Mentre le Olimpiadi di Pechino per la prima volta nella storia si stanno svolgendo su neve completamente artificiale e si moltiplicano gli studi che mettono in dubbio la futura sostenibilità di molte delle potenziali sedi, in particolare quelle alpine, viene spontaneo domandarsi che Olimpiadi saranno quelle di Milano-Cortina del 2026.
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Milano- Cortina 2026: le sedi
I giochi si svolgeranno all’interno di 4 cluster distribuiti tra Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige (Milano, Cortina, Valtellina, Val di Fiemme) e in una città, Verona, la cui Arena romana ospiterà la cerimonia di chiusura. In viaggio verso quelle montagne, un’altra montagna, però di soldi: il miliardo di euro destinato con decreto del Mit pubblicato in Gazzetta Ufficiale il primo febbraio 2021 interamente ad opere infrastrutturali.
L’Agenda Olimpica stilata nel 2020 ha fissato 40 linee guida, che hanno come parole chiave sostenibilità, flessibilità, reversibilità e riuso, contenimento del consumo di suolo ed efficienza gestionale ed economica, insieme alla creazione di un valore a lungo termine. Ma lo scorrere delle liste infinite di opere previste in tutte le Regioni e l’ascolto delle preoccupazioni che sorgono dai territori, unite all’esperienza delle edizioni passate, fanno ben temere che quanto scritto rimanga nell’ambito delle buone intenzioni. Fra gli appelli di numerose associazioni ambientaliste spicca quello della CIPRA, Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi, che in una lettera aperta ha chiesto che i progetti programmati per l’edizione italiana dei giochi siano riconsiderati e ridimensionati.
Percorriamo a volo d’uccello i territori dell’arco alpino destinati ad ospitare le olimpiadi invernali, dove in quest’anno senza inverno si presentano bianche solo le piste da sci innevate artificialmemte a spron battuto come a Pechino.
Le opere previste in provincia di Sondrio
Dirigendoci da ovest verso est partiamo dalle montagne storicamente più trascurate dal punto di vista mediatico: le Alpi Retiche in provincia di Sondrio, Lombardia. Delle 48 opere richieste dalla Fondazione Milano-Cortina nella regione Lombardi, 22 ricadono nel territorio della provincia di Sondrio, di cui una metà sono interventi stradali e parcheggi; l’altra metà riguarda gli impianti di risalita e i collegamenti fra gli stessi, e a fare da cenerentola c’è la linea ferroviaria Milano -Tirano, interessata da due soli interventi, attendono la progettazione definitiva. Al momento sono in ballo, tra fondi governativi per le Olimpiadi e fondi regionali, quasi 200 milioni.
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La tangenzialina di Bormio
Risulta in “progettazione da avviare”, con 7 milioni di euro già stanziati dalla regione Lombardia, l’intervento che sta suscitando più preoccupazione e discussione a livello locale: la cosiddetta Bretella all’Alute presso la piana di Bormio, località valtellinese più volte sede dei Mondiali di Sci. L’opera era nata in piani di governo del territorio già 15 anni fa, proprio in concomitanza con i Mondiali, ma non venne mai realizzata. Delle 4 alternative proposte a suo tempo, quella riesumata oggi, secondo le associazioni ambientaliste locali, è quella più impattante in termini di consumo di suolo. Il km e mezzo di bretella ha lo scopo di snellire il traffico e di liberare dalle macchine le strade della cittadina, ma con un progetto del genere la località collocata nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio rischia di vedere asfaltati 2 ettari di terreno nella piana agricola dell’Alute, separandola nell’unica parte dove sono ancora presenti caratteristiche di naturalità: un intervento che danneggerà in modo irreversibile la Rete Ecologica Regionale.
Impianti sciistici: ampliamenti e nuove costruzioni
Ed essendo che a Bormio si realizzerà la gara delle gare di sci, la discesa libera, è previsto un intervento sulla mitica Pista Stelvio, considerata fra le più tecniche e spettacolari del mondo: un allargamento non funzionale alla gara in sé, ma per consentire lo svolgimento in simultanea delle gare di Slalom Speciale e di Gigante: un sacrificio in termini di disboscamento ulteriore forse non così necessario in Olimpiadi che si sono autodefinite sostenibili. La distribuzione di milioni continua in Valdidentro per sottopassi, parcheggi interrati, un’altra “tangenzialina” e l’ampliamento di una Sky Area per un totale di 21 milioni. Nella zona di Livigno i milioni diventano 94: una parte per la sistemazione con gallerie paravalanghe di una strada comunale che mette in collegamento con la Svizzera e la Val Poschiavo e che acutizzerebbe un contenzioso già in atto con gli elvetici. E poi opere di collegamento con cabinovia delle stazioni Carosello e Mottolino, poste su versanti diversi, che costeranno 30 milioni. E siccome la neve è sempre di meno, 6,3 milioni di euro saranno impiegati per il potenziamento degli impianti di innevamento delle infrastrutture del Carosello per rendere adeguata la qualità dell’innevamento delle piste agli standard olimpici.
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Quale futuro per questo tipo di impianti?
Ha senso investire in questa misura in nuovi impianti sciistici quando sarà difficile in futuro praticare questo sport al di sotto dei 1800 metri? L’Eurac, istituto Altoatesino che conta con 11 centri di ricerca, ha stimato che l’aumento della temperatura dovuto ai cambiamenti climatici farà sparire il 12% delle piste dell’arco alpino.
Le questioni sono poste in primis da associazioni come Mountain Wirlderness, Italia Nostra, CAI, WWF, Pronatura, Legambiente i cui esponenti locali, supportati dai rispettivi direttivi, sono compatte nel vigilare affinché gli interventi vengono fatti nel rispetto dell’ambiente e nell’esigere quindi una VAS, la Valutazione di Impatto Strategico, complessiva delle opere. La richiesta è stata presentata ufficialmente per tutti i giochi olimpici lo scorso maggio.
Per gli ambientalisti locali le preoccupazioni non terminano qui. A proposito di collegamenti fra stazioni sciistiche, fra le Valli è tornato a riecheggiare il grande sogno proibito del comprensorio unico fra Livigno e Santa Caterina Valfurva, che è per l’ambiente rappresenterebbe un incubo: 10 nuovi impianti, tra seggiovie e funivie, passando per Bormio e Valdidentro, nel pieno del Parco nazionale dello Stelvio. Si tratta del piano conosciuto con il nome dell’Ingegnere che lo ha sviluppato nel 2016, Gasser, e che ha destato le perplessità anche in sede Europea in quanto l’area interessata rientra nei siti della rete Natura 2000. Il progetto non è realizzabile in tempo, ma la preoccupazione a livello locale è che i giochi olimpici portino alla costruzione di nuovi impianti che facciano da volano alla realizzazione completa del piano.
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Santuario cinquecentesco coperto da un cavalcavia
Dulcis in fundo, anche in termini geografici, sempre nell’ambito del riordino della viabilità in fondovalle in vista delle Olimpiadi, fa venire i brividi il progetto presentato dall’assessore regionale in un convegno sul PNRR, di un collegamento rialzato di 1,5 chilometri che per bypassare una rotonda congestionata si collocherebbe davanti allo storico Santuario della Sassella, che da più di 500 anni, immerso fra terrazzamenti e vigneti, saluta chi si fa ingresso a Sondrio da Ovest. Schermato da un cavalcavia, sarebbe davvero un bel biglietto da visita per Milano-Cortina 2026.
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