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venerdì, Dicembre 13, 2024

Bacheca del riuso di Junker app: come funziona e chi la usa di più

A due anni dal lancio, la Bacheca del riuso di Junker app è disponibile agli utenti di ben 110 comuni. Il team di Junker, in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Roma Tor Vergata ne ha analizzato i dati relativi all’uso e all’efficacia

Letizia Palmisano
Letizia Palmisanohttps://www.letiziapalmisano.it/
Giornalista ambientale 2.0, spazia dal giornalismo alla consulenza nella comunicazione social. Vincitrice nel 2018 ai Macchianera Internet Awards del Premio Speciale ENEL per l'impegno nella divulgazione dei temi legati all’economia circolare. Co-ideatrice, con Pressplay e Triboo-GreenStyle del premio Top Green Influencer. Co-fondatrice della FIMA, è nel comitato del Green Drop Award, premio collaterale della Mostra del cinema di Venezia. Moderatrice e speaker in molteplici eventi, svolge, inoltre, attività di formazione sulle materie legate al web 2.0 e sulla comunicazione ambientale.

Il miglior rifiuto è quello che non viene prodotto. Tale principio può trovare applicazione pratica nel nostro quotidiano in vari modi tra i quali rientra sicuramente quello di allungare la vita di un prodotto.

A volte, però, arriviamo ad accumulare una quantità indefinita di oggetti che ormai sono divenuti, per noi, inutili stipandoli a tempo indeterminato in ogni anfratto.

Un modo intelligente per svuotare le nostre case (e riempire le nostre tasche) è quello di rivendere gli oggetti dei quali non abbiamo più bisogno utilizzando uno dei tanti canali di compravendita di prodotti usati – dalle app ai negozi dell’usato – ma non solo: a prendere sempre più piede è anche lo scambio o il dono.

Perché allungare la vita ai prodotti riduce la nostra impronta ambientale

Ogni volta che si rimette in circolo un bene – ancora in buone condizioni –  anziché gettarlo via, si contribuisce ad estenderne il ciclo di vita e, in generale, a diminuire la quantità di rifiuti che finisce in discarica. Tutto ciò aiuta a ridurre i consumi di risorse naturali e l’impatto ambientale legato alla produzione, l’uso e lo smaltimento degli oggetti, tagliando anche le emissioni climalteranti del nostro stile di vita. Massimizzare l’uso delle risorse e ridurre gli sprechi è, a tutti gli effetti, un’applicazione concreta di un modello di economia circolare.

Meglio ancora se gli scambi avvengono sul nostro territorio evitando, in tal modo, le emissioni e gli eventuali costi legati alla spedizione della merce. Diverse piattaforme online vengono in nostro aiuto in questa pratica: esistono, ad esempio, i gruppi territoriali su Facebook i cui nomi, più o meno, sono tutti “te lo regalo, se vieni a prenderlo” a cui segue il nome della città o dell’area geografica ove avvengono gli scambi. Tuttavia la più grande vetrina virtuale attiva in questo ambito in Italia è la bacheca del riuso messa gratuitamente a disposizione dall’app Junker e promossa dalle pubbliche amministrazioni locali.

Come funziona la Bacheca di Junker app e perché dà valore al territorio

La Bacheca di Junker app è fruibile direttamente dall’applicazione e – a due anni dall’inaugurazione – è disponibile agli utenti di ben 110 comuni. Questo spazio virtuale consente a centri del riuso e agli utenti di offrire e ricevere oggettistica, mobili, giochi e articoli per bambini e tanto altro. A differenza di ogni altra piattaforma second hand, la fruibilità della bacheca in un determinato comune nasce da un’iniziativa pubblica – amministrazione comunale o multiutility – per promuovere attivamente il riuso sul proprio territorio e ridurre la produzione di rifiuti (soprattutto indifferenziati, RAEE e ingombranti).

Giocattoli, accessori per la casa e utensili vari, infatti, vengono troppo spesso gettati nei bidoni dedicati ai rifiuti indifferenziati. La prossimità rimane un elemento importantissimo nella fruizione del servizio: la Bacheca è, infatti, tarata su scala locale al fine di garantire maggiore visibilità agli annunci e valorizzare il riuso di prossimità riducendo, quindi, gli spostamenti necessari al ritiro degli oggetti e annullando il costo ambientale della spedizione in termini di emissioni di CO2. Questo può peraltro comportare ulteriori benefici indiretti come la creazione e il rafforzamento dei rapporti interpersonali fra i membri della comunità.

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I numeri della Bacheca: cosa viene scambiato di più (e il freno dei bias cognitivi)

Inaugurata nell’aprile del 2021, in poco più di due anni la Bacheca si è estesa a 110 comuni abbonati. Il servizio – disponibile per i cittadini e i centri del riuso – ha presentato i primi numeri che dimostrano un trend e un sentiment più che positivo da parte degli utilizzatori. Gli accessi da parte degli utenti sono stati 48 mila – segno di un vivace interesse da parte della cittadinanza – e gli oggetti postati dagli utenti sono stati 832.

“L’idea di Bacheca – racconta Noemi De Santis, responsabile comunicazione e co-founder di Junker app – è nata durante il lockdown. Quel momento storico, così difficile in termini individuali e collettivi, ha però reso evidenti le potenzialità degli strumenti digitali per semplificare e rendere più sostenibili molte attività quotidiane. In questo caso il valore aggiunto è dato dalla spinta pubblica, che si sublima quando Bacheca si fa strumento innovativo di visibilità per i Centri del riuso comunali”.

Analizzando la distribuzione geografica, il servizio è stato adottato in particolar modo nei comuni del Centro Italia e soprattutto in Lazio, Umbria e Toscana. Firenze, Empoli, Prato, Pistoia, Narni, Orvieto e la provincia di Terni, Fiuggi e la zona dei Castelli romani sono alcuni dei territori che stanno sperimentando la Bacheca di Junker che, inoltre, è attiva anche a Nuoro, Monza, Sesto San Giovanni e Salerno.

Il team di Junker, in collaborazione con Luca Congiu – ricercatore e docente di economia comportamentale e sperimentale presso l’Università di Roma Tor Vergata – ha analizzato i dati relativi all’uso e all’efficacia della Bacheca Junker ed è emerso un andamento “stagionale” della app: si registrano, infatti, un numero maggiore di accessi nei mesi estivi, con un picco a giugno mentre l’attività diminuisce nei mesi invernali e, in particolare, a dicembre.

Oltre il 40% degli annunci pubblicati ha ricevuto richieste di scambio. Statisticamente alcune categorie di beni risultano più apprezzate (e quindi ricercate) dagli utenti: sul podio salgono l’oggettistica (59%), seguita da mobili (39%) e da giochi e articoli per bambini (35%).

Gli articoli di bricolage e i piccoli elettrodomestici, nonostante siano offerti in Bacheca meno frequentemente rispetto a beni di altre categorie, sono però molto richiesti e quindi se non li utilizzate e volete conquistare spazio proponeteli sulla bacheca!

La ricerca condotta da Congiu rientra in uno studio della professoressa Mariangela Zoli, esperta di economia comportamentale ed ambientale, e della dottoranda in economia sperimentale Luisa Lorè.

L’acquisizione dei dati della bacheca del riuso è funzionale all’analisi del rapporto tra le azioni condotte dalle persone nel caso di consumo di seconda mano e i bias cognitivi e sociali – ovverosia quegli automatismi mentali che semplificano la complessità di un problema decisionale ma che portano talvolta ad avere credenze e a prendere decisioni non coerenti con la razionalità economica. Lo studio è ancora in corso, ma già fa emergere punti di interesse. Ad esempio non tutte le categorie dell’usato vengono percepite dalle medesime persone allo stesso modo: vi sono percezioni e quindi approcci differenti a seconda che si parli di abbigliamento, mobili, elettronica ed elettrodomestici (i quattro settori oggetto dell’indagine).

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Cosa sono i centri del riuso e perché la Bacheca può essere un valido supporto

Tornando ai dati della Bacheca, i “centri del riuso” sono spazi attrezzati – solitamente gestiti da organizzazioni no-profit, enti governativi o imprese sociali – che promuovono e facilitano la pratica del riuso di oggetti e materiali allo scopo di allungarne il ciclo di vita ed evitare che, al contrario, rimangano abbandonati per anni in cantina o in garage o, addirittura, vengano gettati via pur se ancora utilizzabili. A tali strutture – che hanno finalità sia ambientali che sociali – le persone possono offrire oggetti usati come mobili, elettrodomestici, abbigliamento, libri e altro ancora.

Questi oggetti vengono quindi valutati, eventualmente riparati e rimessi in circolo o venduti a prezzi modici. In questo modo, si promuove la riduzione degli sprechi e dell’impatto ambientale associato alla produzione e allo smaltimento di nuovi prodotti.

Il servizio di Bacheca ha dimostrato che può fare la differenza soprattutto per i Centri del riuso perché aumenta la visibilità dei beni disponibili e ne favorisce la redistribuzione presso le persone interessate.

Il primo Comune italiano ad aver attivato Bacheca per supportare l’attività del proprio Centro del Riuso è quello di Vasto (Chieti), in Abruzzo. “Utilizziamo questo servizio da circa 2 anni – dichiara Davide Fanelli di Pulchra Ambiente, la società che gestisce il servizio di igiene pubblica nel territorio comunale di Vasto – e l’abbiamo scelto soprattutto per dare visibilità al nostro Centro del riuso comunale. Grazie alla Bacheca, i cittadini possono visualizzare i beni disponibili senza doversi recare fisicamente al centro del riuso”.

Abbiamo fatto una prova geolocalizzandoci a Vasto: grazie al centro del riuso potreste recuperare tantissimi oggetti in ottime condizioni, dai lampadari a tutto ciò che serve per un bebè come il seggiolone pappa, giocattoli vari, una sdraietta o un passeggino. I risultati della sperimentazione rivelano l’efficacia della scelta: il 52% dei beni postati sulla Bacheca di Vasto hanno ricevuto almeno una richiesta, riducendo i tempi di permanenza all’interno del Centro del Riuso e favorendo la circolazione di prodotti in buono stato.

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