La revisione della Direttiva quadro sui rifiuti (Waste Framework Directive-WFD) potrebbe segnare una svolta nella gestione dei rifiuti tessili in Europa. FEAD (European Waste Management Association), EURIC Textiles (European Recycling Industries Confederation) e Decathlon, in un documento congiunto, sollecitano l’adozione di schemi di Responsabilità estesa del produttore (EPR) efficaci, estendendo gli obblighi anche alle microimprese e ai soggetti dell’economia sociale. Il documento evidenzia l’urgenza di emanare criteri chiari per il fine vita dei tessuti, evitando ambiguità tra materiali riutilizzabili e rifiuti. Con la raccolta differenziata dei tessili obbligatoria dal gennaio di quest’anno, le organizzazioni chiedono negoziazioni rapide e regole armonizzate.
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“Un’opportunità per il settore”
Secondo FEAD (European Waste Management Association), l’associazione europea che rappresenta l’industria privata della gestione dei rifiuti, EURIC Textiles, ramo tessile della European Recycling Industries Confederation (EuRIC) che rappresenta le industrie europee del riciclo e del riuso tessile e Decathlon la revisione in corso della WFD offre “un’opportunità unica per garantire una maggiore armonizzazione all’interno dell’UE e migliorare la competitività del settore”. Questo, secondo i firmatati del documento, è particolarmente importante perché l’industria europea dello smistamento e del riciclaggio dei tessuti si trova ad affrontare una crisi causata da fattori globali come la guerra in Ucraina e l’ascesa dell’ultra fast fashion moda ultraveloce.
Perturbazioni che, ricostruiscono FEAD, EURIC Textiles e Dacathlon, hanno portato “a un eccesso di offerta di prodotti tessili usati, a un calo della domanda da parte dei mercati di esportazione e a una diminuzione dei prezzi degli abiti di seconda mano”. Allo stesso tempo, i costi della raccolta, dello smistamento e del riciclaggio sono aumentati, “mettendo sotto pressione le operazioni di gestione dei rifiuti e facendo traboccare i magazzini”.
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Le proposte per la Waste Framework Directive
L’entrata in vigore della raccolta differenziata obbligatoria dei rifiuti tessili nel gennaio di quest’anno, secondo le imprese, rende urgente un accordo sulla revisione della WFD. Queste, dal loro punto di vista, le innovazioni da includere nell’aggiornamento della norma:
Inclusione delle microimprese: le microimprese, si legge nel documento, rappresentano l’88% del settore tessile, “ma attualmente sono escluse dagli schemi EPR”. FEAD, EURIC Textiles e Dacathlon propongono invece la loro inclusione “per garantire equità e responsabilità condivisa”. L’esclusione delle microimprese, sottolineano i firmatari, “non è stata attuata in altri schemi EPR a livello europeo, come quello degli imballaggi, dei RAEE o dei veicoli fuori uso”. Inoltre, lo schema EPR francese (ReFashion) “dimostra che la loro inclusione può essere efficace”, con il consorzio (Producer Responsibility Organization) che offre l’opzione di un contributo finanziario forfettario per i produttori che immettono sul mercato piccole quantità di prodotti;
Inclusione degli operatori sociali: per i soggetti dell’economia sociale, che svolgono “un ruolo importante nella gestione dei prodotti tessili usati e di scarto” sono necessarie “misure per garantire la loro partecipazione trasparente ed equa agli schemi EPR”;
End of waste: Per una sempre più compiuta economia circolar del tessile, “lo status di rifiuto dei prodotti tessili scartati è necessario per garantire la loro tracciabilità e la professionalizzazione degli operatori coinvolti”. Per questo, si legge nel documento, “vorremmo invitare i colegislatori a spingere ulteriormente per lo sviluppo di criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto per i rifiuti tessili (end of waste)”. Questo faciliterebbe l’efficace attuazione della direttiva, l’efficiente funzionamento degli schemi EPR, l’ulteriore sviluppo della “nuova industria della selezione per il riciclo, delle soluzioni di riciclo e, più in generale, di una sana gestione dei rifiuti”;
Chiarezza nella distinzione tra riuso e riciclo: viene chiesta l’adozione di criteri chiari per distinguere tra tessuti usati e rifiuti tessili: “È essenziale distinguere tra tessuti usati e rifiuti tessili per semplificare il riciclo e l’export, riducendo gli oneri amministrativi”;
Monitoraggio e valutazione: il documento chiede regole chiare e strumenti di monitoraggio indipendenti per valutare l’efficacia degli schemi EPR ogni tre anni.

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