Migliorare la raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici è possibile e per questo il sistema multiconsortile Erion ha presentato a Roma il 12 aprile il “Libro Bianco sui Raee”. All’interno ci sono ben 32 proposte di natura organizzativa e normativa condivise tra gli attori del sistema Raee italiano, dai produttori ai distributori, fino alle aziende di igiene urbana e gli impianti di trattamento, che diventano un appello alle istituzioni politiche per adottare interventi concreti.
La raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici in Italia fatica a decollare ed è sotto la media europea dei 10 chilogrammi per abitante, fermandosi a poco più di sei chilogrammi pro-capite. A cui si aggiungono le notevoli differenze tra le zone d’Italia, con regioni virtuose come la Valle d’Aosta e altre molto meno efficaci nella raccolta dei Raee.
Tuttavia Giorgio Arienti, direttore generale di Erion Weee, sebbene riconosca i problemi, ha voluto sottolineare anche quanto di positivo è stato fatto negli ultimi anni. “Siamo passati dalle 65mila tonnellate raccolte nel 2008 alle 385mila tonnellate del 2021 – ha affermato – Oggi in Italia ci sono circa quattromila centri di raccolta e un sistema consortile che funziona grazie a una virtuosa concorrenza”.
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Le 32 proposte del Libro Bianco di Erion
Se il dialogo costante tra gli attori del sistema Raee, secondo Arienti, ha permesso la crescita, “troppo spesso le istituzioni sono state sorde alle richieste del settore”. A loro è rivolto principalmente il Libro Bianco, come sottolinea Andrea Fluttero, presidente di Erion, prima di elencare quali siano i contenuti e le proposte contenute all’interno del rapporto.
Riassume Fluttero: “Chiediamo venga riattivato il Comitato di Vigilanza e Controllo, organismo ministeriale che dovrebbe rappresentare l’interlocutore di riferimento per chi si occupa di Raee; riduzione e semplificazione della burocrazia e nelle autorizzazioni; misure di incentivazione, sanzione e controllo per contrastare i flussi paralleli di Raee; interventi su settori specifici come favorire la raccolta domiciliare e la micro-raccolta, fino a iniziative di comunicazione e informazione per i cittadini e gli utilizzatori”.
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L’economia circolare indispensabile nell’immediato e nel lungo periodo
Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, intervenuto in videoconferenza, amplia la prospettiva e invita a non tralasciare un’accurata analisi del ciclo di vita dei prodotti elettrici ed elettronici. Perché se è vero che la decarbonizzazione sarà possibile grazie all’elettrico, “se per costruire le batterie dobbiamo scavare nelle miniere per recuperare litio, cobalto e altri materiali, non si può affermare che l’elettrico non impatta sull’ambiente”.
Una ragione in più per puntare sul riciclo dei Raee: “Serve una strategia di medio e lungo termine, affinché questi prodotti della tecnologia moderna possano essere riutilizzati o almeno smontati per ricavarne materiali da riciclare. La logica dell’economia circolare – ha concluso Cingolani – ci dà degli spazi inesplorati per la tecnologia, la salute e l’ambiente”.
E parte della strategia, secondo Filippo Brandolini, vicepresidente di Utilitalia, federazione delle aziende operanti nei servizi pubblici dell’acqua, dell’ambiente, dell’energia elettrica e del gas, “comincia a monte, nella progettazione del prodotto: oggi, a differenza di alcuni anni fa, più del 95 per cento dei materiali degli apparecchi elettrici ed elettronici può essere recuperato”, sottolinea.
I benefici per il sistema economico italiano di una raccolta più efficiente dei Raee sono misurabili anche nel breve periodo, come ricorda Andrea Fluttero: secondo il presidente di Erion c’è un “prima” e un “dopo”. La frattura è l’aumento dei prezzi delle materie prime nel post pandemia, a cui si sono aggiunti i timori di shock negli approvvigionamenti dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.
“Davamo per scontato che le materie prime sarebbero state sempre disponibile e con prezzi talmente bassi da fare concorrenza ai materiali riciclati. Non è più così e l’economia circolare – aggiunge Fluttero – sarà fondamentale per superare la carenza e la dipendenza dell’Italia da altri Paesi: si parla di 900 milioni di tonnellate di materie prime seconde che possono essere recuperate”.
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Gli ostacoli per il sistema Raee italiano
Nella stesura del Libro Bianco sono stati coinvolti in modo unitario tutti gli stakeholder che, pur con ruoli e obiettivi differenti, hanno deciso di mettere a disposizione le reciproche competenze per lavorare insieme al miglioramento del settore. Tra gli altri ospiti del convegno, Marco Imparato, direttore Generale Applia Italia, Giuseppe Piardi, presidente di Assoraee, Davide Rossi, direttore generale Aires e Chicco Testa, presidente di Fise Assoambiente.
Piardi ha evidenziato quelle che per lui sono le lacune nel “sistema Raee”: la mancanza di un numero sufficiente di centri di raccolta, l’assenza di un flusso costante di Raee indispensabile per un settore industrializzato, la necessità di maggiori controlli per chi non rispetta le norme nella raccolta dei Raee e regole più chiare per le aziende del settore: “Ci sono imprenditori pronti a investire ingenti quantità di denaro, ma non lo fanno per questi motivi”, conclude.
“Perché lo Stato utilizza sussidi pubblici in settori come la raccolta di Raee quando ci sarebbero sufficienti capitali privati autofinanziati e non li destina altrove?”, concorda Chicco Testa. “Invece c’è una costante invasione, che a volte per la minuzia normativa danneggia la raccolta stessa, quando basterebbe lasciare fare il proprio lavoro a chi è specializzato, come lo sono gli attori del sistema Raee italiano”, conclude il presidente di Fise Assoambiente.
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