Il Gruppo di lavoro 1 di Icesp, dalla sua costituzione nel 2018, è impegnato sui temi della ricerca e dell’eco-innovazione, diffusione della conoscenza e formazione, con l’obiettivo di promuovere l’eco-innovazione come strumento di competitività e sostenibilità per le imprese nell’ottica dell’economia circolare.
I fattori di ostacolo alla ricerca, all’eco-innovazione e al trasferimento tecnologico, le criticità nel sistema degli incentivi pubblici, la consistenza dell’offerta formativa e, nel complesso, i fabbisogni e gap da colmare, sono state le tematiche maggiormente approfondite e discusse in questi anni di attività.
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Il lavoro di “Rassegna sullo stato dell’arte dell’eco-innovazione e la ricerca in Italia” ha evidenziato due criticità importanti, da un lato la mancanza di competenze e dall’altra le difficoltà di accesso a fonti di finanziamento. Questi due temi sono stati il punto di partenza per l’attività del Gruppo nel 2019, avendo come primo obiettivo quello di analizzare tutta una serie di indagini già pubblicate sulla percezione delle imprese riguardo l’economia circolare.
Dall’analisi effettuata sono emerse varie macro-tendenze tra cui va evidenziata quella di una scarsa attenzione al tema del capitale umano e delle competenze, sia in termini di azioni implementate dalle aziende, che di fabbisogni e di barriere percepite.
Da qui la scelta di un approfondimento specifico del tema della conoscenza, delle competenze e della formazione, a fronte della sua rilevanza per lo sviluppo dell’eco-innovazione nelle aziende. Per compiere al meglio questo approfondimento nel 2020 è stato costituito nell’ambito di ICESP un sottogruppo dedicato alle competenze e alla formazione.
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Per un’effettiva implementazione dell’economia circolare è necessario un cambiamento culturale, fondato su un approccio trasversale alla formazione che porti allo sviluppo di nuove figure professionali sia nel pubblico che nel privato.
Infatti è necessario distinguere le esigenze di formazione per artigiani, piccoli imprenditori e loro associazioni di categoria. Le grandi aziende molto strutturate hanno più figure con focus su economia circolare, mentre nelle piccole imprese a volte è proprio il titolare che deve formarsi, anche con il supporto dell’Associazione di categoria di riferimento. Quindi bisogna anche calibrare i diversi tipi di formazione in funzione del target.
Non possiamo trascurare la formazione interna alla pubblica amministrazione necessaria per la definizione di politiche e la gestione dei relativi strumenti di attuazione; pensiamo ad esempio al Green Public Procurement e all’applicazione dei Criteri Minimi Ambientali ed il ruolo che questo ambito dovrebbe rivestire per stimolare il mercato verso una strategia circolare.
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La transizione verso un’economia circolare offre l’occasione di trasformare l’economia e generare nuovi vantaggi competitivi sostenibili. Tale transizione si poggia su alcuni concetti fondamentali quali le fasi del ciclo di vita del prodotto, la gestione efficiente delle risorse nei processi di produzione, la simbiosi industriale, la durata dei prodotti e le forme innovative di consumo per citarne alcuni.
Questi concetti pongono alle imprese della produzione e della distribuzione una serie di sfide sotto il profilo delle competenze manageriali ed economiche necessarie ad impostare strategie efficaci ai vari livelli della gestione d’impresa: dalla ricerca e sviluppo alla innovazione tecnologica, dagli approvvigionamenti alla produzione, dalla gestione delle risorse umane al marketing e alla comunicazione. Tutti questi processi vanno efficacemente studiati e messi a disposizione delle imprese: gli strumenti per gestire efficacemente l’economia circolare però in Italia non sono ancora molto diffusi a livello di conoscenza e quindi difficilmente le imprese riescono a raccogliere la sfida della sostenibilità ambientale poiché non hanno la giusta conoscenza.
La formazione continua in azienda è volta a migliorare il livello di qualificazione e di sviluppo professionale delle persone che lavorano, assicurando alle imprese e agli operatori economici sia pubblici che privati, capacità competitiva e dunque adattabilità ai cambiamenti tecnologici e organizzativi. Con il termine di formazione continua ci si riferisce più specificatamente alla formazione sul lavoro e quindi la riqualificazione professionale e l’attività di aggiornamento del lavoratore.
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Il tema dell’economia circolare sta prendendo piede in Italia non solo a livello di istituzioni pubbliche ma anche e soprattutto a livello universitario con la nascita dei master di alta specializzazione.
Da una prima analisi delle esperienze dirette in materia di formazione dei componenti del Gdl 1 condotta dal Sottogruppo Competenze e Formazione si è potuto concludere che l’offerta formativa attuale – con i limiti della mappatura svolta – appare eterogenea e caratterizzata da un’ampia varietà di tematiche trattate e destinatari coinvolti, quindi non ancora sufficientemente indirizzata alla domanda del mercato.
Alla luce di questo, sembra necessario ripensare le offerte formative in ottica trasversale, garantendo la creazione di corsi professionali maggiormente orientati alle imprese, utili a soddisfare le crescenti richieste provenienti dall’ambito lavorativo, cercando di indirizzare ulteriormente alcuni strumenti di supporto già a disposizione delle imprese quali i Fondi Interprofessionali e i corsi degli Istituti Tecnici Professionali.
Occorrerà inoltre un ulteriore sforzo per estendere lo scopo delle iniziative di formazione non solo ai concetti di economia circolare, ma anche al tema dell’eco-innovazione – intesa come capacità di innovazione verso lo sviluppo sostenibile riducendo le incidenze delle nostre modalità – di cui l’economia circolare è solo un aspetto.
Di conseguenza, e in linea con le priorità strategiche delineate da ICESP, il Sottogruppo Competenze e Formazione dovrà proseguire questo percorso impostando un’ulteriore indagine che dovrà coinvolgere le imprese e la pubblica amministrazione al fine di avere un quadro più preciso dei fabbisogni di formazione. Ciò consentirà di contestualizzare meglio il gap esistente tra le competenze richieste dal mercato e l’offerta formativa disponibile, in modo da indirizzare quest’ultima in maniera ancor più efficace nei suoi diversi livelli (scuola – università – imprese/pubblica amministrazione) affinché diventi lo strumento primario per il supporto e l’accompagnamento verso la transizione a un’economia circolare.
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Questo contributo è stato redatto da Barbara Gatto, Natalia Gil Lopez – CNA e coordinatrici del GDL 1 Eco-innovazione, diffusione della conoscenza e formazione di ICESP
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