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sabato, Novembre 30, 2024

Conai: “L’anno scorso l’Italia ha avviato a riciclo il 73,3% degli imballaggi”

Pubblicati i dati relativi al 2021. Cresce l’immesso al consumo ma tiene l'avvio a riciclo (che per l'UE non coincide col riciclo). Considerando anche l’incenerimento, il recupero totale degli imballaggi in Italia secondo CONAI “arriva all’82% del totale”

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Redazione EconomiaCircolare.com

“Nel 2021 l’Italia ha avviato a riciclo il 73,3% degli imballaggi immessi sul mercato: 10 milioni e 550mila tonnellate”. Lo ha annunciato ieri CONAI, il consorzio nazionale imballaggi: “Una percentuale in leggera crescita rispetto al record del 2020, in cui si era toccato un livello di avvio a riciclo che sfiorava il 73%, e un risultato che supera abbondantemente il 65% di riciclo totale chiesto dall’Europa ai suoi Stati membri entro il 2025”. Ovviamente – come abbiamo già raccontato – “avvio a riciclo” non equivale a riciclo, soprattutto con l’entrata in vigore del nuovo metodo di calcolo europeo. E i dati forniti da CONAI devono essere ancora vagliati da ISPRA e inviati alla Commissione europea (c’è tempo 18 mesi dalla fine dell’anno solare cui i dati fanno riferimento).

Se alle cifre dell’avvio a riciclo sommiamo quelle del recupero energetico, che usa i rifiuti di imballaggio come combustibile alternativo per produrre energia, i numeri crescono: “Nel 2021 l’Italia supera l’82% di imballaggi recuperati, ossia più di 11 milioni e 800mila tonnellate”.

CONAI sottolinea il risultato alla luce della forte ripresa dei consumi dopo il lockdown del 2020: “10 milioni e 550mila tonnellate vuol dire l’8,5% in più rispetto all’anno precedente”. “In una situazione pandemica che allentava la morsa pur senza cessare, la ripresa dei consumi nel 2021 è stata davvero forte”, ha spiegato Luca Ruini, presidente CONAI: “Molti pensavano che l’Italia non avrebbe confermato il 73% del 2020. Gli Italiani, però, si sono confermati bravissimi nella raccolta differenziata, e il nostro lavoro non si è fermato. Così, l’Italia ha potuto avviare a riciclo un nuovo quantitativo record di imballaggi”.

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Miniere urbane

Osservando i dati delle diverse filiere, si tratta di “quasi 400mila tonnellate di acciaio; 53mila tonnellate di alluminio; oltre 4 milioni e 450mila tonnellate di carta e cartone; quasi 2 milioni e 200mila tonnellate di legno; più di 1 milione e 250mila tonnellate di plastica e bioplastica; e quasi 2 milioni e 200mila tonnellate di vetro”. Questi numeri sono stati ottenuti per il 50% grazie al lavoro dei Consorzi di filiera del sistema CONAI, per il 48% grazie ai riciclatori indipendenti e per il restante 2% grazie all’operato dei sistemi autonomi.

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“È un grande risultato per l’Italia” commenta ancora Ruini. “Da noi, più di otto imballaggi su dieci oggi evitano la discarica. Siamo primi fra i grandi Paesi europei, secondo i dati Eurostat, per riciclo pro-capite, e la stragrande maggioranza dell’avvio a riciclo avviene sul territorio nazionale, non all’estero. Senza contare che nel nostro Paese il riciclo dà risultati più efficienti a costi che, in Europa, risultano fra i più bassi per il tessuto imprenditoriale. Le nostre città, del resto, sono sempre più vere e proprie miniere urbane: i crescenti quantitativi di rifiuti avviati a riciclo si trasformano in nuove materie prime, e la piccola percentuale che va a recupero energetico diventa un’alternativa ai combustibili fossili”.

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Il Sud

Un’attenzione particolare viene dedicata da CONAI alle aree del Mezzogiorno. “Nell’ultimo anno i progetti territoriali speciali nelle Regioni del Centro-Sud hanno coinvolto più di 15 milioni di abitanti” fa sapere Ruini. “E un progetto speciale è stato portato avanti con ANCI per aiutare i Comuni di Puglia, Calabria, Campania e Sicilia a drenare parte dei fondi del PNRR: 189 Comuni sono stati supportati nel presentare 1.775 soluzioni progettuali, per un valore di 115 milioni di euro”. Anche grazie a tutte queste attività i rifiuti di imballaggio conferiti dai Comuni al sistema CONAI sono cresciuti proprio nel Centro (+4,5%) e nel Sud (+4,4%), compensando la flessione registrata al Nord (-2,5%), “dove il dato ha risentito soprattutto di un calo nei conferimenti di acciaio e alluminio dovuto alle quotazioni favorevoli del rottame ferroso, che hanno reso più conveniente affidare i metalli al libero mercato”.

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