoriMercato che, con i suoi prodotti, potrà consentirvi di fare del Natale un’occasione importante per costruire legami solidali. I prodotti presenti nelle ceste sono frutto di una filiera controllata, solidale e autogestita che ne garantisce l’assoluta qualità nel rispetto dei diritti dei lavoratori e della terra. Un bel modo per festeggiare dicendo no alla vita precaria, al lavoro senza tutele e al razzismo.
Dolcezza da mettere sotto l’albero
Speciali, diversi e unici: parliamo dei componenti della cooperativa Noi Genitori che lavora al fianco di persone con disabilità e delle loro famiglie. I membri della cooperativa affrontano le sfide quotidiane e si impegnano per realizzare i loro progetti grazie a uova, zucchero e farina con le quali preparano meravigliosi biscotti prodotti nel laboratorio pensato per essere accessibile da persone con disabilità e realizzato secondo criteri di rispetto ambientale, risparmio energetico e utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.
Pacchi pronti da essere spediti
Se cercate online confezioni già pronte per essere spedite, ecco due idee che non passeranno davvero inosservate e che hanno entrambe alle spalle l’impegno del cigno di Legambiente.
Due bottiglie di birra artigianale più una terza vuota che, tagliata a metà, diventa un vaso ed un porta-candela. Una candela in cera d’api, due bustine di semi ed un telo in mater-bi da usare per fare del pacco un orto da davanzale: parliamo di Paccozero, un esperimento di economia circolare, di rifiuti-zero, con un doppio valore. Il cesto è infatti simbolo di impegno e di riscatto nella terra dei fuochi.
La seconda idea sono i Pacchi Natale di Tartalove e anche questi regali che valgono doppio: il progetto, nato per difendere le tartarughe marine, prevede per i cesti i prodotti di Libera Terra con prodotti biologici e di eccellenza coltivati nelle terre liberate dalle mafie.
Piccoli empori, per grandi prodotti locali
Se volete assistere con i vostri occhi alla composizione del cesto con prodotti locali di circuiti di economia solidale e di piccole realtà del territorio, potreste recarvi in una delle tante botteghe di prodotti tipici che, per fortuna, oramai sono presenti lungo la Penisola. Elencarle tutte non è possibile, ma vi diamo qualche esempio.
Se siete a Torino potreste passare da Verdessenza, una piccola cooperativa sociale di persone appassionate che, da anni, si occupano di sostenibilità ambientale, economia circolare e collaborativa. Nella bottega si può trovare un’ampia varietà di prodotti, ma non solo: è anche un luogo nel quale sbocciano le idee e le collaborazioni per realizzare progetti ecosostenibili con realtà grandi e piccole come bar, ristoranti, uffici, o per eventi.
A Roma potreste passare da Proloco DOL il cui acronimo indica chiaramente la mission aziendale: Di Origine Laziale. Vini, salumi, pasta, conserve e formaggi della bella regione centrale selezionati da Vincenzo Mancino, noto affinatore di formaggi o, come si definisce lui stesso, “pizzicagnolo nel cuore” che da sempre ha una missione: far mangiare bene le persone (anche in periferia!) valorizzando la filiera corta, favorendo la conoscenza e la fruizione dei prodotti del territorio, la tutela di tutte le aziende tradizionali e degli artigiani dell’enogastronomia, fino allo sviluppo di forme di agricoltura ecocompatibile.
Il gusto del regalo
Chiudiamo con un consiglio: niente fretta! Se il dono sarà consegnato qualche giorno dopo il Natale non sarà per questo meno gradito! Quest’anno in particolar modo, ricordiamoci che ciò che conta è la sostanza e il sapore.
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