Per noi semplici cittadini “rifiuto” uguale “rifiuto urbano”. Ma mentre in Italia questi ultimi sono circa 30 milioni di tonnellate l’anno, i rifiuti speciali (quelli delle attività commerciali, produttive, sanitarie) sono 5 volte tanto. Proviamo a raccontarveli, seguendo il Rapporto rifiuti speciali 2021 dell’Ispra, con alcuni numeri essenziali:
154 I milioni di tonnellate di rifiuti speciali prodotti nel 2019 (ultimo dato disponibile) in Italia;
10,5 I milioni di tonnellate prodotti in più nel 2019 rispetto all’anno precedente: un aumento del 7,3%;
93,4% La quota di rifiuti non pericolosi sul totale di quelli prodotti;
70 I milioni di tonnellate di rifiuti di costruzione e demolizione, pari al 45,5% del totale;
57,6% La quota prodotta al Nord: 88,6 milioni di tonnellate;
69% La quota di rifiuti speciali destinata al recupero di materia. Solo il 7,3% è smaltito in discarica, mentre l’1,9% circa va ad incenerimento;
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10.839 Gli impianti di gestione operativi in Italia. La maggior parte al Nord (6.152, soprattutto in Lombardia, dove sono localizzate 2.180 infrastrutture, il 20,1% del totale nazionale), seguono il Sud (2.707) e il Centro (1.980);
42,6% La quota di impianti dedicata al recupero di materia: sono 4.619;
3,9 I milioni di tonnellate esportate dal nostro Paese;
7 I milioni di tonnellate di rifiuti speciali importate.
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