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domenica, Dicembre 15, 2024

Il supermercato che premia te e l’ambiente: meno inquini, meno paghi

Da Terni arriva il possibile supermercato del futuro: senza casse, specializzato nella vendita di prodotti sfusi e confezionati con materiali compostabili o biodegradabili, con prodotti locali. Nato tra i banchi di scuola, il progetto è diventato realtà negli scorsi mesi e fornisce un nuovo modo di concepire la spesa

Caterina Ambrosini
Caterina Ambrosini
Laureata in Gestione dell’ambiente e delle risorse naturali presso la Vrije Universiteit di Amsterdam con specializzazione in Biodiversità e valutazione dei servizi forniti dall'ecosistema. Da inizio 2020, collabora con l’Atlante Italiano dell’Economia Circolare nel lavoro di mappatura delle realtà nazionali e nella creazione di contenuti.

Entri al supermercato con la tua busta o la prendi in negozio, la riempi di quello ti serve ed esci senza tirar fuori la merce alla cassa. Se poi la tua spesa oltre che veloce è anche senza imballaggi e ti rimborsa la tassa sui rifiuti, significa che sei un cliente di VivoGreen, supermercato di Terni specializzato nella vendita di prodotti sfusi e confezionati con materiali compostabili o biodegradabili, dove chi produce meno rifiuti paga meno. Nato tra i banchi di scuola, il progetto è ora una realtà che premia i clienti più attenti al loro impatto sull’ambiente e fornisce un nuovo modo di concepire la spesa.

L’imballaggio? Riportarlo in negozio conviene 

Entrati nel punto vendita, la prima azione che vi consiglieranno di compiere è richiedere la tessera clienti: permette di accumulare credito in base agli acquisti fatti e soprattutto di tenere sotto controllo il sistema di vuoto a rendere e di cauzione. Prima dell’area vendita chi non ha portato le sue sacche da casa potrà prendere carrellini da spesa o buste in cotone pagando una cauzione.

Fatta la tessera (operazione che è possibile anche online), ci si trova davanti a 1.500 prodotti differenti, di cui 150 sfusi per combattere lo spreco alimentare e ridurre gli imballaggi. I prodotti impossibili da vendere sfusi o alla spina sono contenuti in recipienti di vetro o biodegradabili e compostabili. VivoGreen mette a disposizione, ben disposti di fronte allo spazio degli alimenti sfusi dei contenitori sfusi che ogni cliente può portare a casa su cauzione: chi ordina salumi o latticini al banco gastronomia non deve far altro che chiedere e riceverà i suoi cibi in un contenitore di vetro trasparente igienizzato dal personale del negozio.

Un signore di mezza età tira fuori dalla sacca una bottiglia e la riempie di detersivo liquido, mentre una ragazza che è arrivata sprovvista ne trova una al banco: per portarla via piena di detersivo pagherà una piccola somma che le sarà restituita quando restituirà il recipiente vuoto la volta successiva. Sui prodotti confezionati, invece, sono attaccate delle targhette con il logo di VivoGreen: non è pubblicità di prodotti brandizzati ma il sistema escogitato dagli econegozianti di Terni per ottenerne la restituzione e poter premiare il cliente in base ai rifiuti che restituisce. All’atto della riconsegna al punto vendita, un algoritmo stabilirà l’importo da accreditare sulla tessera personale in base ai rifiuti “risparmiati”. È con questo sistema che il supermercato promuove la formula “Meno rifiuti produco meno pago”, per responsabilizzare il cliente e rimborsargli la tassa dei rifiuti tramite credito spendibile in VivoGreen.

Il latte alla spina piace

Il supermercato di Terni è alla ricerca continua delel soluzioni di vendita e dei prodotti a più basso impatto, mettendo a disposizione principalmente prodotti a Km zero e dunque legati al territorio umbro. Uno degli ultimi arrivati è il latte a lunga conservazione fornito da un produttore locale e distribuito con il vuoto a rendere, proprio come si faceva più di mezzo secolo fa: prendi la bottiglia in vetro, la riempi e la riporti quando vorrai ricaricarla. Alla sua igienizzazione ci pensa il supermercato.

Davide Milani, professore all’Istituto tecnologico Allievi-Sangallo di Terni e ideatore di VivoGreen, ci racconta che i clienti sono entusiasti dell’iniziativa: “Il latte alla spina sta andando molto bene, primo perchè trovando prodotti locali i clienti conoscono magari anche il produttore, quindi si fidano; poi è molto buono e hanno capito che la cauzione non è un costo ma un salvadanaio”. Milani sta lavorando per far trovare presto sugli scaffali biscotti e fette biscottate a basso impatto (li troviamo sempre nascosti da numerosi incarti di diverso genere) su cui i produttori con cui VivoGreen è in contatto stanno lavorando per una sostituzione con imballaggi compostabili, adatti a mantenere intatte le proprietà del prodotto.

E la cassa non serve 

Dopo aver caricato la busta di prodotti cos’altro bisogna fare? In realtà niente, si può uscire ritirando solamente lo scontrino, perché al supermercato umbro si può attivare il pagamento con addebito su carta di credito, che permette di uscire senza mettere mano al portafoglio. La tecnologia del pagamento invisibile riconosce i prodotti nella busta, genera il totale e lo addebita sulla carta, senza che i clienti debbano fare la coda. Per chi poi non ha tempo neanche di fare un giro per il supermercato: VivoGreen dà la possibilità di ordinare on line e aspettate la consegna a casa, oppure andare a ritirarla nella modalità drive-in: basta telefonare o mandare un messaggio tramite whatsapp, scegliere i prodotti e aspettare l’addetto che consegna la spesa pronta e pagata.

Ovviamente la cassa intelligente e senza cassieri, pensata per i clienti che necessitano di un’esperienza veloce ‘entri-scegli-esci’ non esclude la possibilità di pagare anche in contanti o ricaricando la tessera Vivogreen. Ma in questo periodo di emergenza sanitaria la tecnologia avanzata del supermercato di Terni calza proprio a pennello: non c’è fila alla cassa, non c’è cassiere, metti i prodotti direttamente nella busta. Si tocca solo quello che si compra. La relazione umana è sempre presente ovviamente al banco gastronomia o al desk di entrata, ma si riducono drasticamente i contatti tra persone rispetto a un normale supermercato.

Clienti protagonisti del cambiamento

L’aspetto che veramente sembra fidelizzare i clienti dell’ ecomarket ternano è proprio quello ambientale. La politica del vuoto a rendere e del ‘meno inquini meno paghi’ rende partecipi gli avventori, che sentono di poter dare un contributo concreto ed effettivo alla riduzione della loro impronta ecologica. “In due mesi 1200 tessere, non è poco” conferma infatti Milani. Ed è proprio la tessera l’elemento attorno a cui ruota lo spirito del progetto: esserne possessori vuol dire divenire parte di un piccolo movimento che vuole porre fine alla valanga di imballaggi inutili presenti generalmente nei supermercati e allo spreco alimentare.

Oltre all’accredito di importi spendibili basati sul “risparmio di rifiuti” attraverso la spesa, VivoGreen mette a disposizione un vero e proprio sistema di servitizzazione, vale a dire la fornitura di un servizio più che di un prodotto. In un’ottica di economia circolare, è importante riuscire a superare il concetto di proprietà: chi di noi ha veramente bisogno ad esempio di un contenitore in più, di una busta o di un carrellino se può prenderli e riportarli dove fa acquisti? Oltre a ridurre l’impatto sull’ambiente evitando il moltiplicarsi di buste e incarti, il servizio offerto da VivoGreen ci responsabilizza nel mantenere in buono stato quello che ci viene affidato, perché a questi oggetti è riconosciuto un valore.

Altro elemento innovativo è la possibilità, in via di implementazione, di portar via o ricevere cibo pronto direttamente a casa senza produrre rifiuti. Per la pizza, ad esempio, Il supermercato usa contenitori in alluminio, su pagamento di cauzione, che poi possono essere riconsegnati. Il coinvolgimento e la sensibilizzazione dei clienti passano anche da piccoli segnali, come la possibilità di riempire gratuitamente la propria borraccia o le proprie bottiglie d’acqua direttamente in negozio, magari evitando di acquistare bottiglie usa e getta.

Un’idea in espansione

Il progetto propone idee sempre innovative, ma essendo un prototipo nato nelle scuole non è facile svilupparlo (e replicarlo) come se fosse stato creato in azienda, sottolinea Milani. Sono però molte le visite ricevute per vedere dal vivo la realtà e l’interesse nel portare l’idea del supermercato ‘meno inquini meno paghi’ in altre parti di Italia. Il supporto arriva anche dal territorio: “C’è un gruppo di produttori umbri di biologico che vorrebbero aprire 5 punti nella regione, dove il produttore vende direttamente al pubblico”. E altri imprenditori vorrebbero replicare il format nella Capitale. Ma che significa che VivoGreen è un progetto nato a scuola?

La presenza e il ruolo degli studenti possiamo percepirla anche noi clienti. Un esempio sono le etichette per i contenitori in vetro per prodotti sfusi, realizzati da un liceo artistico, o la parte tecnica del conto automatico e del pagamento invisibile, affidata all’istituto tecnico di Terni. E’ inoltre in programma una collaborazione con un liceo scientifico per studiare l’algoritmo per il rimborso della tassa sui rifiuti, al fine di misurare l’impatto ambientale dell’iniziativa e quindi il risparmio di CO2 totale e procapite. Insomma, VivoGreen vive del suo rapporto stretto con il territorio, coinvolgendo sia i più giovani, che si formano all’economia circolare e mettendo a disposizione le loro capacità, sia i più grandi, che possono cambiare le loro abitudini di acquisto e sostenere i propri prodotti locali, passando dall’essere semplici consumatori a diventare preziosi “consumattori”.

© Riproduzione riservata

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