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domenica, Dicembre 22, 2024

“Basta fondi Ue a inceneritori e discariche”. L’Europa dà priorità all’economia circolare

Le istituzioni comunitarie hanno approvato i criteri di impiego del Just Transition Fund e i nuovi criteri per i fondi regionali del Cohesion Fund. Un risultato epocale, valido per il periodo 2021-2027. “Ora i soldi andranno ai livelli prioritari della gerarchia dei rifiuti: riciclo e compostaggio, ma anche riduzione e riuso”

Andrea Turco
Andrea Turco
Giornalista freelance. Ha collaborato per anni con diverse testate giornalistiche siciliane - I Quaderni de L’Ora, radio100passi, Palermo Repubblica, MeridioNews - e nazionali. Nel 2014 ha pubblicato il libro inchiesta “Fate il loro gioco, la Sicilia dell’azzardo” e nel 2018 l'ibrido narrativo “La città a sei zampe”, che racconta la chiusura della raffineria di Gela da parte dell’Eni. Si occupa prevalentemente di ambiente e temi sociali.

Arriva lo stop dall’Europa all’utilizzo dei fondi strutturali per finanziare nuovi inceneritori e nuove discariche, ovvero la parte finale del ciclo indifferenziato dei rifiuti. La notizia era nell’aria da tempo ma ora c’è l’ufficialità: dopo un ampio confronto sono stati approvati i testi finali sui criteri di impiego del Just Transition Fund (Jtf) e dei nuovi criteri per i fondi regionali del Cohesion Fund. Un risultato epocale, che sarà applicato al periodo 2021-2027 e riguarderà tutti gli Stati membri, con particolare attenzione alle comunità meno sviluppate.

D’ora in poi si finanziano le vere priorità

“A ciò si è giunti dopo la cosiddetta trilaterazione – commenta Enzo Favoino, referente scientifico di Zero Waste Europe – vale a dire il confronto tra le istituzioni comunitarie: Consiglio, Commissione e Parlamento. Si tratta di una decisione fondamentale perché in questo modo le istituzioni comunitarie colmano il disallineamento tra gli impegni contenuti nell’Agenda sulla Economia Circolare e sulla lotta al cambiamento climatico, da un lato, e i meccanismi di erogazione dei fondi, dall’altro, dato che questi ultimi invece continuavano a dare priorità a combustibili fossili e gestione lineare dei rifiuti. Vale la pena poi far notare che siamo di fronte a un notevole impegno di spesa. Fino a qualche anno fa i Fondi regionali, impiegati per le aree più arretrate e spesso anche per le regioni del Sud Italia, andavano soprattutto ai gradini più bassi della gerarchia dei rifiuti, ovvero discariche e inceneritori, rendendoli irragionevolmente convenienti. Ora invece sul capitolo rifiuti i fondi andranno ai livelli superiori della gerarchia, inclusi non solo riciclo e  compostaggio, ma anche azioni intese a riduzione e riuso”.

Per l’Italia 937 milioni 

Va ancora meglio col più noto Just Transition Fund, il Fondo nato nell’ambito del Meccanismo per la transizione equa per aiutare le regioni più povere dell’UE a muoversi verso un’economia a emissioni zero, attraverso una progressiva riduzione del consumo di combustibili fossili e il passaggio a tecnologie meno inquinanti in tutti i settori. Per il periodo 2021-2027 l’Italia potrebbe contare su 937 milioni di euro dal Just Transition Fund. Questo fondo stanzia 7,5 miliardi di euro e per ogni euro destinato a uno Stato ci si aspetta che sia integrato con una cifra tra gli 1,3 e i 3 euro derivanti dai fondi regionali per la coesione.

“Tutte le attività sostenute dovrebbero essere portate avanti nel pieno rispetto delle priorità climatiche e ambientali dell’Unione – si legge nel testo relativo al Jtf – L’elenco degli investimenti dovrebbe includere quelli che supportano le economie locali e sono sostenibili a lungo termine, tenendo conto di tutti gli obiettivi del Green Deal. I progetti finanziati dovrebbero contribuire a una transizione verso un’economia climaticamente neutra e circolare, comprese misure volte ad aumentare l’efficienza delle risorse. Tuttavia, le attività incluse nella gerarchia inferiore dell’economia circolare, come l’incenerimento dei rifiuti, non devono essere incluse”.

Sostegno alla transizione

“Per i settori in declino – si legge ancora nel documento – come la produzione di energia basata su carbone, lignite, torba e scisti bituminosi o attività di estrazione di questi combustibili fossili solidi, il sostegno dovrebbe essere collegato alla graduale eliminazione dell’attività e alla corrispondente riduzione del livello di occupazione. Per quanto riguarda i settori in trasformazione con elevati livelli di emissioni di gas a effetto serra, il sostegno dovrebbe promuovere nuove attività attraverso la diffusione di nuove tecnologie, nuovi processi o prodotti, portando a una significativa riduzione delle emissioni, in linea con gli obiettivi climatici dell’UE per il 2030 e la neutralità climatica dell’UE entro il 2050″.

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