È stato recentemente pubblicato sul sito di ANCI Emilia-Romagna un vademecum realizzato dall’ente per supportare i Comuni nella definizione e implementazione di strategie locali di riduzione dei rifiuti dal titolo “Ridurre i rifiuti da prodotti in plastica monouso… e non solo in plastica”.
Il vademecum presenta una metodologia e un percorso per i Comuni che vogliono ridurre i rifiuti derivanti dall’utilizzo di prodotti in plastica monouso e altri materiali coerente con il paradigma dell’economia circolare e con le disposizioni e lo spirito della direttiva SUP (direttiva UE 2019/904 sulle Single use plastics, le plastiche monouso) sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente.
Detta così sembrerebbe cosa ovvia e banale ma così non è se guardiamo alle iniziative plastic free intraprese da aziende e istituzioni di varia natura che sono state lanciate dal 2018 ad oggi.
Quasi tutte le iniziative, incluse le circa 120 ordinanze emesse dai Comuni a partire dal 2018, hanno perso di vista l’obiettivo primario richiamato dalla direttiva SUP ovvero la riduzione dei rifiuti alla fonte e la conseguente pressione sul consumo di risorse naturali promuovendo e spesso obbligando la sostituzione dei prodotti monouso realizzati in plastica “tradizionale” (ovvero da fonti fossili) con altri prodotti monouso realizzati a partire da materiali “alternativi”, in particolare prodotti in materiale biodegradabile/compostabile.
Anche l’iniziativa più recente, resa nota della regione Sicilia (disegno di Legge n. 311 del 28-09-2018 approvato dall’Assemblea il 13 ottobre 2020) , non si discosta sostanzialmente dalle precedenti come impostazione. Secondo questo disegno di legge che rende la Sicilia una Regione plastic free verranno impiegati fondi comunitari e i proventi delle royalty delle società petrolifere “per finanziare gli imprenditori che scelgono di convertire gli impianti di produzione di plastica in impianti di produzione di bioplastiche o materie prime rinnovabili” come da dichiarazione data alla stampa da Giusi Savarino, la deputata del gruppo Diventerà Bellissima che presiede la commissione Ambiente.
In concomitanza con l’aumento delle iniziative plastic-free, si legge nel manuale redatto dall’Emilia Romagna, si è assistito a una rapida crescita di domanda e offerta di tali prodotti sul mercato (in particolare dei prodotti in plastica compostabile), trainata dalla percezione diffusa che i prodotti monouso in bioplastica siano da considerarsi ambientalmente virtuosi in quanto “bio” e smaltibili insieme alla frazione organica dei rifiuti urbani.
Non per nulla, come si legge in una nota, si è scelto di utilizzare nel manuale la definizione “no monouso”, anche se ha meno appeal di plastic free, quella attualmente in voga in quanto più precisa e meno soggetta ad interpretazioni.
Questo utilissimo manuale guida gli amministratori passo passo nello sviluppo in house di un programma “no-monouso”, da costruire insieme ai principali stakeholders del territorio, in grado di conseguire obiettivi misurabili di riduzione dei rifiuti, di riduzione nel consumo di risorse naturali e dei relativi impatti sull’ambiente, tra cui l’abbandono dei rifiuti. Inoltre si vuole generare un impatto culturale/educativo che possa tradursi in un’evoluzione culturale permanente.
Il vademecum può essere applicato e declinato nelle diverse realtà costituite da piccoli, così come da grandi centri urbani, tenendo conto delle specificità dei tessuti economici e sociali e della disponibilità degli stakeholder a diventare parte attiva del programma.
“In attesa del recepimento nazionale della direttiva europea sulle plastiche monouso abbiamo ritenuto opportuno fornire ai Comuni uno strumento di semplice consultazione per affrontare il tema a livello locale. Nel documento evidenziamo la necessità di definire adeguate misure di policy in grado di incentivare, semplificare, favorire e promuovere l’adozione di comportamenti e prassi operative in linea con una precisa gerarchia che affermi il primato delle azioni di prevenzione rispetto a quelle volte alla sostituzione dei prodotti in plastica monouso con altri prodotti monouso” spiega Paolo Azzurro, primo autore del vademecum.
“Il documento fornisce un ampio ventaglio di esempi di possibili misure da implementare nei diversi ambiti di intervento e propone un lungo elenco di casi di successo con particolare attenzione alle iniziative basate sull’utilizzo di prodotti riutilizzabili che hanno dimostrato sul campo la propria efficacia sia dal punto di vista tecnico/operativo che economico” conclude Azzurro.
Il documento è stato integrato a valle dell’emergenza sanitaria da Covid-19 con alcune considerazioni relative al suo impatto sulla diffusione di sistemi basati sull’impiego di contenitori riutilizzabili.
Per avere un assaggio del vademecum questo è l’indice dei contenuti:
Guida alla lettura
Introduzione
Una gerarchia per le misure di contrasto al monouso
Contenitori riutilizzabili e rischi igienico-sanitari alla luce dell’emergenza COVID-19
Uno sguardo ai prodotti in plastica biodegradabile e compostabile
Progettare una strategia “NO monouso”
Definire gli obiettivi
Scegliere l’approccio
Identificare le misure
Conclusioni
Il potere del riuso – Schede progetti
Il documento a cura di ANCI Emilia-Romagna con il contributo di ATERSIR e il supporto di EIT Climate Kic è scaricabile in due versioni:
Vademecum per i Comuni e schede progetti – Versione estesa (4.985kB – PDF)
Vademecum per i Comuni – Versione sintetica (4.116kB – PDF)
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