Dipendiamo troppo da materie prime vergini, in primis critical raw materials come litio e palladio, per sostenere la transizione ecologica. Una tradizionale prospettiva estrattivista non sarà sufficiente a colmare il gap tra bisogni e disponibilità, soprattutto perché alcuni materiali cruciali per le nuove tecnologie – quelle digitali e quelle green – sono nelle disponibilità quasi esclusive di una manciata di Paesi. Una delle soluzioni a questa impasse arriva dallo studio “Erion Vision 2050: Passato, Presente e Futuro dei Sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore” commissionato da Erion alla società di consulenza dds+ e presentato ieri in occasione dell’evento “Forum sulla Responsabilità Estesa del Produttore. La nuova generazione europea dei Sistemi Collettivi” a Firenze.
Ripensare il ruolo dell’EPR: “Vettore di approvvigionamento e ottimizzazione delle risorse”
“I Sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR), nati negli anni 90 sia per organizzare e finanziare la gestione dei rifiuti, sia per stimolare una migliore progettazione dei prodotti, si trovano ora ad affrontare una sfida importante: colmare il gap tra gli obiettivi programmatici di sostenibilità e l’approvvigionamento di risorse strategiche per l’Unione Europea” ha spiegato Danilo Bonato, direttore generale di Erion compliance organization. “È quindi fondamentale ripensare il ruolo dell’EPR all’interno dell’UE, in particolare in risposta alle urgenti richieste di materie prime critiche e all’imperativo di decarbonizzare l’economia in un quadro di coerenza con gli obiettivi di sviluppo sostenibile”.
Alcuni dati aiutano a capire perché, secondo Erion, questa svolta è necessaria.
La domanda di materie prime. Il consumo medio pro capite globale di risorse è di circa 12,5 tonnellate all’anno: “È evidente che le attuali politiche non risultino essere sufficienti a ridurre l’uso di materie prime, la cui domanda crescerà – rispetto al 2000 – di 2,5 volte entro il 2050”. Le dimensioni del mercato delle materie prime critiche (MPC), necessarie per la transizione energetica, ha raggiunto i 320 miliardi di dollari nel 2022, rendendoli uno dei focus dell’industria mineraria. Si stima infatti che entro il 2030 la domanda globale di critical raw materials (CRM), necessaria per conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dalla Commissione Europea, crescerà di 3,5 volte superando le 30 milioni di tonnellate (fonte: IEA – Net Zero Emissions by 2050 Scenario).
La fame di litio e cobalto. Nel settore clean-tech (le tecnologie pulite) la domanda di litio è passata dal 30% del totale della domanda globale del 2017 al 56% del 2022. Quella di Cobalto dal 17% al 40%.
L’aumento delle estrazioni. A fronte di un riciclo non ancora all’altezza, la sempre più pressante necessità di materie prime critiche ha portato a un aumento delle attività di esplorazione. Gli investimenti nelle infrastrutture minerarie nel 2022 sono così aumentati del 30% rispetto all’anno precedente (fonte IEA).
Economia circolare ancora debole. Nonostante gli sforzi compiuti nell’ambito dell’economia circolare, oltre l’87% del consumo di risorse nell’Unione europea dipende ancora da materie prime vergini, si legge nel rapporto. Ad oggi, purtroppo, “i modelli di business innovativi dell’economia circolare in Europa registrano una penetrazione media tra il 5-10%. I materiali riciclati rappresentano solo l’8,6% dei materiali in ingresso e la quota di rigenerazione di prodotti rispetto alla nuova produzione è ferma all’1,9%”.
CRM Act e riciclo. Il nuovo Regolamento europeo sulle materie prime critiche richiede che, entro il 2030, il 25% del consumo annuo provenga dal riciclo, così da rendere l’Europa meno dipendente dai Paesi terzi.
Davanti a questo scenario, sono le conclusioni del documento presentato da Erion, ricopre particolare importanza il ruolo dei Sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore che oltre a essere uno strumento di prevenzione e gestione dei rifiuti “diventeranno anche un vettore di approvvigionamento e ottimizzazione delle risorse”.
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Le scelte da fare
Se questo è l’obiettivo, per raggiungerlo e dare concretamente gambe alla decarbonizzazione e riconversione dell’economia europea, sarà necessario fare delle scelte:
- Un mercato unico delle MPC riciclate. Per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 sarà necessario, in primo luogo, promuovere un mercato unico per il recupero delle materie prime critiche (palladio, neodimio, cobalto, litio, tantalio, ecc.) e garantire efficienza del riciclo su scala europea, assicurando l’approvvigionamento ai principali siti di produzione. Un approccio pan-Europeo in materia di EPR è fondamentale per garantire una prospettiva olistica, in particolare per quanto riguarda l’efficienza dei processi di trattamento e la disponibilità dei materiali risultanti vicino ai siti di produzione;
- Ecodesign. Dal punto di vista del prodotto sarà importante ottimizzare il suo ciclo di vita a partire proprio dalla progettazione: il Parlamento Europeo, lo scorso 23, aprile ha introdotto il concetto di eco-modulazione, all’interno del nuovo Regolamento sull’eco-design per i prodotti sostenibili (ESPR) che prevede l’introduzione di requisiti di ecoprogettazione e standard minimi in materia di durabilità, riparabilità, efficienza energetica e riciclo dei beni. Questo permetterà di contrastare le pratiche di obsolescenza prematura attraverso modifiche al design e facendo leva sulla condivisione delle criticità della gestione dei rifiuti per migliorare la riciclabilità e l’impatto ambientale dei prodotti. “Incoraggiare le aziende a fare leva sull’ecodesign e utilizzare materiali riciclati nei loro nuovi prodotti è essenziale per supportare la chiusura dei cicli e ridurre la dipendenza da nuove risorse naturali – continua Bonato –. La promozione di modelli di business innovativi, come il product as a service può orientare positivamente il comportamento del consumatore e spostare l’attenzione economica dalla proprietà all’utilizzo promuovendo la sostenibilità in un mercato in forte evoluzione”;
- Valutare il trade-off tra diversi obiettivi. Secondo Erion è fondamentale considerare i trade-off tra diversi obiettivi che possono essere conflittuali come, ad esempio, la durabilità di prodotto e il contenuto riciclato o la riciclabilità, evidenziando la necessità di un approccio che tenga conto sia della sostenibilità che della funzionalità dei prodotti e della sicurezza durante la fase di utilizzo;
- Sistemi EPR a garanzia del riciclo. I Sistemi collettivi per la responsabilità estesa dei produttori, secondo Erion, “dovranno necessariamente avere il ruolo di garante del rispetto degli obblighi di legge per consentire il corretto conferimento dei rifiuti da parte dei consumatori ed il recupero di materie prime seconde”;
- Raccolta capillare. Per fare questo sarà anche necessario un aumento capillare delle reti di raccolta sia per garantire un recupero ottimale dei rifiuti, sia per consentire ai sistemi collettivi stessi di supportare gli enti locali nel raggiungimento dei tassi di raccolta fissati dall’Unione Europea;
- Il ruolo del legislatore. Anche il Legislatore deve fare la sua parte, Federico Magalini, Director of Sustainability UK di dds+, “pretendendo un maggiore rispetto degli standard qualitativi per la raccolta e trattamento, riducendo le dispersioni dei materiali e garantendo un riciclo di alta qualità. È necessario poi incentivare il mercato dei materiali riciclati con requisiti obbligatori per l’impiego di materiale riciclato in nuovi prodotti, dando priorità alla qualità del materiale recuperato rispetto ai meri quantitativi di rifiuti riciclati”;
- Il ruolo dei consumatori. Ultimo, ma non ultimo i consumatori devono essere “incentivati e incoraggiati verso pratiche corrette di dismissione, in particolare per i prodotti con cicli di vita molto brevi o molto lunghi”. Sono necessarie campagne di sensibilizzazione per aumentare la partecipazione del pubblico alle iniziative di raccolta dei rifiuti e per stimolare il loro interesse verso la preferenza di prodotti ecosostenibili, nonché la consapevolezza rispetto all’impatto ambientale di una gestione non corretta dei rifiuti (ad esempio l’abbandono dei filtri delle sigarette).
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