Come mitigare l’impatto ambientale dei rifiuti senza compromettere il benessere economico all’interno delle città?
Una soluzione arriva dal progetto triennale “Circular City Labs”, condotto dalla Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit (GIZ) in collaborazione con ICLEI e per conto del Ministero federale tedesco per la Cooperazione economica e lo sviluppo.
Il progetto prevede di ridurre le emissioni di gas serra intervenendo soprattutto sulla prevenzione della produzione dei rifiuti, cioè agendo prima della sovrapproduzione di packaging monouso e di rifiuti.
Come sappiamo, gli imballaggi monouso contribuiscono all’emissione di gas serra e rappresentano uno spreco di risorse naturali perché richiedono ingenti quantità di acqua, energia e risorse non rinnovabili per la loro produzione e per lo smaltimento. Costituiscono una grossa percentuale dei rifiuti urbani e il loro smaltimento risulta di difficile gestione poiché molti non sono facilmente riciclabili.
Leggi anche: Il programma ONU per un’agricoltura resiliente al clima promuovendo l’uguaglianza di genere
Il progetto “Circular City Labs” sceglie l’economia circolare
La transizione verso soluzioni di imballaggio riutilizzabili all’interno di un sistema basato sull’economia circolare rappresenta perciò un passo fondamentale per affrontare questa problematica perché aiuta a ridurne significativamente l’impatto ambientale e a promuovere la sostenibilità nei centri urbani.
Gli imballaggi riutilizzabili sono progettati per essere usati ripetutamente per lo stesso scopo, seguendo un modello circolare che permette il loro continuo utilizzo, pulizia, riempimento e riutilizzo senza implicare necessarie trasformazioni.
Il progetto tedesco mira dunque a sostenere l’adozione di sistemi di imballaggio riutilizzabili all’interno di alcune città dei Paesi partner Albania, Colombia, Georgia, Kosovo e Sudafrica, concentrandosi sui sistemi di riuso in vari settori, come quello alimentare e delle bevande, della vendita al dettaglio, della logistica e dell’e-commerce.
Si rivolge a tutta la comunità, con una particolare attenzione per alcune categorie, inclusi i e le commercianti locali, ma ancor più imprenditrici, amministrazioni cittadine e ambienti accademici.
Leggi anche: ‘La città di genere’, il podcast che racconta lo spazio urbano a partire da chi lo abita
Il ruolo chiave dell’Empowerment femminile tra dimensione privata e pubblica
La soluzione proposta dal progetto arriva alla radice del problema: la promozione di un’impresa sostenibile, la riduzione dei rifiuti e la promozione di imballaggi riutilizzabili, non possono che trarre beneficio dall’essere guidate soprattutto da donne. Perché? Facciamo un passo indietro.
Nel corso della storia le donne sono state incaricate delle faccende domestiche e della cura dei figli, e dunque relegate alla dimensione privata della vita. Contrariamente, gli uomini abitano e hanno da sempre avuto potere decisionale negli spazi pubblici.
Infatti, come riportato anche da GIZ (Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit GmbH), le donne, ancora oggi, sono responsabili dal 70 all’80% delle scelte di acquisto delle famiglie. Questo dipende dal fatto che la quasi totalità del carico mentale dovuto alla cura della casa, dei figli e delle figlie, e anche del partner, spetta alla donna. Così, la donna si ritrova a dover decidere, spesso in autonomia, cosa cucinare, con quali capi vestire bambini e bambine, in che modo occuparsi della pulizia degli spazi e di tutto ciò che concerne il mantenimento e la cura dello spazio domestico.
Ma se proviamo a guardare anche l’altro lato della medaglia, ci accorgiamo che, in base a questi dati, le donne sono, e possono diventare, cruciali nelle scelte di consumo sostenibili perché sono loro a decidere quali prodotti acquistare. Anche le imprenditrici, che in qualche misura si sono emancipate dal ruolo che tradizionalmente gli è stato assegnato e si sono appropriate dello spazio pubblico, possono contribuire in modo significativo a nuove aree di business dell’economia circolare.
Inoltre, aziende con una maggiore diversità di genere nei consigli di amministrazione, quindi con una maggior presenza di donne, sono più propense ad impegnarsi in scelte sostenibili: secondo lo studio di FP Analytics “dal 2013 al 2018 avevano il 60%, 39% e 46% in più di probabilità rispetto a quelle senza, di ridurre rispettivamente l’intensità del consumo di energia, le emissioni di gas serra e il consumo di acqua”.
Leggi anche: Città femministe come nuovi mondi urbani e naturali. Intervista a Leslie Kern
I punti forti del progetto: prevenire i rifiuti e dare potere alle donne
Le iniziative promosse dal progetto non solo rivoluzionano l’approccio agli imballaggi e alla sostenibilità, ma mirano dunque a valorizzare le donne, ridefinendo il panorama delle economie urbane.
Circular City Labs si articola attorno ad attività strategiche a partire da approfonditi studi preliminari, attraverso cui valuta accuratamente le condizioni locali, esplora il tessuto urbano e definisce non solo soluzioni tecniche, ma anche, e soprattutto, identifica le opportunità per l’empowerment femminile. In questo passaggio, diventa fondamentale la collaborazione con le realtà locali: imprese private, enti municipali, consumatori e consumatrici. Il progetto vuole unire un miglioramento della situazione a livello ambientale ad un aiuto per l’emancipazione delle donne, facendo leva da un lato sul ruolo sociale che attualmente coinvolge ancora la maggior parte delle soggettività femminili e fornendo, dall’altro, un’attenzione particolare alle piccole e medie imprese e alle amministrazioni municipali guidate da donne. Così che possano avere nuovi e potenti strumenti per implementare il loro ruolo decisionale e sociale.
A piccoli passi verso un grande cambiamento sociale
Tra le attività è prevista anche l’organizzazione di laboratori in ogni città, in modo da formare le imprese locali desiderose di integrare imballaggi riutilizzabili nei loro modelli operativi. Le persone che parteciperanno riceveranno una formazione specialistica sulla leadership, sull’economia circolare e sulle dinamiche complesse dei sistemi di imballaggio riutilizzabili. Un principio guida che orienta questa iniziativa, fanno sapere gli organizzatori, è una politica di sviluppo femminista. Ogni attività all’interno di Circular City Labs è strettamente connessa a un focus specifico sulla parità di genere, garantendo la partecipazione attiva delle donne nei sistemi di economia circolare locali.
In definitiva, il progetto non riguarda solo la riduzione dei rifiuti o l’implementazione di imballaggi riutilizzabili ma può definirsi un catalizzatore per un cambiamento sociale.
Leggi anche: Forum Disuguaglianze e Diversità: “Un futuro sostenibile è un futuro di pari opportunità”
© Riproduzione riservata