I soldi muovono il sistema. E ora timidamente stanno dando una spinta all’economia circolare tanto che finanziamenti e investimenti per un sistema ‘zero rifiuti’ sta sempre più prendendo piede. Puntare solo sulla riconversione energetica non è più sufficiente poiché vorrebbe dire chiudere un occhio su quel 45% delle emissioni di gas effetto serra globali risultanti dalle attività industriali per produzione di prodotti e alimenti. Immettere denaro nel sistema per incentivare un nuovo modo di produrre e usare i beni darebbe grande supporto al raggiungimento degli obiettivi climatici definiti sia a livello europeo che globale.
Per riprendersi dalla pandemia
Le strategie con cui a oggi l’economia circolare risponde alla sfida climatica vanno dalla valutazione degli impatti ambientali e dalle emissioni lungo tutta la catena del valore di un prodotto, al mantenimento sul mercato di materiali e prodotti che si traduce non solo in una riduzione di utilizzo di materie prime ma anche nella ristorazione degli ecosistemi e di tutti i servizi da essi forniti. Si stima che in Europa, adottando strategie circolari in almeno cinque settori (alluminio, ferro, cemento, plastica e alimenti), le emissioni annuali di gas serra si ridurrebbero di 9,3 miliardi di tonnellate di CO2 nel 2050. Cifre non indifferenti. Ma sfidare il sistema lineare non porterebbe solo benefici ambientali, ma anche opportunità di crescita, e per questo motivo sono sempre più numerose le aziende in diversi settori che mettono in pratica strategie circolari per ridurre i costi, aumentare le entrate e gestire il rischio. E poiché le limitazioni del moderno sistema produttivo ‘crea-usa-getta’ sono venute a galla con la pandemia di coronavirus, più di 50 amministratori delegati e leader mondiali a giugno 2020 hanno fatto il loro endorsement nei confronti dell’economia circolare come mezzo per riprendersi dallo shock della pandemia e come modello per creare resilienza.
Una spinta alla finanza circolare
Il settore finanziario sta finalmente rispondendo alla richiesta di sostegno del mondo imprenditoriale a favore di un’implementazione più massiccia dell’economia circolare. Questo è quello che emerge dal recente report della Fondazione Ellen MacArthur “Financing the Circular Economy – Capturing the opportunity” (Finanziare l’economia circolare – Cogliere l’opportunità, qui in pdf). Il settore finanziario sta timidamente iniziando a capire quante e quali opportunità ci sono: le esperienze più recenti hanno dimostrato infatti come una strategia circolare possa creare valore per chi gestisce asset, banche e altre aziende che si occupano di servizi finanziari, e negli ultimi 18 mesi si è registrato un rilevante incremento di strumenti finanziari focalizzati sull’economia circolare. La ricerca della Fondazione Ellen MacArthur, sostenuta da importanti attori del settore finanziario, rivela che nel mondo dei fondi a partecipazione pubblica, a metà del 2020, sono 10 le realtà che dedicano i propri investimenti interamente o parzialmente all’economia circolare, movimentando un patrimonio che supera i 2 miliardi di dollari, aumentato di sei volte solo nei primi otto mesi del 2020. Parliamo di realtà capofila nel settore come BlackRock, Credit Suisse e Goldman Sachs. Per quanto riguarda invece i fondi del mercato privato che si dedicano interamente o solo in parte a investimenti in economia circolare, si è arrivati a 30 nella prima parte del 2020, 10 in più rispetto al 2016. Questo incremento è visibile anche per le obbligazioni societarie (o corporate bond) volte a finanziare l’economia circolare (divenute 10 solo negli ultimi 2 anni, totalizzando oltre 10 miliardi di dollari) e per prestiti bancari, finanziamenti di progetti e assicurazioni. Ad esempio, l’italiana Intesa Sanpaolo ha creato una linea di credito di 5 miliardi di euro, mentre la Banca Europea degli Investimenti ha lanciato, in collaborazione con alcuni Stati membri e banche, un’iniziativa di prestiti e investimenti a favore dell’economia circolare per una cifra di 10 miliardi di euro. “L’universo degli investimenti si sta espandendo poiché le società quotate esistenti stanno adottando principi di economia circolare con sempre nuovi soggetti in campo”, commentano gli autori del report.
Come si investe in Italia e in Europa
In Italia, per far ripartire il Paese, il Ministero dello Sviluppo Economico ha attivato il Fondo per la crescita sostenibile per i progetti di ricerca e sviluppo nell’ambito dell’economia circolare. Il Fondo ha lo scopo di erogare risorse finanziarie a supporto di ricerca e sviluppo per promuovere l’utilizzo sostenibile ed efficiente delle risorse, con il fine ultimo di favorire la riconversione delle attività produttive in chiave circolare. L’agevolazione è rivolta a imprese che svolgono attività industriali, agroindustriali, artigiane, servizi all’industria e centri di ricerca, per un totale messo a disposizione di oltre 200 milioni di euro. Di queste risorse, 155 milioni di euro sono dedicati per la concessione dei finanziamenti agevolati a valere sul Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca (FRI). I restanti 62 milioni, sono contributi alla spesa per Fondo sviluppo e coesione (80% destinati a aziende del Mezzogiorno), Fondo per la crescita sostenibile e, in piccola parte (2 milioni di euro), sono risorse rese disponibili dalla regione Basilicata per progetti sul territorio regionale. Il comparto produttivo del bel paese ha quindi l’opportunità di cambiare paradigma concentrando le proprie forze nelle possibilità di innovazione e riconversione che permetterebbero di dare valore infinito a prodotti e risorse. I progetti supportati dalla misura, agevolati dal Decreto Crescita, sono attività di ricerca e sviluppo sperimentale che hanno lo scopo di creare nuovi prodotti, servizi e processi in chiave circolare o migliorare quelli già esistenti. In Europa sono diverse le iniziative finanziarie a sostegno dell’economia circolare. Una fetta importante dei mille miliardi di euro del Green Deal Investment Plan europeo è destinata all’economia circolare, mentre la Banca Europea degli investimenti (Bei) ha messo a disposizione quasi 2,5 miliardi di euro di credito per progetti circolari e 100 milioni di euro a favore del Fondo europeo per la bioeconomia circolare (European Circular Bioeconomy Fund). Sempre per finanziare le opportunità di economia circolare, diverse banche nazionali europee hanno collaborato con la Bei per lanciare un’iniziativa di prestiti e investimenti di 10 miliardi di euro.
Incorporare l’economia circolare nei progetti finanziati
Durante il World Circular Economy Forum è intervenuta Shiva Dustdar, a capo della divisione Innovation Finance Advisory della Bei, sul tema dei finanziamenti all’economia circolare dell’istituzione finanziaria europea, che ormai ha maturato un cambiamento di mentalità in chiave circolare. Una grande opportunità per la Bei è far sì che l’economia circolare possa essere incorporata in tutti i progetti finanziati, tra cui molti sulle infrastrutture e sull’agricoltura dove la circolarità può avere molto spazio di azione. Per raggiungere l’obiettivo di inserire la circolarità in tutti i progetti, Dustdar reputa cruciale le competenze tecniche degli attori coinvolti nel progetto, poiché finanziare senza menti competenti non è sufficiente. Uno degli ultimi progetto finanziati dalla Bei è Borealis, programma di ricerca e sviluppo in chiave circolare sul tema plastica, con un prestito di 250 milioni di euro: questo è un esempio delle pratiche di finanziamento alle imprese dove la Banca europea degli investimenti aiuta le aziende nel creare prodotti che spingono l’economia circolare. Anche nel settore della moda, l’istituzione finanziaria dell’Ue sta supportando un’azienda che sviluppa tecnologie per riutilizzare vecchi vestiti e trasformarli in prodotti nuovi equivalenti. La Bei, come banca dell’Unione Europea, vede grandi e diverse opportunità di investimento nell’economia circolare, specialmente in Horizon Europe, progetto di ricerca e innovazione in cui la circolarità è incorporata in 4 dei suoi 5 obiettivi. Secondo Dustdar le opportunità future per la Bei non sono solo nell’investire in progetti a supporto del tema ambiente e clima, ma anche nello sviluppo di nuovi strumenti finanziari da affiancare a quelli esistenti.
La risposta a un sistema fragile
La recente crisi sanitaria ha mostrato le fragilità del sistema economico, soprattutto di numerose filiere a livello mondiale, e quindi la necessità di una transizione verso un’economia circolare, capace di creare resilienza nel settore industriale e nella società, e ridurre la probabilità di shock futuri. L’economia circolare ha sempre un’occhio sul futuro poiché punta a creare valore nel lungo termine, con ripercussioni positive anche in termini di creazione di posti di lavoro, di miglioramento delle competenze, di qualità di vita nelle città e tutela della biodiversità. Secondo la Fondazione Ellen MacArthur, il settore finanziario deve cogliere i segnali negativi della crisi Covid-19 e rimodellarsi in moda tale da supportare lo sviluppo di un’economia distribuita, diversificata e inclusiva. Con l’appoggio di più di 50 amministratori delegati e attori influenti del settore finanziario, che riconoscono l’economia circolare come una soluzione per una migliore crescita, e esempi positivi dell’economia reale, sembra che investire denaro nell’economia circolare sia un’opportunità da cogliere al volo e da non rimandare. Per fare un vero salto in avanti, gli autori del report sono dell’idea che “il mercato finanziario dell’economia circolare sta prendendo piede. Nonostante ciò, mentre la recente crescita nei finanziamenti è promettente, saranno necessari più capitale e attività per espandere l’economia circolare e cogliere appieno la sua opportunità”.
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