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sabato, Luglio 27, 2024
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SPECIALE | Spreco alimentare
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Che la nostra sia una società diseguale, dove c’è chi ha tutto e chi niente, è persino banale dirlo. Uno dei simboli più evidenti di questi dislivelli è il cibo. La riduzione dei consumi che avevamo vissuto con l’arrivo del Covid-19 è già un ricordo. Così non sorprende che, secondo gli ultimi dati del report 2022 dell’Osservatorio Waste Watcher, nel nostro Paese ogni persona butta via circa 30 chili di cibo all’anno. Di più: dal Food Waste Index Report 2021 (l’analisi sugli sprechi alimentari del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente Unep e dell’organizzazione partner Wrap), apprendiamo che nel 2019 sono sparite circa 931 milioni di tonnellate di alimenti, il 17 per cento di quelli disponibili.

Si tratta di numeri impressionanti. Nonostante tutto, lo spreco alimentare è uno dei fattori che più caratterizza l’economia lineare. Ecco perché crediamo che una reale economia circolare non possa non partire dal cibo: se alimentarsi è vitale, per consentire la prosecuzione della nostra esistenza nel (e del) Pianeta è fondamentale incidere su una delle peggiori pratiche che ci caratterizza.

L’Unione Europea e i suoi Stati membri si sono impegnati, attraverso gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, a dimezzare gli sprechi alimentari pro capite a livello di commercio al dettaglio e di consumatori entro il 2030 e a ridurre le perdite alimentari lungo le catene che dal campo portano alla tavola.

Siamo però consapevoli che al di là degli impegni e delle leggi utili a perseguire gli obiettivi, serve soprattutto un lavoro di sensibilizzazione culturale. Verso la popolazione, certamente, e anche verso la politica che fatica a comprendere la piaga dello spreco.

Ecco perché in questo nostro Speciale troverete, accanto ai consigli per avviare il cambiamento, anche riflessioni più ampie (“mangiare è un atto politico” ci ha detto Carlo Petrini) e guide per prevenire il fenomeno. Sappiamo che l’economia circolare è una risposta, ma allo stesso siamo coscienti che altre risposte vanno pensate insieme. Ecco perché, come ogni volta, rinnoviamo l’invito a inoltrarci i vostri pareri e i vostri contributi.

Intanto buona lettura.

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