E se il cibo potesse aiutare ad affrontare il cambiamento climatico? E se potesse addirittura contribuire ad aumentare la biodiversità? Con la progettazione circolare del cibo, tutto questo – e molto di più – diventerebbe possibile.
È quanto sostenuto dalla Fondazione Ellen MacArthur che, in collaborazione con il Sustainable Food Trust, ha lanciato la Big Food Redesign Challenge. L’obiettivo è incentivare l’industria alimentare a rigenerare la natura applicando i principi della progettazione circolare al cibo.
L’attuale sistema alimentare è, infatti, uno delle principali cause della perdita di biodiversità ed è responsabile di un terzo dei gas serra emessi a livello globale. E l’unica prospettiva di cambiamento risiede nella capacità di aziende alimentari e rivenditori di riprogettare l’intero sistema alimentare.
Leggi anche: Come le aziende fossili e produttrici di carne hanno annacquato l’ultimo report IPCC
Food redesign challenge: produttori e rivenditori uniti per immettere alimenti circolari nel mercato
La sfida punta a mettere insieme produttori, rivenditori, start-up e fornitori per accelerare la progettazione di alimenti in grado di rigenerare la natura. Rappresenta un’opportunità unica per i leader dell’industria alimentare di collaborare e implementare nuovi sistemi produttivi grazie al supporto dei massimi esperti mondiali dell’economia circolare e della produzione rigenerativa.
Inoltre, i team vincitori saranno invitati a mettere in produzione i prodotti selezionati e proporli ai principali rivenditori, immettendoli nel mercato. L’obiettivo del progetto è dunque quello di generare percorsi di successo che consentano alle aziende di abbracciare il design alimentare circolare e comprendere a pieno le opportunità offerte da questo tipo di design per il cibo.
Leggi anche: Lavorare la terra in maniera circolare, il report della Fondazione Ellen MacArthur
Circular Design for Food: riprogettare il cibo per rigenerare l’ambiente
Il Circular Design for Food combina il food design con i principi dell’economia circolare per mettere la natura e l’ambiente al centro di ogni decisione progettuale. Comprende quattro categorie di approvvigionamento e selezione degli ingredienti:
- Ingredienti in grado di nutrire le persone utilizzando meno terra e meno risorse.
2. Ingredienti provenienti da una varietà di specie e razze adatte alle condizioni locali.
3. Eliminare gli sprechi e l’inquinamento utilizzando tutto ciò che viene prodotto.
4. Spostare l’approvvigionamento di ingredienti verso aziende agricole che adottano pratiche con risultati rigenerativi per la natura, come l’agroecologia, l’agroforestazione e l’agricoltura conservativa.
Combinando opportunamente queste tipologie di progettazione – secondo quanto emerso dalle ricerche effettuate dalla Ellen MacArthur – le emissioni di gas serra possono essere ridotte del 70 per cento e la perdita di biodiversità del 50 per cento, rispetto alla produzione attuale; impatti sostanziali che potrebbero fare la differenza per il nostro pianeta.
Packaging: oltre il monouso
La sfida non riguarda solo la riprogettazione degli alimenti ma anche il modo in cui questi vengono presentati. La challenge premierà infatti le aziende che creeranno imballaggi in grado di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente.
L’aspettativa di base è che i componenti dell’imballaggio siano riciclabili o compostabili, ma l’obiettivo finale è che gli imballaggi vadano oltre il concetto di monouso. Idealmente, i prodotti proposti dovrebbero essere consegnati in un formato riutilizzabile con un tipo di innovazione a monte che dovrà richiedere un ripensamento a livello di prodotto, creando alla fine qualcosa di nuovo e stimolante per i consumatori.
Leggi anche: Contenitori riutilizzabili per l’asporto, ecco le sperimentazioni italiane
SFS: la legge europea sui sistemi alimentari sostenibili
La Commissione europea, nell’ambito della Strategia Farm to Fork, ha previsto l’adozione di una legge europea sui Sistemi alimentari sostenibili (SFS Law). Pietra miliare del Green Deal europeo, la legge rappresenta un’opportunità senza precedenti di realizzare una transizione giusta verso un sistema alimentare sicuro e sostenibile. Ma perché ciò avvenga, la Commissione europea deve mantenere la rotta e rispettare l’impegno di pubblicare la sua proposta di legge SFS entro settembre 2023.
Nel report “Hungry for change”, l’EEB, Europe Environmental Bureau, ha tracciato le linee guide della futura proposta di legge. “L’SFS rappresenta un’opportunità eccezionale per l’Unione europea di stabilire un approccio integrato alla politica alimentare dell’UE e di avviare una transizione verso la sostenibilità dell’intero sistema alimentare – si legge nella nota – Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi della legge, la Commissione dovrà presentare una proposta coraggiosa e di ampio respiro per un cambiamento sistemico”.
Per realizzare questo cambiamento epocale, l’EEB ha raccomandato cinque priorità:
– l’adozione di un approccio sistemico e basato sui diritti;
– l’adozione di un approccio coerente con il settore alimentare;
– la definizione di obiettivi chiari, vincolati nel tempo e giuridicamente vincolanti;
– il coinvolgimento di tutti i livelli di governance per massimizzare l’efficacia e l’appropriazione democratica della transizione;
– l’istituzione di un solido quadro di responsabilità e di performance per monitorare i progressi compiuti.
Leggi anche: Carne, insetti e vegetali. Esiste il cibo che salva il Pianeta?
© Riproduzione riservata