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giovedì, Maggio 16, 2024

Cosa prevedono i 7 bandi Mite per l’economia circolare     

Tre bandi per potenziare differenziata, riciclo e trattamento di rifiuti. E altri 4 per finanziare progetti legati al riutilizzo riciclo di Rifiuti elettrici ed elettronici, carta e cartone, plastica e tessile. Anche con l'obiettivo di dar vita a "distretti" in grado di chiudere le diverse filiere. Il nostro approfondimento sui contenuti dei bandi per l'economia circolare emanati dal Mite

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Redazione EconomiaCircolare.com

Dopo la pubblicazione dei decreti con i criteri generali, il ministero della Transizione ecologica (Mite) ha pubblicato venerdì 15 ottobre gli avvisi per la presentazione delle proposte finalizzate a ottenere i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dedicati all’economia circolare e da “finalizzare” entro il 30 giugno 2026.

Attraverso i sette bandi emanati, infatti, saranno destinati 2,6 miliardi di euro complessivi: per la realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e l’ammodernamento di impianti esistenti ci sono gli 1,5 miliardi di euro stanziati con l’Investimento 1.1 della Missione 2, Componente 1 (M2C1) del Pnrr;  altri 600 milioni vanno all’attuazione dell’Investimento 1.2 della M2C1 relativa ai progetti faro, sulle filiere di carta e cartone, plastiche, rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) e tessili; infine, ai sistemi di monitoraggio e previsione di incendi e in materia di rifiuti vanno 500 milioni stanziati dall’Investimento 1.1 della Missione 2, Componente 4, M2C4.

I bandi di gara per l’economia circolare pubblicati dal Mite il 15 ottobre scorso riguardano per ora gli Investimenti 1.1 e 1.2 della M2C1, ma è atteso a breve anche lancio dei bandi di gara per l’acquisto di forniture per la sorveglianza integrata e il monitoraggio per l’attuazione della M2C4.

Entriamo ora nel dettaglio dei 7 bandi del Mite per l’economia circolare. Investimenti che lo stesso ministero guidato da Roberto Cingolani definisce urgenti perché legati alla “necessità di colmare il gap impiantistico nel settore della gestione dei rifiuti urbani e speciali che, allo stato, ostacola lo sviluppo di filiere circolari”.

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Investimento 1.1: le 3 linee d’intervento

I primi tre bandi stanziano 1,5 miliardi di euro per l’Investimento 1.1 della M2C1, a loro volta suddivisi – come stabilito dal decreto 28 settembre 2021 n. 396 – in tre linee di intervento: Linea d’Intervento A – miglioramento e meccanizzazione della rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani;  Linea d’Intervento B – ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclo dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata; Linea d’Intervento C – ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e realizzazione di nuovi impianti innovativi di trattamento/riciclaggio per lo smaltimento di materiali assorbenti ad uso personale (PAD), i fanghi di acque reflue, i rifiuti di pelletteria e i rifiuti tessili.

Destinatari dei finanziamenti sono gli Egato Operativi, enti di governo d’ambito in attività. In assenza di Egato Operativi, i Soggetti Destinatari sono i Comuni, i quali possono operare singolarmente o in associazione tra loro.

Il bando specifica poi che non sono in ogni caso finanziabili investimenti correlati anche in maniera indiretta con discariche, impianti di Trattamento Meccanico Biologico/Trattamento Meccanico (TMB, TBM, TM, STIR, ecc.) o inceneritori o combustibili derivati da rifiuti, nel rispetto del principio europeo Dnsh (non arrecare danni significativi all’ambiente). E non è finanziabile nemmeno l’acquisto di veicoli per la raccolta dei rifiuti.

Le proposte di intervento per accedere ai fondi si possono presentare entro 120 giorni dalla pubblicazione del bando, dunque dal 15 ottobre 2021. Dopo 40 giorni da questa data saranno pubblicati i fac-simile della Proposta, mentre a partire dal 60esimo giorno successivo alla data di pubblicazione dell’avviso (ed entro e non oltre 120 giorni) si potrà materialmente presentare la Proposta per ottenere i fondi. Ogni proposta progettuale sarà poi sottoposta a un triplice vaglio: di regolarità, di ammissibilità e infine di valutazione vera e propria dell’intervento eventualmente destinatario del finanziamento.

I bandi sottoscritti dalla Capo Dipartimento per la Transizione ecologica e gli Investimenti verdi del Mite, ingegnera Laura D’aprile, riportano in calce una griglia con il dettaglio dei criteri di valutazione e un secondo allegato con l’elenco delle spese ammissibili e non ammissibili.

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Linea d’intervento A: potenziare la differenziata

Il bando relativo alla Linea d’intervento A (qui in Pdf) mira a “sviluppare modelli di raccolta differenziata basati sulla digitalizzazione dei processi, l’efficientamento dei costi e la razionalizzazione e semplificazione dei flussi di rifiuti urbani prodotti”, per incrementare sensibilmente le quote di differenziata e ridurre le procedure di infrazione intentate dall’Ue per l’eccessivo ricorso alla discarica.

Per queste proposte il bando prevede uno stanziamento complessivo di 600 milioni di euro e ciascuna proposta di intervento può ottenere un massimo di 1 milione di euro, sotto forma di contributi a fondo perduto fino al 100% delle spese ammissibili. Il 60% delle risorse complessive, pari a euro 360 milioni, è destinato alle Regioni del Centro e del Sud Italia (Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Molise, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna), mentre 240 milioni vanno alle restanti Regioni e alle Province Autonome di Trento e Bolzano.

Il bando elenca una serie di possibili interventi “a titolo esemplificativo e non esaustivo”: cassonetti stradali o su isole ecologiche interrate “intelligenti”; sistemi di verifica del volume impiegato nel contenitore con sistemi di allarme in caso di superamento di una soglia prefissata; attrezzature per la diversificazione delle filiere di raccolta differenziata con ulteriori flussi per ricavare un maggior valore aggiunto dai corrispettivi dei sistemi collettivi di responsabilità estesa del produttore; strumentazione hardware e software per applicazioni Iot (Internet delle cose) su aspetti gestionali quali ad esempio la tariffa puntuale, la geolocalizzazione e la trasmissione di dati di raccolta attraverso piattaforme georeferenziate e modelli di “fleet management” dei mezzi (gestione efficiente dei dati relativi ai veicoli di trasporto); sistemi di automazione nella distribuzione di materiali per la differenziata; centri di raccolta ai sensi del DM 8/4/08 per l’ottimizzazione della raccolta differenziata, ovvero infrastrutture attrezzate, recintate e sorvegliate a cui gli utenti possano conferire anche rifiuti non compatibili con i normali circuiti di raccolta (ingombranti, Raee, pericolosi, etc.).

Linea d’intervento B: impianti di trattamento e riciclo

Le Proposte destinatarie dei fondi della Linea d’intervento B (qui il relativo bando)devono mirare all’ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e alla realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclo dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata. Ci sono 450 milioni di euro a disposizione suddivisi in due plafond: il 60% delle risorse, pari a 270 milioni, è destinato alle Regioni del centro e del sud Italia (Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Molise, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna); il residuo 40%, pari a 180 milioni, è destinato alle restanti Regioni e alle Province Autonome di Trento e Bolzano.

Ogni Proposta può ricevere un massimo di 40 milioni di euro e può riguardare “a titolo esemplificativo e non esaustivo”: a) Installazione compostiere di comunità per il compostaggio della frazione organica a servizio di strutture ed enti pubblici, grandi complessi residenziali, grandi utenze pubbliche, plessi scolastici di grandi dimensioni, parchi pubblici o privati. b) Realizzazione di strutture destinate al riutilizzo di beni in disuso, che affiancati ai centri di raccolta intercettano e rimettono in circolazione oggetti riutilizzabili attraverso punti di distribuzione. c) Realizzazione di stazioni di trasferenza e strutture logistiche per ridurre le distanze di trasporto al fine di aumentare la produttività del servizio e ridurre le emissioni. d) Realizzazione di impianti di trattamento della frazione organica mediante miscelazione di forsu e rifiuto verde tramite compostaggio aerobico e maturazione compost. e) Realizzazione di impianti di trattamento della frazione organica previa digestione anaerobica (a secco, umido o a processo misto), cattura del biogas e successiva estrazione del metano. f) Realizzazione o potenziamento di impianti automatizzati e a basso contenuto lavoro manuale per la selezione e valorizzazione degli imballaggi e dei rifiuti da imballaggio, comprensivi delle frazioni similari (plastica divisa per polimero, carta da macero, vetro pronto forno, ecc.).

Linea d’intervento C: Digitalizzazione e raccolta differenziata

La Linea d’intervento C dell’Investimento 1.1 (qui il bando in Pdf) ambisce a finanziare, per un massimo di 10 milioni a proposta, attività di ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e realizzazione di nuovi impianti innovativi di trattamento/riciclaggio per lo smaltimento di materiali assorbenti ad uso personale (PAD), i fanghi di acque reflue, i rifiuti di pelletteria e i rifiuti tessili. Per questi progetti il bando mite sull’economia circolare mette a disposizione 450 milioni di euro di cui il 60%, pari a 270 milioni, per le Regioni del centro e del sud Italia (Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Molise, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna) e il residuo 40% (180 milioni) va alle restanti Regioni e alle Province Autonome di Trento e Bolzano.

Anche in questo caso il bando elenca, a titolo esemplificativo e non esaustivo, le attività che possono ambire a questa linea di finanziamento: a) Realizzazione di impianti di essicazione dei fanghi provenienti da impianti di depurazione mediante processi di centrifugazione e sistemi di efficienza energetica (celle solari, serre di essicamento); b) Realizzazione di impianti di trattamento dei fanghi provenienti da impianti di depurazione mediante miscelazione di fanghi e rifiuto verde tramite compostaggio aerobico e maturazione compost; c) Realizzazione di impianti di trattamento dei fanghi provenienti da impianti di depurazione previa digestione anaerobica a umido, cattura del biogas e successiva estrazione del metano; d) Realizzazione di impianti innovativi e fortemente automatizzati per nuove filiere che portino a recupero flussi ora a smaltimento. Trattamento di pannolini e tessuti igienici per la produzione di cellulosa; impianti per il recupero di rifiuto da spazzamento stradale per la produzione di inerti e sabbie per aggregati da utilizzare in edilizia; impianti per il riciclaggio di rifiuti da costruzione e demolizione, impianti di recupero delle alghe spiaggiate sui litorali, impianti per il recupero di materassi (poliuretano, parti metalliche, ecc), impianti di selezione e recupero ingombranti, impianti waste to chemicals per la produzione di componenti chimici di base (p.e. metanolo, etanolo, idrogeno) per plastiche circolari, prodotti chimici e biocarburanti; impianti per l’estrazione di bioplastiche (PHA) da rifiuto organico.

Investimento 1.2: i progetti faro

L’investimento 1.2 M2C1 del Pnrr è finalizzato a potenziare la rete di raccolta differenziata e degli impianti di trattamento e riciclo tramite il finanziamento dei cosiddetti “progetti faro” di economia circolare, che promuovono l’utilizzo di tecnologie e processi ad alto contenuto innovativo nei settori produttivi individuati nel Piano d’azione europeo sull’economia circolare. I settori coinvolti sono elettronica e ICT, carta e cartone, plastiche, tessili. Anche attraverso l’organizzazione in forma di “distretti circolari”, i progetti sosterranno la maggiore resilienza e indipendenza del sistema produttivo nazionale, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi di economia circolare, di incremento occupazionale e di riduzione dell’impatto ambientale.

Destinatari dei fondi in questo caso sono le imprese artigiane di produzione di beni (cdi cui alla legge 43/85) e quelle che esercitano in via prevalente attività ausiliarie rispetto alle prime. Il contributo a fondo perduto non potrà superare il 35 % dei costi ammissibili e potrà aumentare di 20 punti percentuali per gli aiuti concessi alle piccole imprese e di 10 punti percentuali per gli aiuti concessi alle medie imprese. L’ammontare del contributo può essere aumentato di 15 punti percentuali per investimenti effettuati per interventi realizzati in zone assistite che soddisfano le condizioni di cui all’articolo 107, paragrafo 3, lettera a) TFUE ( in Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, che al punto in questione identifica le aree con tenore di vita anormalmente basso, grave forma di sottoccupazione o ancora le regioni ultra-periferiche) e di 5 punti percentuali per investimenti effettuati in zone assistite che soddisfano le condizioni dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c) TFUE (aiuti allo sviluppo che non alterino le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse).

Anche in questo caso niente finanziamenti per discariche, in impianti di Trattamento Meccanico Biologico/Trattamento Meccanico, inceneritori o combustibili derivati da rifiuti. Negli allegati dei bandi, poi, si elencano i criteri di valutazione della proposta, i criteri di valutazione del soggetto proponente, spese ammissibili e inammissibili. I termini per la presentazione delle domande sono gli stessi dei bandi per l’Investimento 1.1

Linea d’intervento A – migliorare raccolta e riciclo dei Raee

La linea di intervento A dell’Investimento 1.2 (qui il bando) mira ad ammodernare, anche con ampliamento, gli impianti esistenti e a realizzare di nuovi impianti per il miglioramento della raccolta, della logistica e del riciclo dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, i cosiddetti Raee, comprese le pale di turbine eoliche e i pannelli fotovoltaici.

La dotazione finanziaria della Linea d’Intervento A dell’Investimento 1.2 è di 150 milioni di euro, 90 dei quali destinati alle Regioni del centro e del sud Italia (Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Molise, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna) e 60 alle restanti Regioni e alle Province Autonome di Trento e Bolzano.

Anche in questo caso il bando del Mite per l’economia circolare elenca a titolo esemplificativo le attività finanziabili: a) la realizzazione di impianti, o l’ammodernamento di impianti esistenti, di secondo livello per il riciclo delle “critical raw materials”; b) la creazione di una rete capillare ed efficiente per la raccolta e il riutilizzo professionale dei RAEE; c) l’implementazione di sistemi per il riciclo della plastica dei RAEE; d) la realizzazione di nuovi impianti, o l’ammodernamento di impianti esistenti, di trattamento dei pannelli fotovoltaici dismessi.

Linea d’intervento B: rifiuti in carta e cartone

La linea d’intervento B (qui il bando completo) stanzia 150 milioni di euro per ammodernare, eventualmente ampliare o costruire nuovi impianti per il miglioramento della raccolta, della logistica e del riciclo dei rifiuti in carta e cartone. Di questi, 90 milioni vanno alle Regioni del Centro e del Sud (Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Molise, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna) e 60 alle altre più le Province Autonome di Trento e Bolzano.

Ecco gli esempi (non esaustivi) di interventi finanziabili riportati dall’avviso: a) Interventi di miglioramento/ampliamento/potenziamento degli impianti di riciclo della carta e del cartone esistenti; b) Realizzazione di nuovi impianti per il riciclo della carta e del cartone; c) Acquisto di tecnologie per il trattamento e il lavaggio dello scarto di pulper, riuscendo ad estrarre le fibre disperse nello scarto; d) Progetti di sviluppo e ammodernamento degli impianti coinvolti nella gestione di materiali in carta e cartone, con particolare attenzione all’efficientamento delle linee di selezione esistenti con l’introduzione di migliorie tecnologiche e con l’ammodernamento della dotazione esistente.

Linea d’intervento C: riciclo dei rifiuti plastici

Questa linea d’intervento (qui il bando) impiega 150 milioni di euro (di cui 60 al Centro-Sud) per vedere realizzati nuovi impianti per il riciclo dei rifiuti plastici (attraverso riciclo meccanico, chimico, “plastic hubs“), compresi i rifiuti di plastica in mare, il cosiddetto “marine litter”.

Le attività finanziabili elencate a titolo esemplificativo dal bando sono: a) investimenti in impianti specializzati nei seguenti processi industriali: pirolisi, depolimerizzazione termica, depolimerizzazione chimica – solvolisi, depolimerizzazione enzimatica, dissoluzione, gassificazione; b) creazione di una rete capillare ed efficiente per la raccolta e il riutilizzo dei sottoprodotti derivati dal riciclo della plastica anche per beni ad alto valore aggiunto.

Leggi anche: lo Speciale sul Deposito su cauzione

Linea d’intervento D: raccolta e riciclo del tessili

I 150 milioni della quarta linea d’intervento dell’investimento 1.2 (qui il bando), ripartiti territorialmente come negli altri bandi, hanno l’obiettivo di infrastrutturare la raccolta delle frazioni di tessili pre-consumo e post consumo, ammodernare gli impianti esistenti di riciclo delle frazioni tessili e realizzazarne di nuovi impianti.  L’obiettivo è di dar vita ai cosiddetti “textile hubs”, distretti del tessile riciclato al 100% come previsto dal Pnrr. Qui gli esempi di attività finanziabili sono i seguenti: a) impianti finalizzati alla raccolta e alla cernita operativa; b) impianti per il trattamento delle frazioni tessili; c) creazione di una rete capillare ed efficiente per la raccolta e il riutilizzo dei sottoprodotti derivati dal riciclo della frazione tessile.

Leggi anche: la rubrica In Circolo sul Pnrr e l’economia circolare

Nasce il gruppo di lavoro per il supporto al Pnrr

Tra le novità più importanti che si riscontrano nella pagina web che contiene i bandi del Mite per l’economia circolare  c’è anche il decreto che istituisce il “Gruppo di lavoro Supporto attuazione Pnrr”. Le funzioni di quest’organismo sono quelle di monitorare lo stato di realizzazione degli interventi di competenza e proporre eventuali correttivi, oltre a diverse attività di supporto al Dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti verdi del Mite (Ditei). Si tratta di un organismo fondamentale, dato che i soldi del NextGeneration EU dovranno essere rendicontati all’Unione europea e dovranno essere utilizzati entro il 2026.

Il Gruppo di lavoro, che è coordinato dal Capo del Ditei Laura D’Aprile, è composto dai seguenti esperti: Ing. Aldo Sibilia, AT Sogesid; Dott.ssa Giulia Magnavita, CNR – IIA; Dott.ssa Enrica Sellan, AT Sogesid; Dott.ssa Simona Insabella, AT Sogesid; Ing. Floriana Nania, AT Invitalia; Avv. Laura Ciani, AT Sogesid; Dott.ssa Silvia Braghetta, AT Sogesid.

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