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giovedì, Novembre 14, 2024

Perché una borraccia salva l’ambiente e anche il tuo portafoglio

Nonostante la buona qualità dell'acqua in rubinetto, l'Italia è al primo posto in Europa per consumo di bottiglie di plastica. Ma si intravedono segnali di miglioramento: nell'ultimo anno le vendite di borracce sono aumentate del 20% rispetto al 2018. Scopri tutti i vantaggi di una borraccia

Caterina Ambrosini
Caterina Ambrosini
Laureata in Gestione dell’ambiente e delle risorse naturali presso la Vrije Universiteit di Amsterdam con specializzazione in Biodiversità e valutazione dei servizi forniti dall'ecosistema. Da inizio 2020, collabora con l’Atlante Italiano dell’Economia Circolare nel lavoro di mappatura delle realtà nazionali e nella creazione di contenuti.

Quanti di noi comprano casse su casse di acqua minerale pensando sia una scelta più salutare rispetto a quella del rubinetto? Quante volte fuori casa abbiamo sete e ci fermiamo al bar per acquistare acqua in bottiglia? Queste sono abitudini che dobbiamo e possiamo cambiare.

L’Italia è al primo posto in Europa e tra i primi tre nel mondo per consumo di acqua in bottiglia. Le vendite totali di acqua minerale imbottigliata hanno raggiunto i 10 miliardi di bottiglie nel 2019, dato raddoppiato rispetto a 10 anni fa. Tuttavia, l’acqua che sgorga dai nostri rubinetti non solo è riconosciuta come quinta per qualità in Europa, ma ha anche un costo 10 volte più basso rispetto a quello dell’acqua imbottigliata. La qualità dell’acqua in Italia risulta buona poiché l’85% delle fonti sono sotterranee. Un altro paradosso sta nel fatto che la quota più importante, ovvero il 71%, dei consumi di acqua in bottiglia riguarda l’acqua naturale, tipologia che possiamo reperire di qualità direttamente nelle nostre case (ci sono alcune eccezioni nel territorio nazionale).

Per risparmiare enormi quantità di plastica al pianeta e mantenere qualche soldo nelle nostre tasche, quando ci troviamo fuori casa possiamo utilizzare la borraccia. In Italia, le vendite di borracce sono aumentate del 20% nel 2019 rispetto al 2018. Secondo un sondaggio di Euromedia Research per Unione Nazionale Consumatori, il 61,6 per cento del campione intervistato utilizza la borraccia per tutelare l’ambiente. Nel 2019, molti atenei italiani hanno mandato un segnale importante a sostegno della lotta all’acqua imbottigliata distribuendo agli studenti borracce brandizzate.

Solo vantaggi

Molti sono i vantaggi che si hanno dall’utilizzo della borraccia. Per prima cosa sono più igieniche delle bottiglie in PET e non alterano il sapore dei liquidi. Per i più maldestri, la borraccia resiste a urti e cadute. Inoltre, le borracce termiche sono vantaggiose per tutti coloro che vogliono avere sempre a portata di mano una bevanda calda o fredda: i liquidi sono mantenuti caldi fino a 12 ore e freddi fino a 18 ore.

Se acquistiamo borracce di qualità e certificate, oltre ad avere un prodotto duraturo, non avremo problemi di presenza di bisfenolo A, sostanza nociva spesso presente in molti tipi di contenitore. Nel caso in cui portarsi dietro una borraccia piena d’acqua risulti troppo ingombrante, c’è sempre l’alternativa dei bicchieri richiudibili e tascabili che possiamo comodamente riempire con acqua fresca che sgorga dalle numerose fontanelle presenti in quasi tutte le città italiane. Esiste sempre un’alternativa migliore delle bottiglie di plastica.

Oppure no?

A noi di EconomiaCircolare non piacciono le semplificazioni. Per cui, pur sentendo l’esigenza di prendere posizione, riportiamo anche i possibili aspetti negativi di un uso inflazionistico di questi contenitori. Ha fatto discutere, ad esempio, una ricerca – resa nota a giugno – condotta dal Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive dell’università La Sapienza di Roma e promossa da Fondazione Acqua. «La ricerca è la prima del suo genere perché quelle precedenti non avevano studiato in maniera completa la possibile cessione all’acqua degli elementi chimici contenuti nella borraccia di metallo», ha spiegato Matteo Vitali, curatore della ricerca.

Per effettuare lo studio l’università romana ha acquistato 20 tipologie di borracce comuni di plastica, alluminio e acciaio, che poi ha utilizzato come si fa nell’uso comune, cioè riempiendole e svuotandole di acqua, per quattro settimane di seguito. E’ emerso che le borracce in metallo (alluminio e acciaio) rilascerebbero nell’acqua quantità ai limiti di legge di metalli. Intendiamoci: nessun caso di sforamento ma, se consideriamo che l’acqua di rubinetto ha spesso con sé presenza di metalli, il rischio di una somma tra le due quantità diventa effettivo.

Un altro aspetto emerso dallo studio è la non piena conformità delle borracce analizzate ai regolamenti europei e alle norme nazionali. Le borracce infatti, nell’ottica del mantenimento delle caratteristiche organolettiche e nutrizionali dell’acqua e di sicurezza igienico-sanitaria del consumatore, dovrebbero recare il marchio CE. Non tutte, però, avevano il simbolo previsto o le indicazioni di impiego ed elementi utili per la loro identificazione ai fini della necessaria rintracciabilità, un fatto che potrebbe renderle inadatte alla vendita sul mercato.

© Riproduzione riservata

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