fbpx
venerdì, Novembre 15, 2024

Al via la nuova etichetta energetica. Ecco tutte le novità

Dall’1 marzo cambia l’etichetta energetica degli elettrodomestici: tornano le sette classi, dalla A alla G, e si aggiunge un QR Code per ulteriori info. In Italia sono due i progetti che sosterranno i consumatori nel cambiamento. Per Erion “è un cambio di passo concreto verso l’economia circolare”

EconomiaCircolare.com
EconomiaCircolare.com
Redazione EconomiaCircolare.com

Un restyling necessario, a quasi 30 anni dall’avvio: l’etichetta energetica degli elettrodomestici si rifà il look. Dall’1 marzo 2021 su alcune categorie di prodotti venduti in tutta Europa è visibile la nuova “carta d’identità” degli elettrodomestici. Si tratta di quelle indicazioni, volute dall’Unione europea nel 1992 e recepite in Italia nel 1994, che sono ormai note ai consumatori più attenti. Un insieme, cioè, di informazioni, riconoscibili e confrontabili sui consumi energetici, le prestazioni e le caratteristiche basilari dei propri prodotti. Per intenderci è quella scala di giudizio, che va dalla A alla G, e che a seconda del “voto” ha un colore diverso. E in più, è proprio il caso di dirlo, aveva anche un segno +, fino a 3 segni, che indicavano ulteriori specificità. Col risultato di generare incertezza e confusione tra gli acquirenti. Ora si torna all’origine, con qualche integrazione che intercetta i cambiamenti avvenuti negli anni.

Leggi anche: Quello che c’è da sapere sull’indice di riparabilità in Francia

Dalla A alla G: il vecchio sistema dei segni + va in cantina

L’ormai vecchio sistema di etichettatura divideva gli elettrodomestici in dieci classi energetiche comprese tra A+++ (la più efficiente) e G (la meno efficiente). Una suddivisione che è diventata sempre meno rappresentativa. Da una parte infatti per i nuovi prodotti era abbastanza facile raggiungere le classi più efficienti (una A non si nega a nessuno!), dall’altra i prodotti con le categorie inferiori difficilmente vedevano la luce e spesso anzi erano ritirati per legge. Con il nuovo sistema di classificazione, disciplinato dal Regolamento UE 2017/1369, si procederà a un restyling dell’etichetta. Tornano le sette classi di efficienza energetica, da A a G, e sparisce il segno +.

Non esiste tuttavia una corrispondenza diretta tra queste e i valori riportati nella nuova etichetta rispetto a quelli della vecchia in quanto le formule, i parametri e gli intervalli di valori che consentono la determinazione della classe energetica di un prodotto secondo la nuova modalità saranno diversi da quelli che venivano utilizzati dalla vecchia etichetta.

Leggi anche: In Francia lo Stato crea una piattaforma per scambiare i suoi beni

A chi si applica l’etichetta energetica

I prodotti soggetti al cambio di etichetta dall’1 marzo sono frigoriferi, congelatori, etichette per il vino, lavatrici, lavasciuga, display tv, monitor, lavastoviglie. Dall’1 settembre toccherà poi alle sorgenti luminose.  La nuova etichetta è di facile lettura e comprensione per i consumatori, grazie a una grafica intuitiva. Tutti i prodotti che riportano la nuova etichetta saranno registrati in un nuovo database dei prodotti dell’Unione Europea (Eprel), che fornisce informazioni aggiuntive.

Per ogni apparecchiatura infatti è possibile consultare un qr code, dove vengono forniti ulteriori dettagli come le caratteristiche e le specificità di ogni apparecchiatura, vale a dire dati aggiuntivi e non strettamente commerciali. Per esempio, come spiega Altroconsumo, per quanto riguarda il consumo energetico questo sarà “specifico per ogni prodotto. I frigoriferi riportano il consumo annuo; le lavastoviglie, le lavatrici e le asciugatrice riportano il consumo per 100 cicli; il consumo di schermi e di lampadine si riferisce a 1000 ore di utilizzo”.

Inoltre nelle nuove etichette energetiche sono presenti anche diverse icone, facilmente leggibili, correlate ad esempio al consumo d’acqua o alla rumorosità dell’apparecchio. I cambiamenti si applicano anche alle vendite online, dove l’etichetta energetica deve essere chiaramente visibile di fianco al prezzo del prodotto. Se l’etichetta non è visibile, la classe energetica deve essere mostrata usando una freccia colorata, riportante la classe di efficienza del prodotto e la scala di efficienza di riferimento, con un link all’etichetta energetica corrispondente.

Leggi anche: “Senza giustizia sociale non c’è economia circolare”, Officina Informatica rigenera pc per donarli

Chi dovrà apporre l’etichetta energetica?

La Commissione europea ha stabilito le linee generali, che poi ogni Stato membro ha recepito. Sarà poi il singolo produttore ad apporre materialmente la singola etichetta energetica, sulla base degli standard definiti a livello comunitario. Per produttore si intende ovviamente chiunque produce elettrodomestici all’interno dell’Unione europea ma anche chi compra da produttori che realizzano i manufatti fuori dal perimetro europeo.

Se per esempio un’azienda italiana importa una lavatrice dalla Cina, anche questa dovrà avere la nuova etichetta energetica. E in questo caso dovrà farsi carico di effettuare i test necessari per stabilire l’esatta classificazione, così come stabilito dagli allegati del regolamento, e dovrà registrarsi all’interno del database che contiene tutti i dati di ogni singola apparecchiatura esistente in Europa.

Nello specifico in Italia è ad Enea che dovrà essere notificata tutta la documentazione tecnica per ogni elettrodomestico. Tocca dunque alla singola azienda produrre e materialmente stampare l’etichetta energetica da apporre poi sul singolo prodotto commercializzato. Al distributore invece cosa tocca fare? A partire dall’1 marzo e fino al 18 marzo deve rimpiazzare tutte le etichette vecchie con le nuove etichette.

Leggi anche: “Supportare le piccole e medie imprese, coinvolgendo i territori”, le proposte di Enea sul Pnrr

I due progetti italiani

Il passaggio al nuovo sistema di etichettatura energetica, per imprese e consumatori, in Italia è stato accompagnato da due progetti. Si tratta del progetto Belt e del progetto Label 2020. Il primo vede capofila l’associazione Altroconsumo, insieme al supporto della Città Metropolitana di Bologna e del consorzio Erion. Il secondo invece la collaborazione di Eliante e Legambiente.

Entrambi i progetti puntano a facilitare la transizione alla nuova etichetta energetica, per imprese e consumatori. In particolare il progetto Belt, finanziato dal programma comunitario Horizon 2020 con l’obiettivo di guidare i consumatori in scelte di acquisto più consapevoli e supportare distributori e produttori nella gestione del periodo transitorio tra il vecchio e il nuovo sistema di etichettatura, vede tra gli 11 partner europei la presenza di Erion, il più importante consorzio italiano che si occupa dei Raee e che finanzia il giornale che state leggendo.

Leggi anche: Difendere la cultura della circolarità, ecco perché Erion investe nell’informazione

“Questo nuovo sistema di etichettatura segna un cambio di passo concreto sulla strada verso l’economia circolare nella misura in cui garantisce importanti riduzioni degli impatti ambientali e un minore sfruttamento di risorse naturali necessario alla produzione di energia elettrica – ha dichiarato Luca Campadello, projects and innovation manager di Erion – La nuova etichetta, oltre a garantire risparmi alle famiglie, rappresenta un forte impulso per le imprese del settore dell’elettronica di consumo a investire nella ricerca e nella progettazione di prodotti sempre più sostenibili”

Nello specifico Erion si è rivolta ai produttori, spronandoli a mettersi in regola con le nuove disposizioni già prima dell’avvio. Un’attività di sensibilizzazione che è avvenuta e che avviene attraverso un sito web, una newsletter, una maling list, e la diffusione di specifiche linee guida. Altroconsumo invece si occupa dei consumatori e sul proprio sito ha elaborato un calcolatore che permette di verificare quanto consuma ad esempio un nuovo prodotto in classe A.

Tutto perfetto? 

Ci vorrà tempo prima che i consumatori e le imprese si adeguino alle nuove etichette energetiche. Non è un caso che si sia partiti solo con alcune categorie elettrodomestici. Oltre alle sorgenti luminose, ad esempio, a essere finora esclusi dall’applicazione sono anche prodotti fondamentali, specie con la primavera alle porte, come climatizzatori, riscaldamenti vari e produzione di acqua calda. Inoltre è stato dato tempo fino al 18 marzo ai produttori e ai distributori per adeguarsi. Non è chiaro però se questa scadenza riguarda tutti i prodotti elettronici o soltanto quelli più “esposti” nei negozi.

I modelli di prodotti vecchi infatti potranno mostrare l’etichetta precedente fino al 30 novembre 2021. Dopo questa data, però, non potranno essere più venduti. Infine, secondo i partner dei due progetti italiani Belt e Label 2020, serve un immediato adeguamento legislativo. La normativa attuale per l’ottenimento del Bonus mobili ed elettrodomestici fa infatti riferimento alla vecchia etichettatura. Lo scopo era quello di  incentivare gli elettrodomestici dalla classe A+ (o almeno dalla classe A per lavasciuga e forni) in su. Per quanto riguarda i prodotti immessi sul mercato a partire da oggi con la nuova etichetta, manca ancora una chiara indicazione da parte della Agenzia delle Entrate. 

© Riproduzione riservata

spot_img

POTREBBE INTERESSARTI

Ultime notizie