Le case di tutti noi sono piene di oggetti inutilizzati, o inutili, che occupano cassetti, mensole e armadi. Li teniamo lì ma sappiamo bene che molto probabilmente avranno come destinazione il cassonetto che, secondo il Rapporto Nazionale sul Riutilizzo 2018 di Occhio del Riciclone e Utilitalia, accoglie ogni anno 600 mila tonnellate di oggetti potenzialmente riutilizzabili. Per alcuni beni si prova la vendita presso mercatini dell’usato o piattaforme online, ma non tutto ha un valore se venduto così com’è. C’è chi per competenza e creatività riesce a dare seconda vita a molti degli oggetti che definiamo inutili. L’Atlante Italiano dell’Economia Circolare raccoglie alcune realtà che da scarti di oggetti della nostra quotidianità riescono a trarre nuovo valore e utilità trasformandoli in accessori e gioielli unici. La produzione artigianale valorizza i materiali di scarto rendendo ogni creazione diversa dall’altra: l’artigiano in questo contesto può non seguire uno schema di progettazione standard ma può personalizzare l’accessorio in base a quello che ha a disposizione e alle richieste del cliente, utilizzando la propria creatività per dare forma a un prodotto unico che riduca a zero gli sprechi.
Dal computer o frullatore che hai buttato un accessorio che completa il tuo outfit
A promuovere una seconda vita degli oggetti di scarto l’ingegno nei prodotti Midorj, realtà classificabile tra quelle dedite al riuso creativo di ciò che è destinato a discarica. In questo caso parliamo di rifiuti speciali elettrici e elettronici (RAEE) le cui componenti rappresentano il fulcro dei gioielli del laboratorio. Secondo il Centro di Coordinamento RAEE (CDCRAEE) in Italia la raccolta dei RAEE domestici ha toccato le 365 mila tonnellate nel 2020, un dato che supera la soglia del 2019 (+6,4%). Parliamo di un tipo di rifiuto che spesso racchiude ancora grandi potenzialità per un secondo riutilizzo nei settori più affini, come ad esempio l’elettronica, e in chiave di right to repair potranno essere centrali nel permettere a tutti i cittadini europei di avere a disposizione componenti sostitutive per riparare i propri apparecchi elettronici malfunzionanti. Con Midorj le piccoli componenti delle apparecchiature elettroniche trovano un’altra destinazione che comunque conferisce loro una vita più lunga e valorizza in maniera creativa il loro aspetto originale. Le capacità artigianali dell’artista si uniscono ai principi dell’economia circolare in un progetto dove parti elettroniche obsolete o di scarto vengono incastonate in modo creativo all’interno di una resina certificata che impedisce il loro deterioramento e la fuoriuscita di liquido dannoso. Questi piccoli elementi elettronici sono poi assemblati e abbelliti da profilati metallici industriali di recupero in ottone e acciaio che Midorj raccoglie da piccoli artigiani locali. La realtà ha infatti l’ambizione di creare una rete con gli artigiani locali e con chi si occupa del recupero di RAEE. Oltre alla progettazione di creazioni in cui si estende la vita di componenti elettroniche di scarto, Midorj riflette sull’importanza di prendersi cura dei prodotti che acquistiamo tramite una manutenzione costante che permetta di conservare intatta la loro bellezza nel tempo. Lo fa offrendo consigli su come trattare e pulire l’accessorio e mettendo a disposizione per ogni acquisto un panno dedicato alla manutenzione.
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Prediligere il riutilizzo al riciclo
Da un borgo unico come Calcata, Lazio, arriva la storia di La Cartonera. Dalla creatività di un grafico nascono gioielli e accessori fatti a mano utilizzando carta e il cartone usato che comunemente troviamo nelle nostre case. Parliamo quindi di buste, cartoni delle uova, rotoli finiti di carta da cucina e carta igienica: questo specifico materiale che butteremmo nella raccolta differenziata della carta offre infatti infinite possibilità di lavorazione. Però invece di finire nel cassonetto, tutti gli scarti trovati dall’artista vengono messi da parte. La raccolta differenziata di carta e cartone ha toccato i 3,5 milioni di tonnellate nel 2019 in Italia, la seconda frazione più raccolta dopo l’organico, ma il settore stesso rappresenta un caso positivo sul territorio con un tasso di circolarità, ovvero l’utilizzo di fibre da riciclo nella produzione cartaria, pari al 60%. Dei buoni traguardi, ma se si vuole seguire la gerarchia dei rifiuti stabilita dalla Direttiva 2008/98/CE al riciclaggio si dovrebbe preferire la prevenzione del rifiuto o il suo riutilizzo, e nel suo piccolo l’attività della realtà di Calcata segue questo schema. Il materiale di scarto è impreziosito con vernici ad acqua e impermeabilizzato con un prodotto per il legno atossico, quindi gli accessorio puntano a essere totalmente sostenibili. Altra caratteristica circolare a cui l’artigiano ha pensato sin dal tavolo di progettazione è la scomponibilità degli accessori: il 95% del materiale è carta e cartone, il restante sono colla, metallo e corde sintetiche che sono assemblati in modo tale che sia facile il conferimento dei diversi materiali nella raccolta differenziata quando si deciderà di non utilizzare più la creazione.
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Caccia al tesoro tra mercatini e oggetti dimenticati
Le tecniche artigianali più svariate sono utilizzate da Davanti agli Elefanti, atelier creativo nella città di Bologna. Il laboratorio crea pezzi unici di design e gioielli costituiti da materiali di recupero e oggetti inutilizzati, a cui viene dato nuovo valore e utilità in maniera creativa. Gli oggetti scovati e ricercati in mercatini dell’usato, mercerie dismesse o dimenticati nelle soffitte, vengono assemblati e lavorati in maniera armonica tramite la lavorazione dei metalli, la decorazione pittorica e il ricamo, in modo tale da creare prodotti unici che diano dignità a materiali scartati. Le creazioni sono costituite per il 90% da questi materiali che vengono recuperati prevalentemente localmente, per portare avanti un’attività che sia il più possibile attenta a ridurre il proprio impatto sull’ambiente. L’elemento che sicuramente accomuna le tre realtà sono le storie di tre donne che son riuscite a fare di qualcosa che tutti comunemente consideriamo senza valore, quindi un rifiuto, la base per un’attività lavorativa in cui possano valorizzare non solo i materiali di scarto ma anche le capacità e la creatività unica che le caratterizza.