L’estate è tradizionalmente il periodo in cui hanno vita i festival di musica live, alcuni di questi veri ritrovi della gioventù mondiale, come quelli del nord Europa. Un grande business che sposta gente, fa vedere gadget e tanta birra. Ma non sono tutti così. Dal 2017 si svolge RisorgiMarche, che nasce dal basso e, oltre a far divertire i partecipanti, ha l’obiettivo di rafforzare il senso di comunità.
Alla fine di ottobre del 2016 la terra tremò sconvolgendo per sempre la vita di migliaia di persone. Da lì, l’idea. Neri Marcorè e Giambattista Tofoni idearono allora RisorgiMarche; un festival musicale da tenere sulle terre martoriate dal sisma, un modo per tenere alta l’attenzione anche dopo il tragico evento, una speranza per le varie comunità.
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Come RisorgiMarche cambia il paradigma dei festival musicali
Il moto di riscossa è diventato un festival, un’opportunità per portare le persone a conoscere le colline degli Appennini, le taverne dei comuni organizzatori, i borghi antichi e quelli più recenti, un tipo di arte diversa, che sposa le caratteristiche del territorio anziché cercare di modificarlo. Niente palchi, niente impianti da milioni di watt.
I concerti si svolgono nel tardo pomeriggio e in questo modo si ovvia agli impianti luminosi, gli artisti suonano sul prato e vanno verso versioni per lo più unplugged e poco invasive rispetto all’impatto sonoro. L’amplificazione è in gran parte alimentata da pannelli fotovoltaici e il pubblico (contingentato, non più di 1000 persone a evento) deve raggiungere il luogo dell’evento praticando prima il car sharing (l’organizzazione invita sempre a praticarlo) e poi il trekking sulle colline locali, un modo per riscoprire un territorio verdissimo, ferito ma non abbattuto dagli eventi catastrofici.
La musica come collante, volano per far ripartire l’economia di comunità che dal 2016 ha vissuto momenti bui. Il cibo è fornito da produttori locali che rispettano precisi disciplinari green, così come gli artigiani presenti in loco. Vengono utilizzate stoviglie compostabili ed è praticamente un festival plastic free.
“Abbiamo voluto cambiare il paradigma classico dei festival musicali”, racconta Giambattista Tofoni, coideatore del progetto. “Il nostro messaggio voleva andare proprio in questa direzione; abbiamo attivato percorsi di circolarità, abbiamo dato alle nostre comunità uno stimolo a ripartire senza lasciarsi abbattere dalla sciagura”, ha poi continuato.
Le ultime conferenze stampa si sono tenute on line. Non vengono stampati manifesti, depliant e altro tipo di materiale cartaceo. Agli eventi viene vietata ogni forma di volantinaggio e distribuzione di materiale cartaceo. I gadget sono di provenienza certificata e la ditta fornitrice ha sede nel cratere sismico. Il pass per staff e artisti è un’eco-card contenente semi che a fine festival si può piantare.
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I numeri e i premi di RisorgiMarche
I numeri danno ragione all’etica di RisorgiMarche. L’edizione 2022 ha avuto circa 10.000 visitatori con una programmazione lunga tre mesi. Si inizia giovedì 13 luglio e si va avanti fino a ferragosto. Uno dei concerti si terrà in un luogo metafisico che fa trait d’union con la letteratura: l’orto sul colle dell’Infinito, di leopardiana memoria. Il costo dei biglietti è di 5 euro.
La programmazione è di gran classe ed è disponibile a questa pagina: https://risorgimarche.it/
RisorgiMarche è dunque il festival musicale all’insegna di accessibilità, uguaglianza, solidarietà – in una parola, circolarità. RisorgiMarche ha ottenuto il premio Cultura in Verde 2022 da parte del Forum Compraverde Buygreen, promosso e organizzato dalla Fondazione Ecosistemi, “per essere diventato“ un modello di turismo ad economia circolare, in luoghi naturali e non antropizzati.
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