Nel bistrot della onlus Come un albero abili e disabili lavorano insieme grazie al progetto sperimentale SAIS, mettendo al centro il valore produttivo e sociale delle persone con disabilità psichica
Sinossi
L’idea di questo video nasce con l’intento di mostrare come la vita di molte persone che ci stanno intorno possa essere considerata produttiva o di scarto a seconda del contesto in cui si troveranno a vivere, un po’ come accade anche per le materie di scarto che possono diventare rifiuti o fonti di energia. Il bistrot dell’associazione Come un albero è un laboratorio di sperimentazione: cosa succederebbe se invece di considerare la disabilità come qualcosa da gestire si riuscisse a farla diventare un elemento di creatività produttiva? Il SAIS è un progetto sperimentale di inserimento lavorativo che nasce in questo contesto. L’acronimo riprende il nome del servizio di accompagnamento domiciliare SAISH offerto dal Comune di Roma ma che togliendo simbolicamente l’H di handicappato si propone di rimettere al centro dell’attenzione l’utente, trasformandolo da soggetto passivo di un servizio ad attore attivo del servizio stesso. Il lavoro è al centro del SAIS: attraverso l’utilizzo dei fondi stanziati dal Comune per l’accompagno si attiva un circolo virtuoso, per cui l’operatore e la persona disabile riescono a lavorare insieme in un contesto aperto al pubblico. Si parla di persone con disabilità psichiche importanti, che senza assistenza non avrebbero alcuna possibilità di raggiungere la piena autonomia. Ma le ore che il Comune mette a disposizione sono solo 10 a settimana, pochissime se si pensa alla gestione di intere giornate che quasi sempre sono completamente a carico delle famiglie, unica e vera colonna portante del welfare italiano, soprattutto in ambito della disabilità. Grazie alla retribuzione del lavoro svolto attraverso questa modalità invece l’utente può decidere di pagarsi altre ore di assistenza o più semplicemente avere una piccola somma di denaro a disposizione per le proprie esigenze.