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venerdì, Novembre 15, 2024

Dalla Gran Bretagna l’allarme sui vaporizzatori monouso: “Sprecano 10 tonnellate di litio all’anno”

Le sigarette elettroniche sono sempre più diffuse, viste come meno tossiche rispetto alle sigarette e più cool. Ma qual è il loro reale impatto ambientale? Uno studio inglese rivela l'enorme spreco dell'usa e getta. Mentre l'Europa si interroga su una regolamentazione del settore

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Redazione EconomiaCircolare.com

Dal Regno Unito arriva l’allarme sui vaporizzatori monouso. Entrati prepotentemente nel mercato come alternativa alle classiche sigarette, sono oggi un prodotto la cui vendita è in continuo aumento. Uno studio commissionato da Material Focus, in collaborazione con l’inglese Bureau of Investigative Journalism, rivela che ogni settimana ne vengono gettati 1,3 milioni, contribuendo in maniera significativa alle 155mila tonnellate di rifiuti elettronici che ogni anno finiscono nelle discariche del Regno di Carlo I.

I vaporizzatori contengono una serie di materiali preziosi che, una volta gettati via, sono persi per sempre. Sebbene siano ricoperti di plastica, al loro interno sono fatti da piccole ma significative quantità di litio: ogni vaporizzatore monouso ne contiene in media 0,15 g. Il conto è presto fatto: gettandone via 1,3 milioni si rinuncia – e si buttano colpevolmente e in maniera non idonea – 10 tonnellate di litio all’anno, una quantità necessaria alla costruzione di 1.200 batterie per veicoli elettrici.

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“SvapoScottish”

Scott Butler, direttore esecutivo di Material Focus, in un suo rapporto sullo studio dichiara: “Lo svapo è un fenomeno in crescita nel Regno Unito e oltre il 50% di tutti i vaporizzatori monouso venduti vengono inutilmente buttati via. Ciò significa che ogni settimana 1 milione di vaporizzatori non vengono riciclati”.

In Scozia il primo ministro Humza Yousaf sta ipotizzando il divieto di vendita dei vaporizzatori monouso, sia per ragioni ambientali che per questioni legate all’enorme diffusione tra i giovani. Un recente rapporto dello stesso governo scozzese ha rilevato infatti che il 22% di tutti i minori di 18 anni – circa 78.000 tra ragazze e ragazzi – abbiano utilizzato un vaporizzatore nell’anno precedente, e che a farne uso siano prevalentemente giovanissimi, anche al di sotto dei 14 anni.

L’analisi di Zero Waste Scotland ha stimato che lo scorso anno in Scozia sono stati disseminati fino a 2,7 milioni di vaporizzatori monouso. Lo studio stima che ci siano 543.000 utilizzatori di sigarette elettroniche in Scozia e prevede che, senza intervento, saliranno a 900.000 entro il 2027.

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Servono nuove norme sui vaporizzatori?

Ma la tendenza non è ad esclusivo appannaggio di adolescenti o poco più che bambini, d’oltre manica. L’Europa si interroga su una scelta sbagliata che ha permesso l’esplosione del largo consumo e dell’utilizzo di questo strumento da parte di minorenni. Se si guardano i dati degli ultimi due anni, nel Regno Unito il numero di ragazzi tra gli 11 e i 17 anni che hanno usato una sigaretta elettronica è quadruplicato. Più della metà dei diciassettenni in Francia ha provato lo svapo. In Italia la situazione non è da meno: dal 2014 è sostanzialmente raddoppiata la percentuale di giovani e giovanissimi che vengono iniziati al fumo a causa delle sigarette elettroniche, anche perché considerate più cool e meno nocive, situazione analoga anche in Lettonia e Romania.

A concludere il quadro ci sono anche i dati statunitensi che si aggiungono a una situazione globale: le vendite di vaporizzatori usa e getta, quasi 11,9 milioni di vaporizzatori venduti al mese, sono aumentate del 196,2% da febbraio 2020. E il dato diventa ancora più significativo se si pensa che gli americani buttano via almeno 5 vaporizzatori al secondo che finiscono in discarica, non smaltiti correttamente, e alimentando il danno ambientale.

Nuove norme per una regolamentazione che restringa e riduca la quantità di usa e getta prodotti e non smaltiti correttamente, sono al vaglio del parlamento di Bruxelles. L’abolizione totale della commercializzazione sarà difficile da ottenere, viste le enormi pressioni subite dalle lobby del tabacco. Una certa attenzione al problema – tutta da verificare – pare esserci anche dalla stessa industria del tabacco, almeno rispetto al largo consumo da parte di minori e bambini. A dichiararlo è James Murphy, direttore della ricerca e della scienza presso British American Tobacco (BAT), secondo cui la categoria è aperta a opzioni per rendere le sigarette elettroniche meno attraenti e accessibili per i giovani.

La UE è si interroga sulla possibile riscrittura delle regole, dopo una valutazione del quadro legislativo per il controllo del tabacco. Il tema principale è la salute, con politiche educative che possano portare entro il 2040 a una riduzione che porti sotto al 5% il numero di fumatori dell’Unione, oggi sono circa il 25%. Il danno ambientale provocato dal non corretto smaltimento di una sovraproduzione quasi incontrollata di vapo usa e getta è un pezzo importante di questo ragionamento.

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