Dopo la pubblicazione della norma UNI/TS 11820 sulla misurazione della circolarità, l’Ente Italiano di Normazione ha pubblicato il rapporto tecnico UNI/TR 11821 che raccoglie 41 buone pratiche di economia circolare, selezionate e analizzate con lo scopo di evidenziarne i punti di forza e le criticità. L’obiettivo del documento, ci racconta Claudio Perissinotti Bisoni, Technical Project Manager di UNI, è quello di dare elementi e spunti per replicare le soluzioni di circolarità adottate nello stesso o in altri settori.
Per approfondire l’argomento Uni ed EconomiaCircolare.com hanno organizzato un webinar – gratuito previa iscrizione a questo link – in programma giovedì 13 aprile alle 16. All’incontro (qui il programma completo), moderato dal nostro direttore editoriale, Raffaele Lupoli, parteciperanno il presidente di UNI Giuseppe Rossi, l’ingegnera Silvia Grandi, direttore generale della dg Economia circolare del Mase, Claudio Rosso, coordinatore UNI/CT 057/GL 03 “Misurazione della circolarità”, Laura Cutaia, presidente UNI/CT 057 “Economia circolare”, Carlo Brondi, coordinatore UNI/CT 057/GL 04 “Problemi specifici dell’economia circolare” e Claudio Perissinotti Bisoni, al quale abbiamo chiesto di presentare il webinar e fare un punto sulla normazione relativa alla circolarità.
Leggi anche: Da oggi è attiva la norma UNI che aiuta a misurare la circolarità
Dopo la norma sulla misurazione della circolarità, UNI mette in campo un nuovo strumento: un rapporto tecnico sulle buone pratiche di economia circolare. Perché questa scelta?
Perché la normazione è concretezza, è praticità, è soluzione garantita dei problemi. La raccolta di buone pratiche italiane contenute nel rapporto tecnico, categorizzate ed analizzate, fornisce linee guida e riferimenti tecnici a organizzazioni che vogliono intraprendere e/o migliorare un percorso di circolarità. La raccolta ha l’obiettivo di fornire spunti oggettivi a organizzazioni che potrebbero replicare le soluzioni di economia circolare già sperimentate da altri soggetti, considerando sia i punti di forza che le criticità (ad esempio le barriere all’implementazione).
Chi ha contribuito all’analisi dei casi e con quali criteri sono stati selezionati ed esaminati?
Le buone pratiche sono state raccolte attraverso una call aperta da giugno 2021 a febbraio 2022. Successivamente un gruppo di esperti del gruppo di lavoro UNI “Problemi specifici dell’economia circolare” ha selezionato le buone pratiche, classificandole in 13 aree, analizzandole in dettaglio sulla base di elementi caratterizzanti e identificando, infine, elementi comuni e salienti da evidenziare. Il rapporto tecnico si basa su un’ampia prospettiva di valutazione di efficacia della buona pratica. I criteri di selezione hanno riguardato, tra gli altri, aspetti come l’innovatività in termini organizzativi e di business delle soluzioni, il livello tecnologico, la loro magnitudo, la loro replicabilità oltre alla loro ricaduta ambientale e sociale.
I 41 casi analizzati che cosa ci dicono circa le caratteristiche di queste realtà e che ricaduta possono avere sul sistema imprenditoriale nel suo complesso? Quali sono le condizioni affinché questi casi diventino effettivamente replicabili?
Le buone pratiche contengono soluzioni circolari tramite le quali le organizzazioni hanno superato una o più criticità dell’economia lineare. Comprendere come un’organizzazione ha intrapreso un percorso circolare e riproporlo su più larga scala può avere impatti importanti sul sistema Paese.
Torniamo alla norma sulla misurazione della circolarità: dopo la pubblicazione della specifica tecnica quali sono state le reazioni?
Diverse organizzazioni hanno mostrato interesse verso il documento e si stanno formando sui contenuti della specifica tecnica. Il gruppo di lavoro competente sta lavorando per fornire delle risposte alle domande più frequenti (che saranno pubblicate sotto forma di FAQ) e per raccogliere i dati di applicazione della specifica tecnica.
La messa a disposizione di indicatori precisi e di esempi di calcolo come è stata accolta?
Gli esempi sono stati molto apprezzati e hanno aiutato a comprendere l’algoritmo di calcolo, così come le diverse informazioni a corredo degli indicatori (come le definizioni e i parametri da misurare) che aiutano le organizzazioni a comprenderli, applicarli e monitorarli.
La norma sulla misurazione del livello di circolarità è sperimentale e sarà sottoposta a un “tagliando” triennale. Come interagirà questo work in progresso con il lavoro sulle buone pratiche?
Ogni specifica tecnica deve essere valutata al massimo ogni tre anni, per capire se revisionare il documento, confermarlo per altri tre anni oppure farlo evolvere in una norma. Questa decisione dipenderà dai feedback delle organizzazioni che la applicheranno, ma anche dai contenuti della ISO 59020, la norma internazionale sulla misurazione della circolarità che sarà pubblicata tra il 2023 e il 2024. Probabilmente i due documenti coesisteranno e chi ha già applicato la UNI/TS 11820 sarà certamente avvantaggiato nell’applicazione della norma ISO (ad esempio molti dati saranno già stati raccolti).
Leggi anche: Buone pratiche circolari, l’impegno della piattaforma italiana ICESP
© Riproduzione riservata