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lunedì, Giugno 17, 2024

Il “Violino del mare”: una sinfonia di speranza che crea comunità

Uno straordinario viaggio dal dolore alla melodia, passando attraverso il riscatto

Letizia Palmisano
Letizia Palmisanohttps://www.letiziapalmisano.it/
Giornalista ambientale 2.0, spazia dal giornalismo alla consulenza nella comunicazione social. Vincitrice nel 2018 ai Macchianera Internet Awards del Premio Speciale ENEL per l'impegno nella divulgazione dei temi legati all’economia circolare. Co-ideatrice, con Pressplay e Triboo-GreenStyle del premio Top Green Influencer. Co-fondatrice della FIMA, è nel comitato del Green Drop Award, premio collaterale della Mostra del cinema di Venezia. Moderatrice e speaker in molteplici eventi, svolge, inoltre, attività di formazione sulle materie legate al web 2.0 e sulla comunicazione ambientale.

La musica fa parte della vita quotidiana di (quasi) tutti noi ed è uno strumento indispensabile per raccontare storie e per suscitare emozioni. Tale capacità trova nuova linfa nel “Violino del mare” progetto unico che ha consentito di realizzare strumenti musicali utilizzando il legno proveniente dai barconi impiegati dai migranti per solcare i mari alla ricerca di una nuova vita. Anche le mani che hanno prodotto questi strumenti musicali appartengono a persone che, metaforicamente, stanno effettuando una lunga traversata: i liutai che realizzano queste piccole opere d’arte sono, infatti, dei detenuti. Questo straordinario viaggio dal dolore alla melodia (passando attraverso il riscatto) ha trovato una delle sue espressioni più emozionanti al Green Loop Festival tenutosi a Morro d’Alba (AN) lo scorso 4 maggio e che ha consentito ad un nutrito pubblico di assistere ad un concerto nel corso del quale una formazione ristretta della Piccola Orchestra dei Popoli, diretta da Ciro Menale, ha fatto vibrare le corde del violino e della chitarra del mare ed ha presentato il lavoro di questi anni dialogando con Marco Cardinaletti, ideatore del Festival.

Da dove nasce il violino del mare e cosa c’entrano i barconi dei migranti

Il progetto “Violino del mare” trova le sue radici nelle spiagge di Lampedusa dove i barconi, spesso ultima speranza per molti migranti in cerca di salvezza, giungono carichi di storie di lotta e sofferenza. Per legge, essendo corpi di reato, i natanti utilizzati per gli sbarchi clandestini sono destinati alla demolizione. Queste imbarcazioni, invece, hanno intrapreso una via diversa grazie alla Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti e al suo presidente Arnoldo Mosca Mondadori.

La fondazione ha visto la luce nel 2012 attivando, nello stesso anno, un laboratorio di Liuteria all’interno del carcere di Opera. Il primo “violino del mare” ha visto la luce una decina di anni dopo. “Colpiti dal dramma contemporaneo dei migranti e venuti a sapere il fatto che le barche venissero distrutte, si decise di fare qualcosa che potesse essere testimonianza di tutto ciò e al contempo portare in giro sotto forma di armonia e di bellezza questo dramma” ci ha spiegato Ciro Menale direttore artistico dell’Orchestra dei Popoli.

Ciro Menale

Nacque quindi l’idea di contattare l’allora Ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, per chiedere di poter recuperare quei barconi destinati, altrimenti, ad essere distrutti. Venne quindi creato il progetto “Metamorfosi” grazie al quale non solo si offre una seconda possibilità ai

detenuti coinvolti (prima presso l’istituto di Opera e, successivamente, anche a Secondigliano), ma, attraverso la musica, si trasforma il dolore in un messaggio di speranza. Il presidente della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, Arnoldo Mosca Mondadori, ha raccontato come il progetto sia iniziato durante la pandemia con la realizzazione di presepi, per poi evolversi nella costruzione di un violino dalla voce dolce e commovente: il primo “Violino del mare”.

La metamorfosi dei barconi in strumenti musicali

Dall’impegno della Fondazione, sotto la guida del maestro liutaio Enrico Allorto, nei laboratori allestiti all’interno delle carceri, i legni delle imbarcazioni hanno infatti ripreso vita sotto forma di strumenti musicali carichi di significati profondi.

Violini, viole, violoncelli, contrabbassi e chitarre, strumenti che, una volta realizzati, sono destinati ad essere utilizzati da orchestre itineranti, in Italia e all’estero, portando così la testimonianza di questo dramma umano ad un pubblico più vasto.

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La benedizione papale, la Composizione di Nicola Piovani e la chitarra di Sting

Il viaggio del “Violino del mare” è stato ulteriormente arricchito grazie ad incontri importanti come quello con papa Francesco che lo ha benedetto o con Nicola Piovani che, testando il violino, ha composto il “Canto del legno“, brano che celebra la transizione dalla sofferenza alla speranza, dal buio alla luce. Indimenticabile poi è stato l’evento, avvenuto presso il carcere di Secondigliano, nel corso del quale il quartetto dell’orchestra ha duettato con Sting al quale è stata donata una chitarra del mare.

Perché il violino del mare al Green Loop Festival 2024

Metamorfosi – e il suo simbolo il “Violino del mare” – non è solo un progetto artistico, ma anche un potente strumento di sensibilizzazione su una crisi umanitaria che spesso rischia di essere dimenticata. Attraverso la musica e i laboratori nelle carceri, si sfida l’indifferenza e, al contempo, viene promossa una maggiore consapevolezza su temi di grande attualità, riuscendo anche a creare piccole e grandi comunità, come solo la musica forse riesce a fare.

Il concerto tenutosi al Green Loop Festival di Morro d’Alba ha rappresentato una delle tappe nelle quali l’Orchestra del mare ha avuto l’opportunità di diffondere il suo messaggio di rinascita e speranza. Un piccolo passo verso un cambiamento più grande, un’onda di note che continua ad espandersi portando con sé il ricordo di chi ha perso la vita in cerca di un futuro migliore e la promessa di un nuovo inizio per chi ha ancora la possibilità di cambiarlo.

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