Bagnoli evoca subito un gigante di ferro, ossia il complesso siderurgico dell’ex Italsider, testimone e protagonista dello sviluppo industriale del nostro Paese. Nel golfo di Pozzuoli, alle pendici della collina di Posillipo, oggi gli abitanti fanno i conti con l’eredità tossica di quegli impianti; con i metalli pesanti e la diffusione di veleni nel suolo e nel mare di Bagnoli.
Sembra quasi difficile immaginare un futuro oltre la ruggine dell’acciaieria, è come se non esistesse un finale alternativo per questa storia che segue l’andamento dello sviluppo industriale italiano: delocalizzazioni, licenziamenti, chiusure, fallimenti di società, dismissione e inquinamento. Ma resocontare la caduta del gigante di ferro è un esercizio utile: ci fa conoscere da vicino le conseguenze di un modello di sviluppo, e in particolare la situazione dei siti d’interesse nazionale in attesa di bonifica. Dopo inchieste, fermi burocratici e rallentamenti, si sta aprendo una nuova stagione per il rilancio di Bagnoli.
C’è ora un nuovo piano strategico composto da progetti di bonifica, alcuni molto innovativi, legati a tecniche sperimentali, come l’utilizzo di microrganismi capaci di eliminare la presenza di inquinanti nei terreni. Resta poi la questione sociale: chi vive a Bagnoli fa i conti con uno spazio pubblico negato che non concede neanche l’accesso al mare. È negato il diritto di restare in un quartiere che i più giovani già avvertono privo di opportunità, ma ancora così vivo e composito. In questo panorama si allarga l’ombra dell’ex area industriale dell’Italsider che, come un buco nero, sembra inghiottire il quartiere e segnare uno spartiacque tra un prima e un dopo ben noti.
A questa parola si aggiunge un concetto che i bagnolesi usano per descrivere il futuro: risarcimento sociale. Trentanove anni dopo lo spegnimento dei forni, all’alba dell’ennesimo progetto di bonifica, una Bagnoli stanca di aspettare ha iniziato a pretendere spazi, risposte e voce in capitolo.
Questo Speciale rientra nel workshop conclusivo del “Corso di giornalismo d’inchiesta ambientale” organizzato da A Sud, CDCA – Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali ed EconomiaCircolare.com, in collaborazione con IRPI MEDIA, Fandango e Centro di Giornalismo Permanente.
Tutte le foto all’interno di questo Speciale sono state realizzate da Ernesto Rollando nell’ambito di LIFE Sedremed, un progetto finanziato dall’Unione Europea per lo sviluppo di una soluzione innovativa per la decontaminazione di siti marini inquinati.
Con la speranza che possiate apprezzare il lavoro delle corsiste e dei corsisti, così come abbiamo fatto noi della redazione di EconomiaCircolare.com, rinnoviamo l’invito a inoltrarci contributi, critiche e suggerimenti. Buona lettura.
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