Le polemiche che hanno seguito la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazione dei rifiuti radioattivi (Cnapi) hanno visto contrapporsi chi – gli enti locali e, in Parlamento, quella che era l’opposizione – ha gridato allo scandalo per una decisione piovuta dall’altro e chi, l’ex maggioranza del governo Conte, ha invece con orgoglio difeso la novità di una procedura profondamente condivisa.
Anticipando che in effetti, fino ad oggi, le grandi opere pubbliche non sono state accompagnante da un percorso così articolato di coinvolgimento dei territori, vediamo quali sono i passaggi nei quali è articolato l’iter.
Consultazione e Seminario
La pubblicazione della Cnapi risale al 5 gennaio scorso. Da quel momento si avvia la fase della consultazione pubblica: 60 giorni nei quali i portatori qualificati di interessi (cioè quei soggetti collettivi che agiscono per statuto per la tutela di un particolare interesse) possono presentare osservazioni e controdeduzioni rispetto alle ipotesi di aree fatta da Sogin nella Carta.
Entro 120 giorni dalla pubblicazione, Sogin promuove il Seminario Nazionale al quale sono invitati a partecipare proprio i portatori di interesse qualificati, con l’obiettivo di approfondire tutti gli aspetti tecnici relativi al deposito nazionale e parco tecnologico. Tra questi aspetti c’è anche, ad esempio, la rispondenza delle aree individuate “ai requisiti della Guida Tecnica n. 29” pubblicata dall’ISIN: il pilastro che indica le caratteristiche che deve avere, o non deve avere, l’area che ospiterà il deposito. E poi gli aspetti connessi alla sicurezza dei lavoratori, della popolazione e dell’ambiente e anche “i benefici economici e di sviluppo territoriale” connessi alla realizzazione del deposito del Parco tecnologico.
Leggi anche: Tutto quello che c’è da sapere sul deposito unico dei rifiuti radioattivi
Proposte di dilazione
Se le fasi sono definite, meno definite sono ad oggi le scadenze . Alla Camera, infatti, sono stati presentati diversi emendamenti al decreto Milleproroghe per posticipare i termini del procedimento.
Al di là degli emendamenti a prima firma Chiara Braga (Pd) e Rossella Muroni (LeU), Giovanni Vianello (M5S), giudicati inammissibili, due proposte di Federico Fornaro (LeU) chiedono di prolungare i tempi: quelli per l’invio delle osservazioni passerebbero da 60 a 180 giorni dopo la pubblicazione della Carta, quelli per il Seminario da 120 a 240. Una seconda proposta emendativa fa partire le scadenze non dalla pubblicazione ma dalla fine dell’emergenza sanitaria, ad oggi fissata il 30 aprile 2021 (e da eventuali proroghe).
Negli emendamenti inammissibili, oltre ad intervenire sui tempi, si cercava di allargare anche la platea dei soggetti che possono inviare contributi o partecipare al Seminario, aprendo non solo ai portatori di interessi qualificati ma a chiunque intenda partecipare.
Gli emendamenti ammissibili saranno discussi dopo lche si saranno concluse le consultazioni dei partiti col Presidente del consiglio incaricato e la formazione del nuovo governo.
Cnai, un punto di partenza
Quali che saranno i tempi stabiliti dal legislatore, dopo il Seminario Nazionale, Sogin raccoglierà, entro 63 giorno dalla conclusione del Seminario, le ulteriori osservazioni emerse, alla luce delle quali verrà redatta la Cnai-Carta nazionale delle aree idonee (“idonee” e non più “potenzialmente idonee”). La Cnai sarà vagliata dai Ministro dello Sviluppo economico, dell’Ambiente, dei Trasporti e dall’ISIN (L’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione): dopo questi pareri il Ministero dello Sviluppo economico convaliderà la versione definitiva della Cnai frutto dell’integrazione nella Cnapi del 5 gennaio e delle osservazioni arrivate dai territori.
La Cnai è il vero punto di partenza dell’iter. Partendo da questa lista di aree, Sogin “aprirà la successiva fase di confronto finalizzata a raccogliere le manifestazioni d’interesse, volontarie e non vincolanti, da parte delle Regioni e degli enti locali il cui territorio ricade anche parzialmente nelle aree idonee”. Sogin cercherà insomma, alla luce del dibattito pubblico e in particolare del chiarimento sui vantaggi legati alla presenza del deposito, dei volontari.
Leggi anche: Quali sono le 23 aree (forse) più idonee per il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi
E se non ci saranno volontari? Si aprirà allora una ulteriore fase di trattative bilaterali con le Regioni nel cui territorio ricadono le aree idonee. Trattative, si può immaginare, finalizzate a rassicurare ma anche a blandire con l’offerta di vantaggi.
E se le trattative non avranno successo? In assenza di un’intesa con le Regioni il legislatore ha previsto una nuova fase di confronto: un tavolo interistituzionale come “ulteriore tentativo di pervenire a una soluzione condivisa”.
Fine delle trattative: il decreto del ministero dello Sviluppo economico
E se nemmeno il tavolo interistituzionale permetterà di arrivare a meta? A questo punto arriverà comunque – “anche nel caso in cui dovessero fallire le diverse e reiterate procedure per il raggiungimento dell’intesa”, si legge sul sito del deposito nazionale – un decreto del Ministero dello Sviluppo Economico che, con parere vincolante dell’ISIN e legato a campagne d’indagine tecnica della Sogin, stabilirà la localizzazione del sito.
Leggi anche: Trattori in marcia ed esperti al lavoro. La mappa della mobilitazione contro il deposito nucleare
I tempi
Quanto potrebbe durare questa trafila? Anche al netto delle dilazioni sulle quali deciderà il Parlamento, provando a sommare i tempi massimi concessi dal Decreto legislativo n. 31 del 2010 per svolgere tutte le operazioni previste (dalla presentazione delle osservazioni all’organizzazione del seminario, delle trattative bilaterali e del tavolo interistituzionale fino alle indagini tecniche della Sogin) si può arrivare a 30 mesi dalla pubblicazione della Cnapi: quindi luglio 2023. Quindi, tradotto in tempi politici, dopo la fine naturale della XVIII legislatura.
Quanto ai lavori di costruzione del deposito nazionale e del Parco tecnologico dovrebbero durare 4 anni dall’individuazione definitiva dell’area.
© Riproduzione riservata