Conto alla rovescia per la quattordicesima edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR, in inglese EWWR) che nel 2022 si terrà dal 19 al 27 novembre. Quest’anno il cuore pulsante dell’iniziativa è la moda circolare e i rifiuti tessili. Dalla produzione alla distribuzione fino all’uso e al consumo che viene fatto di questi prodotti: quello del tessile, come è noto, è uno dei settori più inquinanti al mondo.
Dedicare l’edizione in corso al claim “i rifiuti sono fuori moda” ha come obiettivo il porre l’accento sul forte impatto che questa industria ha sul nostro pianeta al fine di ispirare azioni che potranno portare una maggiore circolarità nel settore tessile.
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Perché è così importante parlare dei rifiuti tessili
Quando si sente parlare di impatto ambientale, la mente di solito si ricollega ad ambiti quali energia e trasporti o a cibo e rifiuti. Si pensa poco all’industria tessile e questo nonostante – secondo i dati Onu – sia responsabile di una quota significativa delle emissioni climalteranti – si parla a riguardo del 10% – e si stima che scaricherebbe nell’oceano ogni anno circa mezzo milione di tonnellate di microfibra. Incremento costante della domanda da un lato, offerta sempre più di prodotti cosiddetti da “fast fashion” (ovvero di bassa qualità e a costi contenuti) dall’altro hanno comportato una crescita della produzione globale di rifiuti tessili.
Pensate che, secondo le stime, i cittadini europei consumano ogni anno quasi 26 chilogrammi di prodotti tessili e ne smaltiscono circa 11 kg (dopo essere stati indossati in media solamente 7-8 volte! ) e che a livello mondiale meno dell’1% degli indumenti viene riciclato come vestiario. Degli abiti o tessuti gettati via in Europa l’87% viene incenerito o finisce in discarica, mentre solo il 10% rimane sul mercato come usato (Labfresh, 2020).
Per fronteggiare tale quadro, il Parlamento europeo – attraverso la Direttiva Quadro sui Rifiuti – ha imposto agli Stati membri di applicare nelle loro città la raccolta differenziata dei rifiuti tessili entro il 2025.
Oltre al problema relativo alla gestione di tali rifiuti, vi sono le questioni legate alle emissioni inquinanti correlate e al consumo di risorse. Questo settore – fondamentale anche per l’economia dato che solo in Europa impiega 1,5 milioni di persone – ha infatti un elevato impatto ambientale e sociale in ogni fase: dalla produzione, alla distribuzione, all’utilizzo e al post-utilizzo (raccolta, selezione, riciclaggio e gestione finale dei rifiuti, che nella maggior parte dei casi è legata purtroppo non a processi virtuosi di recupero ma all’incenerimento e alle discariche).
Questo spiega perché sia così importante un’edizione SERR in cui si sottolinei che “i rifiuti sono fuori moda” per aumentare la consapevolezza di ciò che ognuno può fare nei diversi ambiti legati a fashion e tessile. Proprio per questo in Italia, in particolare, dal 1° gennaio 2022 – anticipando le scadenze europee – è in vigore l’obbligo della raccolta differenziata di questi materiali, come previsto dal decreto legislativo n. 116/2020.
Al contempo in Europa si lavora per aprire la strada verso un’economia circolare e neutrale dal punto di vista delle emissioni di carbonio annunciando una Strategia dell’UE sui prodotti tessili la cui direzione è quella di adottare misure per sostenere i materiali e i processi produttivi circolari, diminuire la presenza di sostanze chimiche pericolose e aiutare i consumatori a scegliere prodotti tessili sostenibili.
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Le attività della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti
La campagna europea è ogni anno un evento corale che invita all’azione ogni soggetto della nostra società, anche in maniera trasversale. Possono infatti partecipare singoli cittadini, associazioni, scuole, pubbliche amministrazioni, aziende. Ognuno può impegnarsi per promuovere – durante la SERR per incominciare ma in generale tutto l’anno – gli obiettivi della riduzione, del riuso e del riciclo dei materiali relativi al tessile per poter far proprio il motto 2022 “i rifiuti sono fuori moda”.
Ognuno può proporre qualsiasi attività che sia in linea con lo spirito della campagna. Qualche esempio? Potreste organizzare uno scambio di vestiti (anche sotto forma di festa come accade per gli swap party), giornate e appuntamenti di sensibilizzazione, laboratori di riparazione di abiti usati, autoproduzione, guide scritte, web, video in cui si spiega come migliorare il trattamento dei capi di abbigliamento o come allungare loro la vita.
Oltre ai contenuti specifici sul focus 2022, si potrà in ogni caso organizzare quelle che sono per molti delle vere e proprie tappe fisse e ricorrenze quali gli eventi di pulizia del territorio, con passeggiate e sessioni di plogging.
Aderire alla SERR è gratuito: basta collegarsi al sito europeo ewwr.eu e cliccare su “REGISTRATI”. Una volta creato un account, si può compilare il form di registrazione, descrivere la tua idea nei dettagli e inserire luogo e date della tua iniziativa.
La tua azione sarà pubblicata sul database del sito europeo e apparirà nella mappa in modo da permettere ad altri di prenderne parte. Attenzione: salvo eventuali proroghe, l’ultimo giorno disponibile per registrarsi è il 3 novembre 2022.
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Dall’ecodesign alla seconda vita dei materiali
Presentato in anteprima a Ecomondo 2022 e lanciato durante la prossima SERR di novembre, il secondo Quaderno di EconomiaCircolare.com affronta proprio la sfida per un tessile sostenibile. Dall’ecodesign alla seconda vita dei materiali il lavoro – realizzato con i contributi di Sara Dellabella, Daniele Di Stefano, Simone Fant, Carlotta Indiano, Raffaele Lupoli, Federico Magalini, Aurora Magni, Loredana Menghi, Valeria Morelli, Letizia Palmisano – approfondisce i diversi temi dell’industria che solo in Italia coinvolge 50mila imprese, oltre 420 mila addetti e diversi distretti (da Biella a Como a Carpi a Prato a San Giuseppe Vesuviano, solo per citarne alcuni).
Alcune esperienze drammatiche raccontate nel saggio – a partire dal crollo del Rana Plaza a Dacca (Bangladesh) passando per gli standard ambientali e sociali “disumani” di Panipat (india) fino all’enorme discarica illegale nel deserto di Atacama (Cile) – ci mostrano l’impatto di quella che è una filiera tra le più inquinanti e con i maggiori impatti sul clima. Impatti che si dispiegano dalla produzione delle fibre alla loro lavorazione, dall’uso dei prodotti (pensiamo alle microfibre) fino, appunto, alla discarica.
Questo dossier, il secondo della collana “I quaderni di EconomiaCircolare.com”, offre un’istantanea degli impatti della filiera, una panoramica sulla normativa nazionale ed europea (incluso il PNRR) e un racconto del cammino delle imprese verso la circolarità: un cammino fatto di riciclo ma soprattutto di ecodesign e di buone pratiche già in campo – come quelle di simbiosi industriale o di servitizzazione – nel nostro Paese e nel mondo.
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La Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti in Italia
La Settimana Europea per la Riduzione dei rifiuti – che si tiene da tredici anni – è una campagna internazionale di comunicazione ambientale che nasce per promuovere l’adozione di azioni di sensibilizzazione sulla riduzione dei rifiuti, concentrando nel corso di una sola settimana gli interventi dei partecipanti così da poter accendere un faro sul tema della prevenzione grazie alla messa in pratica delle 3R che in ordine di importanza sono Ridurre, Riutilizzare, Riciclare.
Per far ciò si invitano i Paesi aderenti a coinvolgere una vasta gamma di pubblico. I partecipanti sono classificati in cinque categorie: cittadini, imprese, istituti di istruzione, amministrazioni pubbliche e associazioni/ONG e per ognuna sono indicati dei vincitori. Con numeri in crescita negli anni, nel 2021 si sono registrate in Europa 12.489 azioni con un “derby” tra Italia e Francia, vinto – per la scorsa edizione – dai cugini transalpini che registrarono 4908 azioni contro le 4752 raccolte lungo lo stivale.
La campagna italiana per il 2022, che vede il ruolo di segreteria organizzativa ricoperto da AICA, si svolge col sostegno dei consorzi di filiera del sistema CONAI, con Consorzio Ricrea, CoReVe, Corepla, CiAL, Comieco e Biorepack e ha come comitato nazionale, composto da: Ministero della Transizione Ecologica (attuale Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), Regione Siciliana, ANCI, Città Metropolitana di Torino, Legambiente, Utilitalia, CNI Unesco (invitato permanente), ERICA Soc. Coop. (partner tecnico) e Federconsumatori Lazio.
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