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lunedì, Dicembre 16, 2024

In Europa aumentano i rifiuti, ma crescono riciclo e compostaggio: ecco tutti i dati

Secondo gli ultimi dati Eurostat, nel 2019 la quantità di immondizia pro-capite risulta di oltre mezza tonnellata a persona, il dato più alto dal 2010. In attesa di capire come il coronavirus ha influito sui nostri consumi, lascia ben sperare la decisa diminuzione del conferimento in discarica e l'aumento del riciclaggio

Madi Ferrucci
Madi Ferrucci
Nata in provincia di Pisa il 26 giugno 1991. Laureata in Filosofia e diplomata alla scuola di Giornalismo della Fondazione Basso di Roma. Assieme a due colleghi ha vinto il Premio Morrione 2018 e il Premio Colombe d'Oro per la Pace 2019 con un’inchiesta internazionale sulla fabbrica di armi RWM in Sardegna. Ha lavorato a The Post Internazionale nella sezione news e inchieste. Collabora con Economiacircolare.com, il Manifesto e altre testate nazionali. Fa parte del collettivo di giornalisti freelance “Centro di giornalismo permanente".

La produzione di rifiuti urbani in Europa continua ad aumentare in maniera preoccupante: secondo gli ultimi dati Eurostat, infatti, nel 2019 la quantità di immondizia pro-capite risulta di oltre mezza tonnellata a persona, il dato più alto dal 2010 (503 kg). In attesa di capire come il coronavirus ha influito sui nostri consumi, il dato resta impressionante.

Negli ultimi anni c’è stato infatti un costante incremento della produzione media di rifiuti urbani e si è passati dai 478 kg del 2013 agli attuali 502 kg. Una crescita che stando ai numeri più recenti si conferma stabile anche in molti Paesi Ue: la Danimarca nel 2019 ha generato il più alto volume di rifiuti di tutt’Europa (844 kg) peggiorando decisamente le sue performance in termini di scarti urbani (814kg) rispetto al 2018 e lo stesso vale per il Lussemburgo (791 kg), la Norvegia (776 kg) e la Svizzera (709 kg).

La Germania si trova al settimo posto di questa triste classifica con 609 kg, più tre kg rispetto al 2018, e ancora in decima posizione troviamo la Francia (546 kg), cui fanno seguito Grecia (524 kg), Portogallo (513 kg) e Olanda con 508 kg.

Anche l’Italia torna in lieve crescita (504 kg) e sale al quattordicesimo posto, mentre tra i Paesi più virtuosi risultano Polonia (336kg), Estonia (369 kg), e Ungheria (387 kg).

Il nostro Paese si mantiene al di sopra della media europea che nel 2019 è di 402 kg pro capite: già partire dal 2017, infatti, i livelli di produzione di rifiuti hanno ricominciato a crescere in maniera costante e per il momento non accennano a diminuire.

Tutti i dati sul riciclo e il compostaggio dei rifiuti urbani

Numeri allarmanti, attenuati solo in parte dai dati positivi sul riciclo e il compostaggio che mostrano come dal 1995 al 2019 risultano pressoché dimezzati i rifiuti smaltiti in discarica, mentre sono addirittura triplicati i materiali riciclati, che passano da 37 milioni di tonnellate (87 kg per persona) a 107 milioni di tonnellate (239 kg a persona).

La capacità di gestione della raccolta differenziata, l’innovazione dei processi produttivi, e la crescente consapevolezza dei cittadini hanno certamente contribuito in maniera significativa a questo risultato ma per un cambio di rotta decisivo serve una strategia comune e l’adozione di modelli di economia circolare che riescano a ridurre la continua generazione di rifiuti.

Leggi anche: “Draghi dimentica il ruolo della società e il primato italiano nell’economia circolare”

Rifiuti urbani ed economia circolare: serve un cambio di paradigma

Per raggiungere quest’obiettivo, la Ellen MacArthur Foundation (Emaf) ha già stilato gli obiettivi politici fondamentali che ciascun Paese dovrebbe perseguire: ecodesign, incentivi “green”, formazione specializzata e valorizzazione dei prodotti sono solo alcune delle parole chiave che dovrebbero orientare le scelte delle prossime politiche industriali dei Paesi europei. Per l’Italia molti di questi risultati dipenderanno dalla capacità di gestione delle risorse in arrivo con il Recovery Fund e dalle strategie che il governo Draghi deciderà di mettere in campo con il nuovo Piano per la Ripresa e la Resilienza (Pnrr) approvato dal precedente esecutivo.

Leggi anche: La tavola rotonda di In Circolo sul PNRR

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