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lunedì, Dicembre 16, 2024

Raggiunto l’accordo tra Consiglio e Parlamento per migliorare i rating ESG

I criteri ESG sono sempre più diffusi nella misurazione della sostenibilità di aziende e governi, e sono l'architrave su cui si basa la transizione. L'Ue prova a migliorare la credibilità delle valutazioni ambientali, sociali e di governance. Le nuove norme mirano a rafforzare l'affidabilità, la trasparenza e comparabilità dei rating

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Redazione EconomiaCircolare.com

Nuovo passo in avanti sull’atteso regolamento ESG, il provvedimento con il quale l’Unione Europea intende disciplinare uno degli ambiti più importanti per quel che riguarda la finanza sostenibile. Il Consiglio e il Parlamento hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla proposta che era stata avanzata a giugno 2023 dalla Commissione, con la quale l’Ue mira a potenziare la fiducia degli investitori nei prodotti sostenibili.

Come è noto, le valutazioni ESG permettono di conoscere ed esplorare il profilo di sostenibilità di un’azienda o di uno strumento finanziario, valutando la sua esposizione ai rischi ambientali, sociali e di governance e il suo impatto sulla società e sull’ambiente. Negli ultimi anni le valutazioni ESG hanno avuto un impatto sempre più importante sul funzionamento dei mercati finanziari e, secondo molti analisti, costituiscono la principale speranza per il necessario supporto economico alla transizione ecologica. Ecco perché ha assunto particolare valore il microcosmo delle valutazioni ESG: chi fornisce i pareri sui quali vengono poi prese le decisioni aziendali e politiche? Quanto sono adeguati i criteri di trasparenza? Come si può incentivare la finanza sostenibile?

Domande alle quali prova a rispondere la proposta di regolamento Ue. Come scriveva la Commissione nel testo sul quale si sono pronunciati Consiglio e Parlamento lo scorso 5 febbraio, “i fondi di investimento con caratteristiche o obiettivi sostenibili sono notevolmente aumentati in termini di numero, dimensioni e tipo di capitale che attraggono. In tale contesto si è sviluppato un ecosistema di investimenti ESG, che comprende, tra l’altro, la fornitura di rating ESG. Tali rating ESG sono commercializzati in quanto forniscono un parere sull’esposizione di un’impresa o di un soggetto a fattori ambientali, sociali e/o di governance e sul loro impatto sulla società”.

Leggi anche: Finanza sostenibile, le nuove proposte della Commissione Ue su tassonomia e investimenti Esg

I criteri per migliorare la credibilità delle valutazioni ESG

Le nuove norme europee mirano a rafforzare l’affidabilità e la comparabilità delle valutazioni ESG migliorando la trasparenza e l’integrità delle operazioni dei fornitori di valutazioni ESG e prevenendo potenziali conflitti di interesse. In base all’accordo tra Consiglio e Parlamento, i fornitori di valutazioni ESG dovranno essere autorizzati e supervisionati dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) e rispettare requisiti di trasparenza, in particolare riguardo alla loro metodologia e alle fonti di informazione.

Ad esempio è stato concordato che se i partecipanti al mercato finanziario o i consulenti finanziari divulgheranno le valutazioni ESG come parte delle loro comunicazioni di marketing dovranno includere informazioni sulle metodologie utilizzate in tali valutazioni ESG sul proprio sito web.

L’accordo chiarisce inoltre che c’è la possibilità di fornire valutazioni separate per E (gli aspetti ambientali), S (sociali) e G (governance). Tuttavia se viene fornita una singola valutazione, il peso dei fattori E, S e G deve essere esplicito. I fornitori di valutazioni ESG che hanno sede fuori dal perimetro dell’Unione Europea e che desiderano operare nell’UE dovranno ottenere un’approvazione delle loro valutazioni ESG da parte di un fornitore di valutazioni ESG autorizzato dall’UE o essere inclusi nel registro dell’UE dei fornitori di valutazioni ESG sulla base di una decisione di equivalenza rispetto al paese di origine e a seguito di un dialogo tenuto tra l’ESMA e l’autorità competente del paese terzo rilevante.

E ancora: il Consiglio e il Parlamento hanno introdotto un regime di registrazione più leggero, temporaneo e facoltativo di tre anni per le piccole imprese e i gruppi che forniscono valutazioni ESG. Lo scopo è quello di supportare le piccole e medie imprese ad adeguarsi a tali standard, le quali al momento fanno parecchia fatica, molta di più rispetto alle grandi aziende. Al termine di questo regime temporaneo, i piccoli fornitori di valutazioni ESG dovranno rispettare tutte le disposizioni delineate nel regolamento, compresi i requisiti relativi alla governance e alle tariffe di supervisione.

Leggi anche: lo Speciale sulla finanza sostenibile

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