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domenica, Gennaio 5, 2025

Che cos’è il piano Transizione 4.0 e come può sostenere l’economia circolare

Nella legge di Bilancio da poco approvata sono 24 i miliardi di euro messi a disposizione dal ministero dello Sviluppo Economico per sostenere le imprese. Si tratta nello specifico del primo investimento legato al Recovery Fund, e riguarda i settori dell'innovazione, ricerca e rafforzamento delle competenze

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Redazione EconomiaCircolare.com

La legge di Bilancio approvata al fotofinish il 30 dicembre scorso contiene il primo investimento direttamente collegato al cosiddetto Recovery fund: i 24 miliardi destinati al piano messo a punto dal ministero dello Sviluppo economico denominato Transizione 4.0, erede “evoluto” del vecchio piano Industria 4.0 (poi Impresa 4.0) e soprattutto strumento chiave della politica industriale del nostro Paese.

24 miliardi per far ripartire le imprese

I fondi stanziati in manovra sono quelli del piano Next Generation Eu, lo strumento che i leader europei hanno individuato a luglio 2020 per far ripartire l’economia dei 27 Paesi membri con un’iniezione di 750 miliardi di euro. Lo scorso 18 dicembre un accordo provvisorio raggiunto tra Consiglio e Parlamento europeo ha messo a disposizione 672,5 miliardi per la ripresa e la resilienza alla pandemia da coronavirus, sostenendo interventi orientati alla transizione verde e digitale.

Il Piano italiano per la ripresa e la resilienza, che come per gli altri Paesi va presentato a breve alle istituzioni comunitarie, com’è noto è al centro di uno scontro politico che rischia di sfociare in una crisi di governo. Ma intanto che si attendono gli sviluppi sulle scelte in merito alla destinazione dei fondi e alla cabina di regia che dovrà ben spenderli, vediamo insieme cosa c’è dentro questo pacchetto multimiliardario di stimolo agli investimenti privati in innovazione, ricerca e rafforzamento delle competenze che va sotto il nome di Transizione 4.0. E vediamo anche se e quanto questi fondi potranno supportare la transizione delle imprese, manifatturiero in primis, dall’attuale modello lineare all’economia circolare.

Come funziona Transizione 4.0

L’incentivo copre l’acquisto di nuovi beni materiali e immateriali in grado di favorire la trasformazione tecnologica e digitale, con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale e all’economia circolare e all’accrescimento delle competenze tecnologiche dei lavoratori. Sono coperte anche le attività di ricerca e sviluppo e quelle di formazione. Quanto ai beni materiali, sono incentivati anche quelli definiti 4.0, vale a dire quelli che, anche con il controllo da remoto, consentono il controllo computerizzato dei processi in connessione con altri sistemi di fabbrica.

Transizione 4.0 innalza tutte le aliquote di detrazione e al tempo stesso i massimali di spesa coperti dall’incentivo fiscale, ma soprattutto accorcia i tempi di fruizione degli incentivi. Sui beni strumentali materiali, la fruizione dei crediti è ridotta a 3 anni, scendendo a un solo anno per le piccole imprese che investono in beni non 4.0. Con il vecchio super e iperammortamento, invece, il credito d’imposta era diluito su 8 anni.

Oltre due anni di copertura

Il nuovo programma di incentivi copre il periodo che va dal 16 novembre 2020 fino a giugno 2023. Chi sottoscrive un contratto di acquisto di beni strumentali entro il 31 dicembre 2022 può beneficiare del credito con il solo versamento di un acconto minimo del 20% dell’importo e la consegna dei beni può avvenire nei 6 mesi successivi, quindi entro giugno 2023. Il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli rivendica a tal proposito di aver dato in questo modo alle imprese italiane un quadro normativo stabile, permettendo loro di programmare gli investimenti a medio e lungo termine.

Si applica a tutte le imprese

Transizione 4.0 ha poi la peculiarità di estendere la sua portata anche alle piccole e medie imprese di ogni settore, non limitandola, com’è avvenuto finora, a quelle di maggiori dimensioni. La platea dei soggetti potenzialmente beneficiari è dunque aumentata del 40% e possono ricorrere agli incentivi anche le imprese in perdita. L’estensione della platea è stata possibile grazie al superamento del precedente sistema basato sugli ammortamenti, i cui requisiti escludevano molti soggetti, mentre il credito d’imposta è accessibile a tutte le aziende.

La compensazione è immediata

Per accedere al credito d’imposta del piano Transizione 4.0 basta dedurlo direttamente: lo sconto fiscale per chi acquista un bene è dunque immediato, nel senso che l’acquirente può beneficiare del credito d’imposta con compensazione immediata già dal quinto giorno successivo all’entrata in funzione del bene o dall’interconnessione ai sistemi aziendali o alla rete di fornitura (per i beni 4.0), e non si deve aspettare di farlo nella dichiarazione dei redditi successiva.

La norma prevede che i beni che godono dell’agevolazione debbano rimanere su suolo italiano, salvo casi di utilizzo temporaneo, come può ed esempio avvenire nel settore delle costruzioni.

I benefici per l’economia circolare

Transizione 4.0 non contiene un riferimento diretto alle aziende che orientano il loro business alla circolarità (per le quali peraltro è ancora aperto il bando Mise che stanzia più di 210 milioni), ma prevede un credito d’imposta del 15% fino a 2 milioni di euro per innovazione green e digitale. Più in generale, si può immaginare che questo sconto fiscale per chi innova possa essere utilizzato ad esempio per mettere in campo strumenti e procedure in grado di valutare lo stato di un prodotto a fine vita e la possibilità di ripararlo o recuperarne parti; oppure si può immaginare che la compensazione immediata del credito fiscale possa coprire la progettazione e realizzazione di prodotti in grado di essere facilmente smontati e dunque riparati o di consentire il recupero dei materiali che li compongono.

Transizione 4.0 può incentivare tutto ciò che riguarda la possibilità di riutilizzare, riparare, smontare e “aggiornare” un prodotto, efficientare e controllare la produzione in modo da allungare il ciclo di vita dei prodotti e consentire il riciclo di più materiali possibile e l’ottenimento di materie prime seconde. Anche lo sviluppo e il potenziamento di esperienze di simbiosi industriale potrebbe trarre vantaggio dai 24 miliardi messi a disposizione grazie al piano Next Generation Eu, così come potrebbero nascere e svilupparsi nuove esperienze di “prodotto come servizio”, la cosiddetta servitizzazione, che vedrà sempre più aziende prendere coscienza della necessità di allungare la vita dei prodotti, rendendoli ad esempio smontabili e riparabili, e puntare piuttosto sulla fornitura di servizi correlati ai beni che producono e commercializzano.

I nuovi tetti e le aliquote di Transizione 4.0

Beni materiali 4.0 (ex iper ammortamento)

Per spese inferiori ai 2,5 milioni di euro la nuova aliquota è al 50% nel 2021 e al 40% nel 2022;

Per acquisti di valore superiore ai 2,5 milioni e fino a 10 milioni di euro l’aliquota al 30% nel 2021 e al 20% il prossimo anno.

Transizione 4.0 introduce un nuovo tetto di spesa per gli acquisti di valore superiore ai 10 milioni di euro e fino a 20 milioni l’aliquota sarà al 10% sia nel 2021 sia nel 2022.

Investimenti in beni strumentali (ex super ammortamento)

Aumenta dal 6% al 10% per tutti il credito per l’acquisto di beni strumentali materiali (ex super) per il solo anno 2021; 6% nel 2022.

Aumenta dal 6 al 15% il credito d’imposta per investimenti effettuati nel 2021 per ricorrere al lavoro agile, scendendo poi nuovamente al 6% nel 2022.

Il credito d’imposta si estende anche all’acquisto di beni immateriali non 4.0 e ammonta al 10% per gli investimenti effettuati quest’anno, tornando al 6% nel 2022.

Per beni immateriali 4.0

Il credito d’imposta passa dal 15 al 20% per il 2021 e 2022, mentre il massimale passa da 700.000 euro a 1 milione di euro.

Ricerca e Sviluppo, innovazione, design e green

Per le attività di ricerca e sviluppo (R&S): lo sconto fiscale passa dal 12 al 20%, con il massimale che sale da 3 a 4 milioni di euro;

Innovazione tecnologica: il credito d’imposta passa dal 6 al 10% e il massimale da 1,5 a 2 milioni di euro;

Innovazione green e digitale: il credito d’imposta passa dal 10 al 15% e il massimale da 1,5 a 2 milioni di euro;

Design e ideazione estetica: il credito d’imposta passa dal 6 al 10% e il massimale da 1,5 a 2 milioni di euro.

Credito Formazione 4.0

Il piano Transizione 4.0 estende il credito d’imposta alle spese sostenute per la formazione dei dipendenti dirigenti e degli imprenditori sia per il 2021 sia per il 2022, rispondendo all’esigenza – molto sentita dalle imprese – di adeguare le competenze di tutto il personale alle innovazioni introdotte.

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