giovedì, Novembre 6, 2025

CSR in azione: Legambiente e AzzeroCO₂ per territorio e comunità, con un occhio all’economia circolare

Cosa lega la Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR) all'economia circolare? E quali sono gli esempi concreti che questa connessione è riuscita a produrre finora? Ne parliamo a partire da quanto emerso nel convegno "Connessioni Sostenibili" tenutosi a Milano

Legambiente e AzzeroCO₂ hanno recentemente presentato i risultati delle loro campagne di Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR), evidenziando come tali iniziative possano contribuire concretamente alla rigenerazione dei territori e al rafforzamento delle comunità. L’evento “Connessioni Sostenibili”, tenutosi a Milano il 29 maggio 2025, è stato l’occasione per illustrare i progressi di progetti che mirano a unire tutela ambientale, inclusione sociale e sviluppo sostenibile. Questo appuntamento ci dà modo di riflettere sulla CSR oggi in Italia ma anche sulla sua connessione con l’economia circolare.

La Crescita della CSR in Italia e le connessioni con l’Economia Circolare

Il contesto italiano vede una Responsabilità Sociale d’Impresa in progressiva affermazione. Secondo l’ultimo Rapporto CSR dell’Osservatorio Socialis del 2022, nel 2021 l’investimento medio delle imprese in questo ambito ha toccato i 282.000 euro, segnando un incremento del 17% rispetto al 2019. Questi dati suggeriscono una crescente consapevolezza del ruolo strategico della CSR nel promuovere un modello di sviluppo che integri obiettivi economici, ambientali e sociali. 

Ciò ci fa chiedere quali siano le connessioni che possono emergere con l’economia circolare.

La Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR) e l’economia circolare rappresentano due paradigmi concettuali e operativi sempre più interconnessi. Sebbene distinti nelle loro origini e focus primari, essi convergono verso un obiettivo comune: la creazione di valore economico, sociale e ambientale in una prospettiva di lungo termine, discostandosi da modelli di business puramente estrattivi e lineari. La CSR, intesa come l’impegno volontario delle imprese a integrare preoccupazioni sociali ed ecologiche nelle loro operazioni commerciali e nelle loro interazioni con le parti interessate, fornisce il quadro etico e strategico generale. Essa spinge le organizzazioni a considerare il proprio impatto complessivo sulla società e sull’ambiente, andando oltre la mera conformità legale e la massimizzazione del profitto a breve termine. In questo contesto, leconomia circolare emerge come un modello economico e produttivo estremamente efficace per tradurre in pratica molti dei principi ambientali e, indirettamente, sociali della CSR. L’economia circolare, infatti, si concentra sulla progettazione di sistemi in cui i materiali, i prodotti e le risorse vengono mantenuti in uso il più a lungo possibile, minimizzando la generazione di rifiuti e l’estrazione di nuove risorse vergini. Questo approccio, basato sui principi di “ridurre, riutilizzare, riciclare, rigenerare”, offre alle imprese strumenti concreti per attuare una gestione responsabile delle risorse, un pilastro fondamentale di qualsiasi strategia di CSR credibile.

L’integrazione tra CSR ed Economia Circolare si manifesta su più livelli. Innanzitutto, l’adozione di pratiche di economia circolare – come la progettazione ecocompatibile (eco-design) che facilita la disassemblabilità e il riciclo, l’estensione della vita utile dei prodotti tramite la riparazione e la rigenerazione, o lo sviluppo di modelli di business basati sul prodotto come servizio (PaaS) – permette alle aziende di ridurre significativamente la propria impronta ecologica. Questa riduzione non solo risponde alle aspettative crescenti degli stakeholder (clienti, investitori, comunità locali, dipendenti) riguardo alla performance ambientale, un aspetto centrale della CSR, ma può anche generare vantaggi economici tangibili, come la riduzione dei costi di approvvigionamento delle materie prime e di smaltimento dei rifiuti. Inoltre, la transizione verso un’economia più circolare stimola l’innovazione tecnologica e organizzativa, un altro elemento che può essere valorizzato nell’ambito delle politiche di CSR come dimostrazione di un impegno proattivo verso la sostenibilità.

Dal punto di vista sociale, sebbene l’Economia Circolare ponga un accento primario sulla dimensione ambientale, essa presenta importanti implicazioni positive che si allineano con gli obiettivi sociali della CSR. Ad esempio, lo sviluppo di filiere locali per la riparazione, il riutilizzo e il riciclo può generare nuove opportunità occupazionali e favorire lo sviluppo di competenze specializzate a livello territoriale. La promozione di modelli di consumo più consapevoli e collaborativi, come la condivisione di beni (sharing economy) o l’acquisto di prodotti ricondizionati, può contribuire a una maggiore equità nell’accesso ai beni e servizi, oltre a promuovere una cultura della durabilità e della responsabilità. 

La CSR, con la sua attenzione al benessere dei dipendenti, alla catena di fornitura etica e all’impatto sulle comunità, può guidare l’implementazione dell’economia circolare affinché i benefici ambientali siano accompagnati da un progresso sociale equo e inclusivo, evitando che la transizione verso la circolarità crei nuove forme di disuguaglianza o precarietà lavorativa. In sintesi, la Responsabilità Sociale d’Impresa fornisce la “bussola” valoriale e la visione strategica, mentre l’Economia Circolare offre gli “strumenti” operativi e i modelli di business per concretizzare un impegno verso uno sviluppo realmente sostenibile, in cui la prosperità economica non avviene a scapito del pianeta e delle persone. L’integrazione sinergica di questi due approcci è, pertanto, cruciale per le imprese che aspirano a essere leader responsabili nel XXI secolo.

Entrambi gli approcci, CSR ed economia circolare, spingono le imprese oltre la mera conformità normativa, verso modelli di business che internalizzano le esternalità ambientali e sociali, cercando di creare valore condiviso e resilienza a lungo termine.

Torniamo ora a parlare degli highlights emersi dal convegno di Milano e degli esempi concreti di connessioni tra CSR ed EC.

Leggi anche: I benefici degli alberi nell’Atlante delle Foreste. Legambiente: “Le città devono piantarne di più”

Mosaico Verde: dalla forestazione alla tutela degli ecosistemi

Nata con l’obiettivo della forestazione (oltre 334.000 alberi piantati e più di 230 progetti in 19 regioni), la campagna Mosaico Verde oggi si dedica anche alla tutela di ecosistemi complessi, inclusi quelli marini. Tra le attività recenti si segnala il recupero di oltre 5 quintali di reti da pesca abbandonate – le cosiddette “reti fantasma” – nelle acque di Santo Stefano al Mare (IM) e Polignano a Mare (BA), un esempio di CSR che si interconnette con l’economia circolare. Un altro fronte di intervento riguarda la salvaguardia dell’orso bruno marsicano nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, attraverso il ripristino del suo habitat naturale, come la cura di piante da frutto autoctone.

Leggi anche: Tutela dei boschi e forestazione, con la campagna Mosaico Verde piantati 300mila alberi

Ortofrutteto solidale diffuso: biodiversità e inclusione sociale

Altro progetto di cui si è dato conto è “Ortofrutteto Solidale Diffuso” un’iniziativa che coniuga la promozione della biodiversità con l’inclusione sociale. Sono stati realizzati 50 ortofrutteti solidali, con la messa a dimora di circa 3000 alberi da frutto, in collaborazione con 35 cooperative sociali. Questi spazi offrono opportunità di formazione e inserimento lavorativo a persone in condizioni di fragilità, coinvolgendo oltre 1.000 individui in attività agricole e di trasformazione dei prodotti. Tra i beneficiari figurano detenuti e persone inserite in percorsi di giustizia riparativa.

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EnergyPOP: energia pulita per contrastare la povertà energetica

Anche qui torniamo alle connessioni con l’economia circolare e la CSR. Per affrontare il problema della povertà energetica, che in Italia interessa oltre 2 milioni di famiglie secondo l’OIPE, è stata lanciata la campagna “EnergyPOP”. Ad oggi, sono stati installati oltre 40 kW di impianti fotovoltaici su edifici di edilizia residenziale pubblica a Firenze, Empoli e Catania. Grazie a sistemi di “Energy Sharing”, l’energia prodotta viene condivisa con 130 nuclei familiari in difficoltà. L’iniziativa contribuisce anche alla riduzione delle emissioni, con un risparmio stimato di oltre 17.000 kg di CO₂ all’anno. Ulteriori installazioni sono previste nei prossimi mesi.

Leggi anche: Vent’anni di innovazione e impegno per la conversione ecologica: la storia di AzzeroCO2

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