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venerdì, Novembre 15, 2024

L’igiene mestruale non deve essere un lusso: combatterne gli ostacoli, con un occhio all’ambiente

Rimborsi e sussidi per l'acquisto di coppette mestruali e assorbenti riutilizzabili, la Francia apre ad una misura per combattere la precarietà mestruale che punta sul riutilizzo, e in Europa sono diverse le iniziative

Valeria Morelli
Valeria Morelli
Content Manager e storyteller 2.0. Fa parte del network di Eco Connection Media. Si occupa di strategie di comunicazione web, gestione social, consulenza 2.0 e redazione news e testi SEO. Per Green Factor, all’interno dell’ufficio stampa, si occupa delle relazioni istituzionali.

Dal 2024 in Francia le donne di età inferiore a 25 anni potranno ottenere il rimborso per l’acquisto di prodotti mestruali riutilizzabili come le coppette mestruali o le mutande da ciclo lavabili. Lo ha annunciato la prima ministra francese Élisabeth Borne (già ministra per la transizione ecologica) lo scorso marzo in occasione delle ricorrenze legate alla Giornata internazionale dei diritti delle donne.

Come riportato da Le Monde la ministra ha commentato la misura, sottolineando l’ingiustizia quotidiana della precarietà mestruale che colpisce troppe donne: “è impensabile che le donne non possano avere le tutele di cui hanno bisogno”.

La misura, frutto della mobilitazione delle associazioni femministe, rientra in un programma più ampio per combattere la precarité menstruelle o povertà mestruale, ovvero l’impossibilità per alcune donne di acquistare prodotti per il ciclo come assorbenti e tamponi e ha colpito particolarmente non solo per la finalità sociale ma anche perché propone una soluzione in linea con la sostenibilità ambientale. Come strumento per combattere il problema, infatti, si incentivano soluzioni più ecosostenibili in termini di riduzione dei rifiuti. Ma per quanto ci siano indubbiamente dei vantaggi da un punto di vista sociale e ambientale, è lecito chiedersi quanto soluzioni come queste volte alla sostenibilità siano accessibili a tutte e tutti e incentivino il libero accesso delle persone con mestruazioni ai dispositivi igienici di cui necessitano: basti pensare a persone con disabilità o a chi vive in condizioni di disagio o povertà e non ha facile accesso all’acqua.

Il caso della Francia è solo una delle diverse misure che si stanno adottando a macchia di leopardo in diversi punti d’Europa a tutela delle donne e per combattere la precarietà mestruale. Ma di cosa stiamo parlando esattamente?

Che cos’è la precarietà mestruale?

La povertà mestruale, o precarietà mestruale è l’espressione con cui si descrive l’impossibilità o la difficoltà per alcune donne di acquistare prodotti igienici come tamponi, assorbenti e coppette mestruali. Si tratta di un problema diffuso nei Paesi più poveri, ma presente anche in contesti più ricchi come in Europa: secondo uno studio del 2021 in Francia 1 donna su 3 ha già dovuto scegliere tra un pacco di assorbenti e un pacco di pasta.

La povertà mestruale è un fenomeno ancora poco conosciuto ma che grava pesantemente sulla vita di milioni di donne. Le conseguenze della povertà mestruale possono essere gravi. Oltre a costringere le donne a ricorrere a metodi inadeguati e poco igienici per contenere le perdite di flusso, può portare all’assenteismo scolastico ma anche a quello lavorativo, con impatti a lungo termine.

Secondo quanto registrato dall’UNICEF, la mancanza o la riduzione all’accesso dei prodotti per l’igiene, unita a una stigmatizzazione sociale, comporta limitazioni alla partecipazione a scuola, al lavoro e anche alle attività sociali durante il periodo mestruale. Con differenze (e situazioni ancora più gravi) a seconda delle caratteristiche geografiche, socioeconomiche e individuali.

Nel Regno Unito, ad esempio, si parla proprio di period poverty, povertà legata al ciclo che fa sì che molte studentesse saltino la scuola durante le mestruazioni perché non possono permettersi di pagare i prodotti sanitari per poter uscire serenamente di casa.

Esempi simili si possono però fare in diversi paesi del vecchio continente come anche negli Stati Uniti.

In media, in base ai dati diffusi dall’UNICEF del 2022, “la mancata partecipazione è stata più elevata tra le ragazze e le donne più giovani: il 15% delle ragazze in Burkina Faso, il 20% in Costa d’Avorio e il 23% in Nigeria hanno saltato la scuola negli ultimi 12 mesi a causa delle mestruazioni.

Più della metà delle donne in Bangladesh e più di due terzi in Nepal hanno dichiarato di non partecipare alle attività quotidiane durante le mestruazioni. In Ciad e nella Repubblica Centrafricana, una su tre ha dichiarato di non parteciparvi”.

Che cosa possono fare gli Stati per combattere la povertà mestruale

Considerato che le soluzioni non possono essere affidate al libero mercato o relegando le soluzioni tampone alla sola beneficenza (con le onlus che solitamente nell’elenco dei prodotti delle spese sospese inseriscono non a caso anche gli assorbenti), a rispondere adeguatamente dovrebbero essere gli Stati. Affrontarlo dovrebbe essere una priorità per molti governi se vogliono garantire pari opportunità e una piena partecipazione femminile alla vita sociale.

Tra le misure adottabili (o che già sono state previste in alcuni Paesi) vi sono:

  • Rimborsi e sussidi per l’acquisto di coppette mestruali e assorbenti riutilizzabili, come in Francia. Come funziona il modello francese? Le ragazze dovranno anticipare la spesa in farmacia ma senza prescrizione medica. Successivamente potranno richiedere il rimborso tramite un portale dedicato, allegando lo scontrino di acquisto.

Il rimborso coprirà fino al 100% del costo di acquisto di coppette, slip mestruali e assorbenti lavabili. L’importo massimo che potrà essere chiesto indietro sarà di 25 euro. In base agli attuali prezzi di mercato in Italia, una mutanda mestruale costa circa 10-15 euro a paio, una coppetta indicativamente dai 12 ai 28 euro, un assorbente lavabile dai 6 ai 15 euro. Considerato i cambi e i lavaggi, probabilmente, 25 euro potrebbero non essere sufficienti ma sicuramente potranno essere un aiuto concreto, anche a scoprire prodotti ecosostenibili.

  • Distribuzione gratuita di prodotti mestruali nelle scuole, università, centri giovanili.

Se il provvedimento sui prodotti riutilizzabili farà della Francia uno dei primi Paesi al mondo a introdurre misure che al contempo consentano di combattere la poverty period e di promuovere comportamenti che incentivino la riduzione dei rifiuti, c’è da dire che questo non è la prima disposizione dei cugini d’oltralpe per andare incontro alla precarité menstruelle. Infatti il governo francese aveva già in passato lavorato per mettere a disposizione i fondi necessari per installare 1.500 dispenser gratuiti di protezioni igieniche nei campus universitari oltre che ad aver progressivamente abbattuto l’IVA (su cui vi diremo nei prossimi punti).

  • Distribuzione di assorbenti e altri prodotti per l’igiene intima alle fasce meno abbienti della popolazione.

Il problema purtroppo non riguarda solamente le donne in giovane età. A rendersene conto è ad esempio la Scozia ove da metà agosto 2022 si possono ottenere mensilmente gratis i prodotti necessari per il ciclo mestruale presso farmacie, centri di aggregazione sociale e centri giovanili, oltre che in scuole e università ove la misura era già preesistente.

Oltre che come misura a sostegno di chi non possa permettersi assorbenti e tamponi, la disposizione ha anche l’obiettivo di combattere lo stigma sociale che fa sì che molte giovani provino imbarazzo nell’acquistare i prodotti per il ciclo, come racconta il Post.

  • Esenzione dalla “tampon tax”, ovvero l’IVA su coppette, assorbenti e tamponi. Molti Paesi hanno già ridotto l’aliquota al 5-10% su tali categorie di prodotti. In Italia la normativa in primis riguardò i prodotti ecosostenibili (con l’Iva scesa al 5%) e successivamente è stata estesa anche a quelli ordinari, pur rimanendo al 10%. Pensate che i rasoi da barba hanno l’iva al 4% perché sono ritenuti beni di prima necessità…

In Europa i paesi che hanno abbassato la tassazione su assorbenti e tamponi sono ben 16   con la Germania che è scesa al 7%, il Belgio al 6%, la Francia a 5,5%, il Regno Unito al 5%. A far meglio di tutti l’Irlanda che dal 2006 ha completamente azzerato l’imposta sul valore aggiunto.

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L’importanza dell’educazione all’igiene mestruale

Programmi di educazione all’igiene mestruale, per promuovere l’uso di prodotti più sicuri e sani rientrano tra le misure da prendere soprattutto, come ha ricordato anche l’UNICEF nella Giornata dell’Igiene Mestruale 2022, nelle zone rurali dei Paesi in via di sviluppo.

Come sottolineato dall’organizzazione internazionale, “stigmatizzazione, povertà e mancanza di accesso ai servizi di base, come i servizi igienici e l’acqua, fanno sì che le esigenze di salute e igiene mestruale non siano soddisfatte e che aumenti il rischio di infezioni per le donne e le ragazze”. Queste sfide sono particolarmente acute tra i più poveri, i rifugiati e le persone con disabilità.

Molte ragazze, inoltre, sottolinea l’UNICEF, non conoscono le mestruazioni prima del loro primo flusso mestruale e in molte la prima reazione è quella di essere sconvolte, spaventate o di piangere durante la prima comparsa.

Emanciparsi e ridurre i rischi sanitari

Non è quindi una questione solamente legata all’età sebbene le adolescenti risultino particolarmente colpite in diverse zone. L’impossibilità di disporre di prodotti per l’igiene mestruale come necessario secondo le normali esigenze di salute e igieniche può diventare un ostacolo alla vita di numerose donne.

“La gestione della salute e dell’igiene mestruale, se disponibile per tutti, può aiutare a smantellare le barriere e a sostenere le ragazze adolescenti a diventare donne sane, istruite ed emancipate”, ha dichiarato nel 2022 Kelly Ann Naylor, direttrice dell’UNICEF per l’acqua e i servizi igienico-sanitari e per il Clima, l’ambiente, l’energia e la riduzione del rischio di disastri. “Eppure, fino a poco tempo fa, si è prestata poca attenzione alla definizione, al monitoraggio e agli investimenti sulla salute mestruale”.

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Obiettivo: far diventare le mestruazioni un fatto normale entro il 2030

Rendere le mestruazioni un fatto normale della vita è lo scopo con cui è stato istituito il Menstrual Hygiene Day che si celebra ogni 28 maggio per impegnare i governi a rompere i tabù e a lavorare per porre fine allo stigma delle mestruazioni che causa discriminazioni o esclusioni dalle normali attività quotidiane a molte donne e ragazze. L’obiettivo affinché alle donne non venga impedito – per questioni culturali o per mancanza di risorse – di lavorare, studiare e di prendere parte alla vita sociale a causa del ciclo secondo i promotori della campagna può e deve essere raggiunto entro il 2030.

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