Sara Capuzzo, laureata in scienze naturali, presidente della cooperativa energetica ènostra, è una persona da sempre impegnata nell’ambientalismo, nella divulgazione e promozione della transizione partecipata dalle fonti fossili a quelle rinnovabili ed è ritenuta una delle donne del cambiamento e della transizione energetica. L’impegno di Sara, però, non parte con ènostra ma ha una storia assai più lunga. Per conoscere in modo più approfondito il suo percorso di vita e i suoi obiettivi futuri, l’abbiamo raggiunta per un’intervista che ripercorre il viaggio che l’ha condotta, da semplice amante della natura e delle scienze, a diventare guida di una delle cooperative energetiche più innovative d’Italia.
Dagli scimpanzé alle rinnovabili
Nata a Padova e laureata in Scienze Naturali, Sara Capuzzo aveva il sogno di realizzare documentari sugli scimpanzé. Per questo, è stata in Erasmus a Bristol per studiare etologia e subito dopo aver conseguito il titolo accademico, ha frequentato un master in Comunicazione e giornalismo scientifico. La vita, però, l’ha portata altrove reindirizzando l’attenzione verso l’energia e la tutela dell’ambiente. Ha quindi collaborato con la rivista “Ambiente Risorse Salute” edita dal Centro Studi l’Uomo e l’Ambiente. Da sempre impegnata nell’ambientalismo attivo e costruttivo – “come quello di Greenpeace” ci spiega – ha trovato la propria strada professionale (ed ecologista) nell’impegno quotidiano della transizione partecipata dalle fossili alle rinnovabili. “Non si può limitare l’attivismo a richiamare attenzione senza proposte concrete. Dopo azioni forti, se non si promuove un’alternativa , risulta quasi narcisistico” spiega Sara per farci comprendere cosa intenda.
La nascita di ènostra
L’incontro con le energie rinnovabili risale al 2005 quando diviene vicepresidente e Responsabile Comunicazione di EnergoClub, onlus nata per rendere accessibili a tutti le soluzioni per l’uso razionale dell’energia e le fonti rinnovabili e per consentire la nascita di un movimento d’opinione e ricerca a favore della riconversione del sistema energetico. Nel decennio trascorso ad EnergoClub il suo lavoro – insieme a quello della onlus – ha dato i suoi frutti, ad esempio accompagnando oltre 3.000 famiglie in tutt’Italia nell’installazione del proprio impianto fotovoltaico, o centinaia di studenti nell’acquisire consapevolezza in tema di energia, clima e sostenibilità .
Tuttavia Sara voleva fare di più perché voleva capire come poter contribuire ad una rivoluzione energetica che nascesse dal basso e portasse le persone non solo a indignarsi per l’uso delle fonti fossili del nostro Paese, ma che convincesse i cittadini ad attivarsi in un progetto di democratizzazione energetica rinnovabile.
Non ha dunque esitato di fronte alla possibilità di creare, insieme ad un gruppo di cittadini e di organizzazioni nell’ambito di un progetto europeo, una cooperativa che distribuisse energia elettrica 100% rinnovabile. Nel 2014, dopo due anni di intenso lavoro, venne così creata è nostra – i cui soci fondatori sono Avanzi, Retenergie ed EnergoClub – che ha un claim che è letteralmente tutto un programma: “Il fornitore cooperativo di energia elettrica rinnovabile, sostenibile, etica“.
Non era, infatti, sufficiente che l’energia fosse rinnovabile e sostenibile: uno dei principi che hanno sempre guidato la cooperativa è quello dell’etica in ogni azione portata avanti.
Sin da subito Sara diviene vicepresidente e responsabile comunicazione di ènostra.
Era il 2015 quando, in collaborazione con Retenergie fu avviato un tour contro il carbone che faceva tappa nelle diverse città nelle quali erano presenti centrali a carbone (La Spezia, Civitavecchia, Brindisi, Taranto). “Durante gli eventi invitavamo i cittadini a non lamentarsi solamente ma di agire con il portafoglio, ad esempio, scegliendo un fornitore che puntasse sulle rinnovabili”. ènostra avrebbe iniziato a fornire energia come cooperativa di utenza a partire dal marzo 2016. Tuttavia il primo passo verso la rivoluzione – che è ancora in corso – è arrivato nel 2018.
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Dalla vendita alla produzione
Il cerchio, però, non era ancora chiuso: il sogno di Sara e degli amministratori della cooperativa allora (come ora) era quello di provvedere non solo alla vendita di energia rinnovabile ma anche alla sua produzione. Nel 2016 viene quindi avviato l’iter della fusione con Retenergie, nata come cooperativa di produzione già titolare di 11 impianti rinnovabili. La nuova ènostra – di cui Capuzzo fu confermata vicepresidente – è così nata il 9 ottobre 2018, unendo la base di 1.000 soci di Retenergie e degli oltre 3.000 soci di ènostra con l’obiettivo di diventare la prima cooperativa energetica in Italia che non si occupa più solo della vendita, ma anche di realizzare direttamente impianti di energia rinnovabile collettivi dando la possibilità ai propri soci di partecipare attivamente alla produzione.
La prima turbina eolica collettiva d’Italia
Una pietra miliare di questo cammino è stata, però, posata nel 2018 con l’apertura del cosiddetto fondo prosumer: “Nel 2018, si apre la prima campagna di raccolta capitali per il Fondo di Produzione che in soli 3 mesi riesce a raccogliere più di 700.000 euro” ci spiega Capuzzo. Grazie ai fondi provenienti dai soci sovventori nel 2021 viene allacciata a Gubbio la prima turbina eolica collettiva d’Italia, a cui è seguita la seconda nel 2023 con – in pianificazione – diversi altri impianti (anche fotovoltaici). Il funzionamento dell’operazione è semplice: i cittadini sottoscrivono il fondo (una sorta di prestito) e così consentono di finanziare la realizzazione di impianti di produzione d’energia rinnovabile che immettono in rete il fabbisogno energetico degli aderenti (quando si sottoscrive si fa una simulazione). In questo modo, pur senza avere un impianto sul tetto, i cittadini divengono dei veri e propri prosumer.
La presidente
Di ènostra ci sarebbe ancora tanto da svelare, ma questo racconto è incentrato su Sara Capuzzo e allora torniamo alla sua storia. Nel 2019 diviene Presidente: “non ci ho creduto nemmeno quando mi è stato proposto di diventare presidente”, mi confessa, ma in verità questo risulta palese a chiunque riveda le immagini di quell’assemblea di cinque anni fa. Non è stata l’elezione di una persona che aveva promosso la propria candidatura. “È stata un’investitura, ancora più significativa per le donne perché spesso – a differenza degli uomini – non credono di essere all’altezza e non si immaginano di poter raggiungere ruoli di vertice”. Tutto ciò per Sara non è, però, una debolezza, bensì un punto di forza che spinge a migliorarsi giorno dopo giorno.
Quello stesso sguardo sorpreso lo aveva quando – lo scorso marzo 2024 – il portavoce di ARTE Associazione Reseller e Trader dell’Energia ha pronunciato il suo nome per nominarla vincitrice del premio Artista (dal nome dell’associazione, ndr) 2023. Il riconoscimento le è stato conferito per aver “iniziato ad interessarsi di comunità energetiche rinnovabili già dal 2017, avviando un’attività di advocacy con alcuni europarlamentari quando la Direttiva REDII era in fase emendativa, allo scopo di garantire i più ampi diritti e dare voce ai cosiddetti cittadini energetici per una transizione sempre più democratica, ma anche per il lavoro svolto con ènostra nell’affiancamento di “enti locali, imprese, organizzazioni, gruppi formali e non di cittadine e cittadini, condomini nel percorso di costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili e Autoconsumo Collettivo” (…)
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L’energia è donna?
Il consiglio di Amministrazione di ènostra è oggi composto da quattro donne e tre uomini e negli ultimi anni vi è stata una prevalenza (come si legge dai bilanci) di dipendenti di sesso femminile. Una precisa scelta? “Non propriamente – risponde Capuzzo – In ènostra abbiamo sempre cercato di far valere il merito e quando si tratta di progetti generativi e ad impatto sociale, la sensibilità e la cura femminili sanno distinguersi. Proviamo ad intercettare le persone migliori senza distinzioni, motivo per cui non è detto che la prevalenza femminile si confermi ogni anno”. Ciò dimostra che il contesto non è discriminatorio e comprova le conclusioni di tutti quei diversi studi che, da tempo, fanno emergere che, quando si parla di sostenibilità, le donne tendono ad avere una certa sensibilità e proattività.
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Conciliare vita e lavoro
Nel corso della nostra conversazione Sara non parla solo di carriera (anzi!), ma, al contrario, tratta anche il tema della conciliazione tra vita e lavoro, essenziale per le donne che vogliono esprimersi liberamente. “Nel mio percorso ha contato molto il fatto di essere circondata da persone animate da amore, rispetto e sostegno. Senza di loro non potrei fare nulla di tutto questo” ci confessa aggiungendo come, a suo parere, il mondo non sia abituato all’uomo che supporta la donna. Secondo Capuzzo però le donne a riguardo hanno anche una marcia in più nel cercare di garantire questo diritto a tutti. “Capitano situazioni in cui è fondamentale fare una riunione ma magari il collega fa sapere di avere la sovrapposizione con un impegno familiare. Allora l’incontro può diventare una telefonata, una call a distanza o si sposta l’appuntamento in un orario compatibile. Credo che sia una cosa tipica della sensibilità femminile il fare salti mortali per far sì che venga salvaguardata la sfera familiare anche delle persone con cui lavoriamo”.
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Sogni e progetti futuri
A chi ha saputo vedere nel futuro non potevamo non fare un’ultima domanda sui sogni. Guardando al domani, Sara sogna per ènostra di “soddisfare la domanda di energia delle decine di migliaia di soci con energia autoprodotta, di confezionare ulteriori servizi abilitando le comunità energetiche rinnovabili e i prosumer a nuovi mercati e di attivare meccanismi di solidarietà verso i consumatori vulnerabili“. Il suo desiderio personale? Lo lasceremo riservato, avendo già svelato molto di questa donna poderosa e letteralmente ricca di energia rinnovabile.
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