mercoledì, Dicembre 3, 2025

“Riciclo e gestione dei rifiuti in UE non danno un contributo sostanziale alla riduzione delle emissioni”

Secondo uno studio del JRC e dell'Università tecnica della Danimarca, la gestione dei rifiuti garantisce oggi un risparmio del’1% del totale delle emissioni climalteranti europee: “Servono i maggiori sforzi per ridurre l'errato conferimento dei rifiuti riciclabili nei rifiuti misti”

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Redazione EconomiaCircolare.com

Quello europeo è forse il sistema di gestione dei rifiuti più efficiente al mondo. Eppure “non contribuisce in modo sostanziale alla mitigazione dei cambiamenti climatici”. Quelli che in questi giorni sono al centro delle trattative della COP30 in Brasile.

Oggi infatti la gestione dei rifiuti “riduce le emissioni annuali di gas serra (GHG) dell’Unione europea di circa l’1%, in contrasto con la gestione dei rifiuti a livello globale, che è invece un emettitore netto”. Lo afferma lo studio (“Valutazione completa degli impatti ambientali ed economici dell’intero sistema di gestione dei rifiuti dell’UE“) frutto di una collaborazione tra il Centro comune di ricerca della Commissione europea (JRC -Joint Research Center) e l’Università tecnica della Danimarca. Nel quale si afferma che “esiste un potenziale di miglioramento elevato e in gran parte inutilizzato per ridurre in modo significativo le emissioni di gas a effetto serra e i costi sociali, migliorando al contempo la sicurezza economica”.

Lo studio prende in considerazione tutti i flussi di rifiuti, raggruppati in 16 categorie omogenee (ad esempio, le categorie associate ai metalli (ad esempio acciaio, alluminio, metalli misti) sono state consolidate in un gruppo di rifiuti denominato “rifiuti metallici”, mentre le categorie legate all’elettronica (ad esempio batterie, accumulatori, apparecchiature dismesse) sono state raggruppate in “rifiuti elettronici”). E applica la valutazione del ciclo di vita (LCA) e il calcolo dei costi del ciclo di vita (LCC). Quantifica l’impatto ambientale in 16 categorie (ad esempio, cambiamenti climatici, particolato, riduzione dell’ozono) e i costi economici legati al trattamento e allo smaltimento.

Secondo gli autori e le autrici Occorre prestare particolare attenzione “alla riduzione dell’allocazione errata dei rifiuti misti, concentrandosi sul miglioramento della raccolta e della selezione di plastica, tessuti e rifiuti biologici. Anche i rifiuti minerali e i fanghi richiedono un’attenzione mirata”.

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Indifferenziato piglia tutto

Lo studio ricorda infatti come, complessivamente, la quantità di rifiuti differenziati a livello domestico “è molto inferiore a quella effettivamente prodotta. In altre parole, molti materiali riciclabili non vengono correttamente differenziati e raccolti”. Tra gli esempi citati nel report, i rifiuti di plastica: le statistiche monitorano solo il riciclaggio degli imballaggi, di cui attualmente il 41 % viene raccolto separatamente e inviato al riciclaggio. E poi altri flussi come il tessile: circa il 22 % dei rifiuti tessili post-consumo viene raccolto separatamente e inviato al riciclaggio. E l’organico: meno della metà dei rifiuti organici prodotti nel 2017 nell’UE è stata raccolta separatamente e inviata al riciclaggio.

Le emissioni evitate

Lo studio ha rilevato che la gestione dei rifiuti nell’UE consente di risparmiare 17 kg di CO2-equivalente per ogni tonnellata di rifiuti gestiti, ovvero circa 34 milioni di tonnellate di CO2-eq all’anno. Si tratta di un risparmio pari solo all’1% rispetto alle emissioni totali annuali di gas serra dell’economia dell’UE (circa 3800 milioni di tonnellate di CO2-eq nel 2020). Non sarà tanto, ma nel resto del mondo, “dove la gestione dei rifiuti comporta emissioni nette di gas serra”, le cose vanno molto peggio. A titolo di confronto, l’ONU stima che ogni tonnellata di rifiuti urbani gestiti a livello globale produca circa 250 kg di CO2-eq.

Nell’analisi sono state utilizzate LCA e LCC per tenere conto degli impatti e dei costi durante l’intero ciclo di vita dei rifiuti. Come si considerano i vantaggi climatici? “Quando i rifiuti vengono riciclati, si produce nuovo materiale che sostituisce i materiali vergini, che altrimenti verrebbero estratti e prodotti. Ciò si traduce in risparmi ambientali (ad esempio, gas serra) e risparmi sui costi (ricavi dalla vendita dei materiali). Allo stesso modo, quando i rifiuti vengono utilizzati per produrre energia, si ottengono risparmi ambientali e sui costi”, spiegano JRC e Università tecnica della Danimarca.

Che evidenziano come la larghissima parte della riduzione delle emissioni nell’UE legata ai rifiuti (0,83 % sull’1% totale) è dovuto al “grande successo della gestione dei rifiuti metallici”. Ciò compensa in larga misura le emissioni derivanti dalla gestione dei principali tipi di rifiuti, quali plastica, tessili e rifiuti biologici, “il cui tasso di riciclaggio è relativamente basso, poiché spesso finiscono nei rifiuti misti, che contribuiscono in modo significativo alle emissioni”. Per questo, secondo lo studio, “mentre la gestione dei metalli consente di ridurre le emissioni, la gestione di altri tipi di rifiuti necessita di miglioramenti mirati”.

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I costi della gestione dei rifiuti

Dal punto di vista dei costi, la gestione di tutti i flussi di rifiuti “comporta costi sociali netti, ad eccezione dei metalli”, come abbiamo visto. Lo studio rileva che il costo del sistema di gestione dei rifiuti – comprensivo dei costi interni, relativi alle diverse fasi della gestione dei rifiuti, e dei costi ambientali esterni, monetizzati – è pari in Europa a 68 euro per tonnellata di rifiuti gestiti.  Per un totale di 136 miliardi di EUR all’anno o 304 euro per cittadino. Ciò significa “che la gestione dei rifiuti nell’UE è ancora lontana dal raggiungere un beneficio netto positivo: il valore sociale ricavato dai rifiuti non compensa i costi sociali sostenuti per la loro gestione. Gli unici materiali per i quali si ottiene un beneficio netto in termini di costi sociali sono i metalli”.  A titolo di confronto, vengono ricordate stime ONU: secondo le Nazioni Unite i costi sociali della gestione dei rifiuti (urbani) a livello globale siano pari a circa 149 EUR per tonnellata gestita: “più del doppio dell’intero costo della gestione dei rifiuti nell’UE. Sebbene l’UE ottenga risultati migliori rispetto al resto del mondo, un sistema circolare veramente sostenibile consentirebbe di ottenere benefici netti positivi a livello sociale, poiché il materiale verrebbe reimmesso nell’economia e il suo valore mantenuto”.

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Umido e fanghi sotto osservazione

Le conclusioni dello studio, oltre a chiedere maggiore impegno per ridurre il conferimento di materiali riciclabili nell’indifferenziato, contengono anche suggerimenti relativi ai diversi flussi. Scrivono infatti gli autori che “sebbene le attuali politiche dell’UE si concentrino prevalentemente sulla plastica e sui tessuti, i nostri risultati indicano che i rifiuti biologici, i rifiuti minerali e i fanghi richiedono una rinnovata attenzione, con sforzi particolari necessari per ridurre l’errata allocazione dei rifiuti riciclabili nei rifiuti misti”. C’è poi una questione di metriche: “Il miglioramento degli standard di rendicontazione, in particolare per monitorare più accuratamente i rifiuti misti, potrebbe aiutare a identificare i modelli di errata allocazione”.

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