Nel 2019 la carta e il cartone raccolti in maniera differenziata e riciclati in Italia hanno superato la soglia delle 3,5 milioni di tonnellate, 102mila tonnellate in più rispetto al 2018. Una quantità mai raggiunta prima a cui ogni italiano ha contribuito raccogliendo 57,7 chilogrammi pro-capite in un anno, rendendo l’incidenza della raccolta differenziata della frazione sul totale dei rifiuti urbani pari al 11,3%. Parliamo di cifre importanti e in aumento soprattutto grazie alla spinta delle regioni meridionali, +8,5% rispetto al 2018, con la Sicilia a trainare questo incremento. Non possiamo fermarci alla fase di riciclo per gridare vittoria dei risultati raggiunti, ma in un’ottica di economia circolare è importante che carta e cartone vengano anche reimmessi sul mercato come materia prima seconda. Per spingere il riutilizzo e una nuova valorizzazione, è arrivato a sostegno il nuovo regolamento End of Waste del Ministero dell’Ambiente che disciplina la cessazione di qualifica di rifiuto della frazione di carte e cartone. Un tassello importante a sostegno della circolarità e della valorizzazione dei rifiuti che va ad aggiungersi alla famiglia End of Waste dopo le norme su rifiuti da prodotti assorbenti per la persona e pneumatici fuori uso.
La situazione carta in Italia
Dall’ultimo Rapporto Comieco (consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica), nel 2019 la produzione cartaria italiana è stata di quasi 9 milioni di tonnellate. Con poco più della metà della produzione rappresentata da imballaggi (4,6 milioni), si conferma il decennale trend negativo di produzione di carta grafica dovuto anche all’avvento della digitalizzazione nel settore dell’editoria e dell’archiviazione. Al contrario, con l’impennata dell’e-commerce sono aumentati gli imballaggi per il trasporto di ciò che ordiniamo online: secondo l’Istituto Italiano Imballaggio il 92% degli ordini viaggia in imballaggi di cartone ondulato. In questo nuovo scenario creato dall’avvento del commercio online, Comieco riflette sulla necessità di sviluppare soluzioni di produzione e recupero degli imballaggi più sostenibile. In Italia, circa 4 milioni di tonnellate di imballaggi cellulosici sono riciclati dei 4,9 immessi al consumo. Questo dato indica come il Paese abbia già ampiamente superato l’obiettivo di riciclo di imballaggi di carta e cartone definito dalle Direttiva 2018/852/CE per il 2025, pari al 75%. Lo aveva già raggiunto nel lontano 2009, a dimostrazione che da anni l’Italia punta sui processi di riciclo di questa frazione di rifiuto. Nonostante ciò, il 2019 ha mostrato un mercato della carta da riciclo molto debole, con conseguenze negative sui prezzi anche delle tipologie più pregiate.
Non chiamatelo rifiuto
La filiera cartaria può essere presa come buon esempio della spinta all’economia circolare e alla valorizzazione dei materiali in Italia. Il tasso di circolarità del settore è pari quasi al 60%, vale a dire che poco più della metà della produzione cartaria nazionale utilizza fibre da riciclo. E ora con il nuovo regolamento End of Waste di carta e cartone si prevede un ulteriore passo in avanti nella valorizzazione del potenziale di questa frazione. Da rifiuto a risorsa: si mette la parola fine alla denominazione di rifiuto per i materiali risultanti dal trattamento di carta e cartone con lo scopo di facilitare il loro utilizzo per altri scopi e supportare la creazione di un nuovo mercato di materia prima seconda a cui poter attingere. Secondo il ministro dell’Ambiente Sergio Costa questo rappresenta un punto fondamentale. “Una società del riciclo e del recupero – ha dichiarato il ministro – diventa tale nel momento in cui i materiali possono essere reintrodotti sul mercato ed essere in grado di competere con le materie prime vergini, consentendo una riduzione del consumo di risorse naturali e materie prime, e la riduzione del quantitativo di rifiuti da destinare allo smaltimento”. La carta da macero può avere diverse applicazioni e può essere riutilizzata come materia prima nella manifattura di carta e cartone dall’industria cartaria e da tutte quelle industrie che fanno riferimento alla norma UNI EN 643 (definisce le qualità di carta e cartone da riciclare utilizzati come materia prima per il riciclaggio nella manifattura di prodotti di carta e cartone nell’industria cartaria). La qualità della raccolta gioca un ruolo fondamentale per la fase di riciclo del rifiuto e il conseguente riutilizzo. L’Italia se la cava bene per quanto riguarda la presenza di contaminanti nelle raccolte: 2,62% di frazioni estranee su un parametro di qualità del 3% per quanto riguarda la raccolta di carta e cartone delle famiglie, e 0,62% per la raccolta di imballaggi presso le attività commerciali (parametro qualità del 1,5%). Migliore la filiera sin dalla fase di raccolta è centrale per far si che si abbia un riciclo costruttivo, ovvero un processo che garantisca al materiale di non perdere valore e di risultare in una materia prima seconda con pari caratteristiche della materia prima vergine. Sarà più facile così far percepire al mercato il rifiuto come risorsa.
Dare un valore al riciclo degli imballaggi
Nel 2019 Comieco ha attivato convenzioni con 6.296 Comuni italiani e avviato a riciclo il 58% della raccolta comunale nazionale di carta e cartone. In termini di benefici delle attività di riciclo, il consorzio ha presentato il bilancio economico dei vantaggi derivanti dal riciclo degli imballaggi cellulosici gestiti. Con 1,3 milioni di tonnellate di imballaggi gestiti, nel 2019 si è registrato un risparmio di materiale primario di un milione di tonnellate e di energia primaria da attività di riciclo di oltre 15 mila terajoule. Inoltre, è stata evitata la produzione di un milione di tonnellate di CO2 equivalente. In termini economici i benefici diretti e indiretti del riciclo di imballaggi da parte di Comieco si traducono in 65 milioni di euro. In chiave circolare è importante fare una riflessione sulla valutazione economica di ciò che risulta dalle attività di riciclo, ovvero la materia prima seconda prodotta e pronta per rientrare in circolazione, valutabile in 32 milioni di euro. Questa nuova risorsa non può quindi restare inutilizzata sia per il suo valore economico che ambientale, e in quest’ottica il decreto end of waste è cruciale nella spinta al suo consumo come fonte di approvvigionamento primaria della filiera cartaria.
Articoli e allegati dell’end of waste
Ma cosa troviamo all’interno del regolamento? L’end of waste di carta e cartone definisce gli ambiti di applicazione della norma, i criteri per definire la fine della qualifica di rifiuto (con riferimento alla norma europea UNI EN 643) e gli scopi per l’utilizzabilità della carta e cartone recuperati. Inoltre il regolamento presenta il modello della dichiarazione di conformità (DDC) che riporta l’anagrafica del produttore così come le dichiarazioni dello stesso riguardo le caratteristiche della carta e cartone recuperati.
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