[di Irene Esposito su Green.it del 03.01.2018]
Nulla si crea e nulla si distrugge: il principio dell’economia circolare si diffonde anche tra le aziende italiane.
Il primo Atlante Italiano dell’Economia Circolare è ora consultabile online per scoprire quali sono le aziende italiane che hanno avuto il coraggio di convertirsi con successo alla nuova economia sostenibile.
Le aziende inserite nell’Atlante Italiano dell’Economia Circolare hanno abbandonato la forma mentis dell’economia lineare non solo creando prodotti nuovi, ma hanno avuto anche il coraggio di ripensare a tutto il loro ciclo di produzione: dalla scelta delle materie prime all’impiego di energie pulite, fino al riuso degli scarti. Un modo per entrare nel futuro riqualificandosi come aziende ad alto valore sociale e territoriale.
Grazie al portale online “Atlante Italiano dell’Economia Circolare” possiamo renderci conto di quante aziende della porta accanto stiano seguendo il processo di conversione verso l’economia circolare. Sul sito possiamo navigare in una mappa interattiva: cliccando su una delle realtà inserite possiamo approfondire la storia dell’azienda nonché comprenderne ragioni e filosofia del cambiamento. Si tratta di una vera e propria una piattaforma geo-referenziata intuitiva e chiara che ha la virtù di trasmetterci immediatamente l’idea di come anche l’Italia si stia finalmente abituando all’idea che non è solo uno il modello economico possibile.
I promotori dell’Atlante Italiano dell’Economia Circolare? Ecodom (Consorzio italiano per il recupero dei RAEE) e il Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali in Italia (CDCA) che si è posto come missione quella di denunciare e mappare le situazioni che creano impatti ambientali negativi o modelli di produzione altamente insostenibili.
“È ora di promuovere una cultura del consumo critico e sostenibile e di valorizzare le realtà economiche che tutelano l’ambiente, creano valore sociale e valorizzano le comunità territoriali” Marica Di Pierri, CDCA
Atlante italiano dell’economia circolare: storie di virtuosismo ambientale
Volete conoscere 100 imprese virtuose che stanno favorendo il cambiamento dell’economia in Italia? Navigando sul sito potrete leggere le storie di chi si sta impegnando veramente per ridurre sprechi, rifiuti ed inquinamento investendo al contempo nella ricerca.
Le aziende censite dall’ Atlante Italiano dell’Economia Circolare lavorano localmente (41%) ma anche su scala nazionale (33%) e internazionale (24%).
Quali sono i criteri con cui vengono scelte le aziende “virtuose”? Molti sono i termini di giudizio riguardanti la sostenibilità ambientale e sociale. Qui sotto ne riportiamo tre fondamentali:
- VALORE CONDIVISO e COMUNITÀ TERRITORIALI. Impatto sulle altre realtà connesse (filiere o extra filiera) in termini di massimizzazione della compatibilità ambientale e di creazione di valore sociale condiviso; sviluppo di altre forme economiche, organizzate in forme plurali (pluralismo delle forme organizzative) e che possano immettersi nel tessuto economico.
- INCLUSIVITÀ SOCIALE. Accrescimento del tasso di inclusività economica delle fasce svantaggiate e dei soggetti a rischio esclusione sociale attraverso il sostegno e il rafforzamento di esperienze di economia sociale legate al territorio. Creazione di valore sociale oltre che economico secondo un approccio di valore condiviso con particolare attenzione al coinvolgimento dei soggetti svantaggiati.
- REPORTING / ACCOUNTABILITY / CERTIFICAZIONI AMBIENTALI E ALTRE FORME DI GESTIONE AMBIENTALE. Esistenza di attività di reporting che analizzino, qualifichino, certifichino e/o rendano comunicabili le informazioni ambientali.
Fantasia imprenditoriale vincente
Tra i 100 esempi virtuosi ci sono le aziende più diverse: c’è chi ha creato un’app che riconosce il rifiuto per suggerirci in quale bidone della differenziata buttarlo, stabilimenti dotati di “microonde” industriali che riciclano in tempi brevissimi i vecchi copertoni, ma anche imprese che riutilizzano rifiuti e vecchi materiali, come i legni andati alla deriva nel mare, per creare oggetti di design e d’arredamento. Non solo: c’è anche chi cerca di ridurre l’inquinamento ecologico impiegando le alghe alloctone ed infestanti della laguna veneta e scarti alimentari per realizzare carta, chi usa i fondi del caffè per coltivare i funghi e chi i lombrichi per realizzare ottimo humus.
Tutte queste aziende ce l’hanno fatta anche in un periodo non proprio florido per l’economia del Paese. Ciò dimostra che le stime dell’Unione Europea, secondo le quali grazie il business dell’Economia Circolare si potranno creare 2 milioni nuovi posti di lavoro oltre ad un risparmio annuo per le imprese di circa 72 miliardi di euro, sono corrette.
“L’Atlante e le esperienze che contiene stanno dimostrando che è possibile ipotizzare sistemi economici sostenibili, a basso impatto ambientale e ad alto valore sociale.” Giorgio Arienti, Ecodom
Storie che vale la pena di raccontare
Siete curiosi e creativi? Volete raccontare la storia e le iniziative delle aziende virtuose che vi hanno affascinato? L’Atlante Italiano dell’Economia Circolare ha indetto un concorso annuale a premi patrocinato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dall’Ordine dei Giornalisti. Potete inviare i vostri racconti sotto forma di video, foto, trasmissioni radio o elaborati scritti… Probabilmente il modo migliore per diffondere la cultura imprenditoriale del futuro che gira attorno a sostenibilità e rispetto del Pianeta.
In un paese dove l’emergenza rifiuti si ripete regolarmente, le imprese che stanno lavorando per ridurre e dare nuova vita ai residui di lavorazione possono essere considerate non solo pioniere ma anche rivoluzionarie. Il loro esempio, vincente, può rappresentare una spinta per le aziende che non hanno il coraggio di rivoluzionarsi e convertirsi ad un tipo di economia che potrebbe frenare la discesa della nostra civiltà verso un futuro senza più risorse.