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giovedì, Novembre 14, 2024

Fondo nuove competenze, una formazione “circolare” per cambiare paradigma

Il nostro magazine apre la riflessione sulla necessità di una offerta formativa adeguata alle sfide che abbiamo davanti. E lancia il catalogo di corsi “Training 4 Change” in collaborazione con Sinergie

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Redazione EconomiaCircolare.com

Fondo nuove competenze: persone, saperi, sostenibilità” è il titolo dell’incontro organizzato il 28 novembre da EconomiaCircolare.com e dall’ente accreditato di formazione e organismo di ricerca Sinergie per riflettere sull’opportunità rappresentata dal recente stanziamento di un miliardo di euro per la seconda edizione del Fondo.

Le risorse arrivano da programma di ripresa post-pandemia React EU e in questo secondo ciclo focalizzano l’attenzione su attività di formazione in grado di sostenere lavoratori e imprese nella doppia sfida della cosiddetta transizione ecologica e digitale.

Al dibattito, coordinato dal direttore editoriale del nostro magazine Raffaele Lupoli, hanno preso parte Francesca Cappellaro, ricercatrice di Enea sull’economia circolare (SSPT-SEC), il responsabile per l’economia circolare di Cgil Gianni Di Cesare, il professor Tommaso Salvatori, direttore dell’università ISIA Roma Design, la direttrice di Sinergie Speranza Boccafogli e la responsabile formazione di EconomiaCircolare.com Laura Greco.

Training 4 Change: il catalogo corsi di EconomiaCircolare.com e Sinergie

“Il Fondo nuove competenze è un’opportunità unica perché attiva la possibilità di mettere in campo un’attività formativa effettivamente utile al cambio di paradigma necessario ad affrontare la crisi climatica e ambientale, sostenendo il passaggio a una nuova economia e mettendo in campo quella che l’Europa stessa definisce transizione giusta” spiega Laura Greco, responsabile formazione di EconomiaCircolare.com. “L’economia circolare è una importante chiave di lettura di questo processo e sarà al centro della proposta formativa del catalogo dei corsi messo a punto da Sinergie ed EconomiaCircolare.com: il programma, intitolato ‘Training 4 Change’ prevede una serie di attività formative volte a trasmettere e rafforzare competenze trasversali, cui si aggiungeranno proposte di approfondimento verticale su singoli temi o dedicati specificamente alle diverse filiere”.

Il catalogo dei corsi Training 4 Change è dunque un work in progress che si evolverà alla luce del confronto con i destinatari della formazione e con il contributo dei diversi partner del progetto, tra cui l’università pubblica ISIA Roma Design e la app Junker. “Training 4 Change – chiarisce infatti Speranza Boccafogli, direttrice di Sinergie – non è semplicemente un contenitore di corsi ‘on demand’, ma la proposta di un percorso che le imprese possono avviare insieme a Sinergie e a EconomoniaCircolare.com, sia per adattare il percorso alle specifiche esigenze formative sia per costruire percorsi di affiancamento di più ampio respiro. Un percorso comune partito dalla consapevolezza che solo attraverso i processi formativi è possibile generare i cambiamenti sociali necessari per costruire un Paese più sostenibile, inclusivo e capace di innovarsi ed innovare”.

SCARICA IL CATALOGO CORSI DI TRAINING 4 CHANGE

Ancora troppi squilibri nella formazione continua

Come rileva l’Inapp (l’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche), la formazione continua latita ancora al Sud e tra le piccole imprese e sul fronte della sostenibilità ambientale meno di un terzo del totale delle aziende ha attivato percorsi formativi (anche se più della metà ha intenzione di farlo a breve). D’altro canto lo scorso anno soltanto il 9,9 per cento degli adulti tra i 25 e i 64 anni, in Italia, ha partecipato ad attività formative: poco meno della media europea, che si attesta al 10,8%, ma ancora lontano sia dall’obiettivo attuale del 15% fissato dall’Ue, sia da quelli del 47% al 2025 e del 60% al 2030.

Eppure la necessità di puntare massicciamente sulla formazione, in particolare nel campo della sostenibilità e della circolarità, è un’evidenza ormai assodata. “Dalle nostre rilevazioni emergono ancora delle carenze sul piano della consapevolezza rispetto all’importanza di strumenti come ad esempio l’ecoprogettazione o il Life cycle assessment, soprattutto nelle piccole e medie imprese” spiega Francesca Cappellaro di Enea. “A livello di offerta formativa, poi, non vi è un’ampia disponibilità di corsi in grado di trasferire queste competenze e dall’altro lato nel management delle imprese è ancora poco diffusa la consapevolezza delle potenzialità che può sprigionare una formazione di questo tipo, anche sotto il profilo di una possibile nuova organizzazione dell’azienda in ottica circolare. Compliance normativa, standard come le norme UNI ISO, finanziamenti e incentivi di settore, strumenti come l’ecodesign, gli aspetti legati alla transizione energetica: questi sono solo alcuni dei temi che necessitano di una maggiore consapevolezza anche grazie alla formazione continua. Per una vera innovazione a livello aziendale e di sistema, oltre allo scambio tra stakeholder, come quello che mettiamo in campo con la piattaforma ICESP, servono percorsi specifici di accompagnamento che puntino a una crescita delle competenze interne all’azienda”.

Leggi anche: Cambiare la formazione per cambiare il paradigma: leggi il nostro Speciale

Competenze chiave per il cambiamento

In questo quadro, il protagonismo di lavoratrici e lavoratori è essenziale, così come è centrale il ruolo del sindacato, anche nel contribuire a selezionale una proposta formativa all’altezza delle sfide che abbiamo davanti. “Nei luoghi di lavoro si è perfettamente a conoscenza dei bisogni formativi legati alla transizione ecologica e alla circolarità – chiarisce Gianni Di Cesare di CGIL –: il processo che si apre con questa sessione del Fondo nuove competenze è di grande importanza e non è retorica dire che siamo di fronte a un cambio epocale. Il punto delicato di questa fase operativa è che gli enti di formazione dovranno essere davvero pronti a fare questo salto, altrimenti il rischio è che non ci siano formatori  all’altezza della sfida. Gli strumenti della contrattazione possono aiutare molto a favorire un processo che determini una adeguata qualità dell’offerta, che tenga conto tra l’altro di una concezione corretta di economia circolare, non centrata soltanto sui rifiuti ma su tutte le economie che può generare ad esempio la manutenzione, il disassemblaggio, la riparabilità o il riuso”.

Una formazione che però non deve essere né meramente nozionistica né troppo parcellizzata, ma va vissuta, come spiega il direttore di Isa Roma Design Tommaso Salvatori, come un’esperienza sistemica. “Noi dobbiamo progettare i nostri territori in chiave di conservazione ma anche di valorizzazione intelligente e di ecoinnovazione. Il design dei sistemi per noi è ormai un caposaldo e la sostenibilità, ambientale e non solo, è e deve essere trasversale a ogni attività di ricerca e progettazione. Questo processo va esercitato in dialogo stretto con il mondo delle imprese che, come verifichiamo dal nostro osservatorio, vive sulla sua pelle il cambio di paradigma in corso e sente forte l’esigenza di disporre delle informazioni e degli strumenti necessari ad affrontarlo con successo”.

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Tempi e modi del Fondo nuove competenze

A garanzia dell’efficacia e della qualità dei percorsi formativi, questa nuova edizione del Fondo nuove competenze prevede il pieno coinvolgimento dei Fondi interprofessionali, che entro il 3 dicembre devono manifestare il proprio interesse a partecipare, finanziando i progetti formativi dei datori di lavoro aderenti.

Per attivare l’adesione al fondo è necessario sottoscrivere entro il 31 dicembre 2022 l’accordo sindacale per la rimodulazione dell’orario di lavoro, mentre le istanze andranno presentate attraverso la piattaforma informatica MyANPAL a partire dalle ore 11 del 13 dicembre 2022 e fino al 28 febbraio 2023, tenendo conto che lo sportello potrebbe chiudere anticipatamente per esaurimento delle risorse.

A gestire le istanze sarà quindi l’Anpal, l’Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro, con il supporto di Anpal Servizi e con la collaborazione dell’Inps per le verifiche e le erogazioni finanziarie.

I progetti formativi dovranno prevedere per ciascun lavoratore coinvolto una durata minima di 40 ore e massima di 200 ore. Il contributo massimo complessivo riconoscibile per ciascuna istanza non potrà eccedere i 10 milioni di euro. Il datore di lavoro ammesso a contributo, che copre il 60% del costo retributivo e il 100% del costo contributivo, potrà richiedere un’anticipazione nel limite del 40% del contributo concesso, previa presentazione di una fidejussione.

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