Mentre il movimento per il diritto alla riparazione fa sentire sempre più forte la propria voce e in Europa registra i primi successi, negli USA tornano i Worst in Show Awards, i premi per i peggior prodotti apparsi al Consumer Electronics Show (CES) che ogni anno a Las Vegas presenta le maggiori novità tecnologiche mondiali. Lanciata l’anno scorso dalla Repair Association, l’iniziativa mira a denunciare le novità tecnologiche meno sostenibili e meno attente ai diritti dei consumatori. Scelti tra diversi gruppi che si occupano di diritto alla riparazione, sicurezza, consumi sostenibili e privacy, i giudici dei Worst in Show Awards hanno selezionato il peggio dell’ultima edizione del CES appena conclusasi.
Anche quest’anno, i premi sono suddivisi in 4 categorie: riparabilità, privacy, sicurezza, impatto ambientale. E la competizione, scrivono gli organizzatori, è stata particolarmente accesa, dal momento che tantissime erano le tecnologie che “facevano a gara per essere nominate dai nostri giudici come terribilmente fuorvianti, dannose o addirittura sbagliate”.
Non aprite quel cofano
La categoria più interessante per noi di Economia Circolare è, naturalmente, quella della riparabilità, sotto la quale il premio per la peggior tecnologia è stato assegnato a Mercedes Benz Vision EQXX, un veicolo elettrico a lunga autonomia, dall’aspetto futuristico. Nella motivazione della giuria si legge che questa linea di auto è progettata in modo da impedire all’utente di aprire il cofano: la leva per aprirlo è infatti nascosta sotto un coperchietto di plastica e le istruzioni specificano che “solo il personale specializzato di un’officina specializzata autorizzata deve aprire il cofano. L’accesso da parte del cliente non è consentito”. E se l’utente insiste con il volerlo aprire, corre il rischio che gli si chiuda in testa, perché non c’è modo di tenerlo aperto.
Giudice della categoria è stato il CEO e co-fondatore di iFixit, Kyle Wiens che durante la diretta per la presentazione dei premi ha spiegato: “La prospettiva di Mercedes è che sotto il cofano non c’è nulla da fare per il proprietario della macchina, nonostante questa sia un concentrato estremamente complesso e sofisticato di diverse tecnologie e che lì sotto ci siano molte componenti meccaniche e cose come il filtro dell’aria”.
Mercedes non è sola ad avere queste cattive abitudini: è comune tra i produttori di auto elettriche la tendenza a tenere fuori l’utente dal funzionamento del veicolo ed è nota la battaglia dei consumatori contro Tesla. La difesa è sempre la stessa: un utente inesperto rischia di provocare gravi danni all’auto e a se stesso. Ma questo poteva essere vero anche quando vennero introdotte sul mercato le prime automobili a combustibile e i consumatori non avevano familiarità con i motori. Nel tempo poi le cose sono cambiate, ma il futuro sembra non voler imitare il passato. Ha commentato ancora Wiens: “Questo [prodotto] è tutto ciò che non va nel futuro. Questo è il mondo che non vogliamo. Sì, i veicoli elettrici richiedono meno manutenzione e questo è fantastico. Ma ci sarà ancora bisogno di metterci le mani”.
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Privacy e sicurezza
Per la categoria privacy il premio per il peggior prodotto, assegnato da Cindy Cohn, direttore esecutivo di Electronic Frontier Foundation, è andato a Sengled Smart Health Monitoring Light, un apparecchio che monitora la frequenza cardiaca, la temperatura corporea e altri “comportamenti”, aprendo a una serie di rischi di violazione della privacy. Cohn ha motivato la scelta con il fatto che questo prodotto sia pensato per entrare nelle nostre case: “dovremmo stare davvero attenti a tutto ciò che intende sorvegliare un intero luogo, comprese le persone che lo abitano”.
Nella categoria sicurezza, che valuta in particolare i rischi legati all’Internet delle cose, il peggior prodotto dell’anno è stato decretato il trattore agricolo completamente autonomo John Deere, un marchio che l’anno scorso si era già aggiudicato il premio per l’irreparabilità.
“Una delle cose che mi preoccupa di questo trattore, come di qualsiasi dispositivo autonomo connesso a Internet e basato su software, è che crei il potenziale per attacchi software che diventino cyber-fisici”, ha spiegato Paul Roberts, fondatore di Securepairs e giudice per la categoria.
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Tutto il peso degli NFT
Infine, per la categoria che valuta l’impatto ambientale della produzione e del ciclo di vita complessivo dei prodotti, il premio per il peggiore dell’anno va alla NFT Aggregation Platform recentemente lanciata da Samsung, una piattaforma disponibile sui modelli MicroLed, Neo QLED e The Frame che consente agli utenti di navigare e acquistare NFT direttamente dal loro televisore, aggregando diversi mercati, in modo che l’utente possa visualizzare in anteprima le opere d’arte e i metadati blockchain.
La piattaforma può essere utilizzata anche per “esporre” la propria collezione di NFT. Del devastante impatto ambientale dei Non Fungible Tokens (unità di dati conservate sul blockchain che rappresentano certificati di autenticità delle opere digitali) si sta parlando molto. Secondo una stima dell’artista e programmatore Memo Akten, una singola transazione per un NFT di media ha una un impatto di circa 48 kg di CO2, ovvero l’equivalente prodotto per dare elettricità a una famiglia europea media per 77 anni (per capire la portata di questo numero può essere utile pensare che un’auto a benzina mediamente produce 2,4 chili di CO2 per ogni litro di combustibile).
Il commento con cui il giudice della categoria Impatto Ambientale del premio, Nathan Proctor, direttore della campagna Right to Repair di U.S. PIRG, ha motivato la sua scelta, illustra la pericolosità della logica che governa gli NFT: “Le più importanti problematiche di lungo termine che l’umanità si trova ad affrontare hanno a che fare con come poter avere di meglio senza [consumare] di più. Una delle cose meravigliose dell’era digitale è che il costo marginale per copiare cose è vicino allo zero. Ma alcune persone hanno difficoltà ad accettare questo tipo di condivisione. Siamo così abituati a valorizzare la scarsità che infondiamo scarsità nel mondo digitale dove è totalmente inutile”.
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Il peggio del peggio
Ancora John Deere si aggiudica il premio della comunità, con il suo trattore autonomo che, oltre ai già citati rischi di sicurezza, è stato giudicato dal pubblico interpellato in un sondaggio online difficile da riparare senza dover ricorrere ai tecnici dell’azienda stessa. Infine, i Worst In CES Awards hanno assegnato un riconoscimento anche al peggior prodotto in assoluto, quello che presenta criticità in tutte le categorie. E il vincitore è il Lenovo Smart Clock Essential, uno smart speaker da comodino con tecnologia Alexa che ascolta tutto quello che avviene nella nostra camera da letto. E questa, a prescindere da riparabilità e impatto ambientale, davvero non sembra una buona idea…
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