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venerdì, Novembre 15, 2024

Cosa sono gli addolcitori, i depuratori e le brocche filtranti per l’acqua potabile

Gli italiani sono il terzo Paese al mondo per consumo di acqua minerale. Se anche voi bevete acqua in bottiglia perché quella del rubinetto è troppo “dura” (ha troppo calcare) o sa di cloro, ecco alcuni consigli per risolvere il problema

Letizia Palmisano
Letizia Palmisanohttps://www.letiziapalmisano.it/
Giornalista ambientale 2.0, spazia dal giornalismo alla consulenza nella comunicazione social. Vincitrice nel 2018 ai Macchianera Internet Awards del Premio Speciale ENEL per l'impegno nella divulgazione dei temi legati all’economia circolare. Co-ideatrice, con Pressplay e Triboo-GreenStyle del premio Top Green Influencer. Co-fondatrice della FIMA, è nel comitato del Green Drop Award, premio collaterale della Mostra del cinema di Venezia. Moderatrice e speaker in molteplici eventi, svolge, inoltre, attività di formazione sulle materie legate al web 2.0 e sulla comunicazione ambientale.

Il rapporto degli italiani con l’acqua potabile potremmo definirlo di odio e amore a cominciare da quella scelta per bere. Secondo i dati diffusi dall’IRSA, Istituto di Ricerca sulle Acque del CNR, nel 2018 l’Italia, ricca di acque di falda, è al 5 posto per la qualità dell’oro blu. Eppure siamo terzi al mondo per il consumo di acqua in bottiglia, a volte perché semplicemente se ne fa una questione di sapore.

Ecco quindi un quadro esemplificativo di alcuni problemi e possibili soluzioni.

Cloro e calcio nell’acqua potabile

 Salvo una ordinanza del sindaco dichiari non potabilità, l’acqua che arriva a noi è assolutamente bevibile ed utilizzabile.

In alcuni casi potrebbe essere estremamente calcarea. In altre situazioni si avverte invece il sapore di cloro ma in entrambi i casi non viene meno la potabilità del cosiddetto oro blu.

L’acido cloridrico, è importante saperlo, viene aggiunto per una specifica funzione antibatterica, lasciando ovviamente l’acqua assolutamente potabile. Anche il calcare è naturalmente contenuto in essa e solo in alcuni casi la durezza può diventare un problema.

Calcare: quando può diventare un problema

L’acqua non è calcarea allo stesso modo in tutta Italia, anzi può cambiare da quartiere a quartiere nella stessa città. Ad esempio nell’edificio ove abitavo prima al Pigneto (Roma), una caldaia necessita di addolcitori o di costosi lavaggi l’anno per evitare che il calcare la danneggi e la guasti irreparabilmente. Nell’appartamento dei miei genitori a soli due chilometri di distanza ciò non avviene.

Il calcare si forma perché l’acqua contiene naturalmente una serie di sali minerali tra i quali anche il carbonato di calcio. Le sue quantità determinano la durezza dell’acqua che sopra un certo livello causa una serie di incrostazioni che possiamo vedere ad esempio nel soffione della doccia, nei filtri dei rubinetti e alla base di un WC. Tra i diversi problemi che ciò comporta, vi è il fatto che il calcare è “perfetto” per la proliferazione di batteri e microorganismi, in poche parole lì attecchisce la sporcizia.

Ma non solo: la famosa patina che si forma sulle resistenze degli elettrodomestici (quella serpentina spesso mostrata anche nelle pubblicità), riduce l’efficienza degli apparecchi perché ostacola lo scambio termico. Quindi man mano ad esempio la lavatrice o la lavastoviglie inizierà a consumare di più. Inoltre una parte dei detergenti serve proprio a “combattere” il calcare, richiedendo un uso maggiore di saponi per non parlare della necessità di dover aggiungere al bucato un ammorbidente (magari naturale come l’acido citrico).

Altro classico problema riscontrato nelle case la cui acqua registra una eccessiva durezza sono casi di tubazioni ostruite che richiedono una costante manutenzione nel disintegrare i piccoli cumuli o nei casi più estremi l’intervento di un idraulico.

Addolcitori, depuratori e brocche: esempi di soluzioni per ridurre i problemi di calcio e cloro

Se vi siete riconosciuti nei problemi indicati, vi sveliamo alcune delle possibili soluzioni che potrete prendere in considerazione, dalle più semplici e casalinghe all’adozione di filtri, depuratori e addolcitori per uso domestico.

Il cloro svanisce da solo

Il cloro, come abbiamo già sottolineato, viene utilizzato per le acque potabili perché ottimo per la disinfezione, per combattere batteri, spore e virus e non è nocivo per la nostra salute. Se, appena aprite il rubinetto, la sua presenza dà sensazioni sgradevoli al gusto, sappiate che la prima prova da fare sarà quella di far scorrere un po’ l’acqua (magari salvando l’oro blu per altri utilizzi), ma anche riempire una brocca per lasciarla decantare: il cloro infatti evapora.

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Caraffe filtranti e gasatori per rendere gradevole l’acqua di casa

Se ciò non fosse sufficiente, un’alternativa è data dalle diverse caraffe filtranti in commercio che hanno dei filtri al proprio interno con la funzione di ridurre alcune sostanze e impurità tra cui cloro, rame e piombo. In tal caso, una volta filtrata, l’acqua può subito essere bevuta.

Un’importante raccomandazione è quella di ricordare di lavare spesso la brocca e di sostituire la cartuccia secondo i tempi indicati dal produttore.

Se invece il vostro acquisto di acque in bottiglia nasce dalla voglia di bere qualcosa di frizzante, sono sempre più diffusi dei semplici gasatori domestici che aggiungono CO2 all’acqua di casa e consentono solitamente di regolare il grado di frizzantezza. Quando finisce il cilindro contenente la CO2, si dà indietro all’acquisto di quello nuovo.

La bottiglia filtrante portatile

Tra le interessanti scoperte sul mercato a fine settembre sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter è stata lanciata una particolare idea che in pochi giorni ha raccolto già notevoli consensi e fondi. Si tratta sostanzialmente di una bottiglia da portare con sé magari in ufficio o all’università e che ha già il bicchiere incorporato. All’interno un filtro ceramico aiuta a depurare l’acqua. Tra le particolarità, la bottiglia ti ricorda anche quando e quanto devi bere. Per contribuire alla raccolta c’è tempo fino al 29 ottobre 2021

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Filtri e depuratori d’acqua e il bonus 2021

L’alternativa a brocche e gasatori sono i depuratori che consentono di avere solitamente acqua fresca, depurata e addirittura frizzante direttamente dai rubinetti di casa.

La richiesta oggi di filtri e depuratori è talmente elevata che il legislatore ha recentemente introdotto uno specifico bonus, non solo per gli esercenti – come bar e ristoranti – ma anche per i privati.

Questo dà diritto a un credito d’imposta pari al 50% delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e gasatura. In ogni caso però l’importo ottenibile è pari a un massimo il 50% di 1000 euro (quindi 500 euro)  per i privati cittadini e il 50% di 5000 euro per gli esercenti, per ogni singolo immobile adibito.

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Addolcitore: a cosa serve e quando può essere utile

L’addolcitore è un elettrodomestico che serve a rendere – come dice il nome stesso – più dolce l’acqua cosiddetta dura ovvero molto calcarea. Ne esistono diversi modelli e versioni in ogni caso, esemplificando, sono apparecchi destinati a trattare le acque potabili. Per la sua installazione è opportuno fare una valutazione per stabilire se effettivamente l’apparecchio possa essere utile o meno. Infatti potrebbe anche impoverire eccessivamente l’acqua dei sali minerali naturalmente contenuti. Vi è chi per questo preferisce avere due impianti diversi: un addolcitore per ridurre il calcare per gli elettrodomestici, il bagno e così via e uno per l’acqua potabile. Un’altra alternativa è avere un doppio rubinetto: uno con l’acqua addolcita dell’elettrodomestico e una che arriva senza alcuna forma di trattamento.

Oltre ai benefici fiscali già accennati, considerato che l’addolcitore riduce le inefficienze energetiche, esso può rientrare anche come intervento non trainante nel superbonus, o in altri tipi di detrazioni e agevolazioni IVA.

Per portare un esempio concreto nel mio caso posso testimoniare il funzionamento di un addolcitore a resine a scambio ionico. L’apparecchio sfrutta le proprietà di alcune resine e del cloruro di sodio (sale) che viene immesso periodicamente per addolcire l’acqua. L’elettrodomestico è ingombrante ed è stato installato in fase di ristrutturazione sul balcone e ho preferito avere un doppio rubinetto per poter bere l’acqua non trattata.

Di modelli ne esistono in commercio molteplici. Oltre quello con resine, ve ne sono ad esempio di magnetici, a osmosi inversa e a carboni attivi. Sui pro e i contro vi è un interessante approfondimento di Altroconsumo.

© Riproduzione riservata

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