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venerdì, Dicembre 13, 2024

Batterie auto, alla fiera di Hannover presentato un prototipo del passaporto digitale

Il nuovo Regolamento batterie dell’Unione europea prevede il passaporto digitale delle batterie, un documento elettronico dove sono riunite tutte le informazioni sensibili sulla batteria: il prototipo di Battery Pass aiuta a capire come funziona, quali dati conterrà e quali sono i suoi obiettivi

Tiziano Rugi
Tiziano Rugi
Giornalista, collaboratore di EconomiaCircolare.com, si è occupato per anni di cronaca locale per il quotidiano Il Tirreno Ha collaborato con La Repubblica, l’agenzia stampa Adnkronos e la rivista musicale Il Mucchio Selvaggio. Attualmente scrive per il blog minima&moralia, dove si occupa di recensioni di libri. Ha collaborato con la casa editrice il Saggiatore e con Round Robin editrice, per la quale ha scritto il libro "Bergamo anno zero"

Durante la recente Hannover Messe, la più importante fiera europea nel settore dell’industria, il consorzio Battery Pass ha presentato un “prototipo” di passaporto digitale per le batterie, sul modello di quello richiesto dall’Unione europea a partire da febbraio 2027, come stabilisce il nuovo Regolamento Ue 2023/1542 per le batterie dei veicoli elettrici, dei veicoli a due ruote e le batterie industriali con una capacità superiore a 2 kWh.

Si chiama software demonstrator ed è un’applicazione concreta delle funzionalità di base di un sistema di passaporto delle batterie, utile per testare la fattibilità tecnica. Contiene, infatti, informazioni anonime ma reali che dovranno essere presenti all’interno del passaporto digitale delle batterie, simulando i flussi di dati e le transazioni lungo il ciclo di vita delle batterie, dalle materie prime alla fase di riciclo, compresi i casi di utilizzo di seconda vita. Il software demonstrator illustra anche come potrebbe funzionare in pratica l’accesso pubblico e ristretto al passaporto delle batterie.

È stato elaborato nell’ambito del Battery Pass Project, un programma di durata triennale cominciato nell’aprile 2022 co-finanziato dal ministero federale tedesco per gli Affari economici e l’azione per il clima, il cui scopo è favorire l’adozione del passaporto delle batterie fornendo alle aziende e agli altri attori della catena del valore delle batterie un primo quadro completo dei requisiti tecnici, delle opportunità e delle barriere legate all’adozione del passaporto digitale sulla base dei requisiti del Regolamento Ue e non solo, visto che normative simili sono in fase di sviluppo anche negli Stati Uniti e in Canada.

Douglas Johnson-Poensgen, ceo e fondatore di Circulor, azienda coinvolta nel Battery Pass Project, ha dichiarato: “Circulor è orgogliosa di aver guidato il pacchetto di lavoro del prototipo. Nel farlo, ci siamo avvalsi di molti anni di esperienza pratica nell’aiutare i produttori di auto e le loro catene di fornitura a implementare la tracciabilità dei minerali critici dalla fonte e a prepararsi agli obblighi previsti dal Regolamento Ue sulle batterie. Il prototipo condivide alcuni di questi insegnamenti per l’intero settore e contribuirà ad accelerare i vantaggi strategici del passaporto dei prodotti”.

Come funziona il passaporto digitale delle batterie

Avere un prototipo di passaporto digitale è sicuramente il modo migliore per capirne il funzionamento. In poche parole, il passaporto digitale è un documento elettronico visualizzabile online grazie a un link collegato al codice QR con cui è contrassegnata la batteria. Qui sono memorizzati tutti i dati richiesti, più una serie di requisiti tecnici come previsto dagli articoli 77 e 78 e dagli allegati del Regolamento batterie dell’Unione europea.

Nel “prototipo” di passaporto realizzato dal Battery Pass Consortium vediamo prima di tutto una serie di informazioni generali: data e luogo di produzione, nome del produttore, la categoria (in questo caso veicolo elettrico), il peso, la composizione dei materiali. Ci sono poi tutta una serie di caratteristiche tecniche legate alla performance. Una prima parte riguarda la durata di vita prevista della batteria, espressa in cicli: la soglia di capacità per l’esaurimento, la prova di riferimento utilizzata, il periodo di applicazione della garanzia commerciale. Una seconda si concentra sulla potenza: capacità nominale massima, capacità di potenza originaria e rispetto allo stato di carica.

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Il tema della fiera di Hannover di quest’anno era la sostenibilità e le batterie, in quanto componenti fondamentali dei veicoli elettrici, devono essere prodotte e utilizzate in modo sostenibile e reinserite facilmente nel ciclo dei materiali. Il passaporto digitale della batteria serve proprio a questo. Come si vede navigando sul software demonstrator, qui si trovano tutte le informazioni relative agli obblighi di sostenibilità: sia ambientali sia sociali, a partire dal rispetto dei diritti umani e l’assenza di impiego di lavoro minorile in fase di costruzione o di estrazione delle materie prime.

Nell’esempio citato nel prototipo di Battery Pass, per quanto riguarda la rendicontazione dell’impronta di carbonio della batteria lungo l’intera catena del valore, scopriamo che le emissioni di CO₂ legate all’estrazione delle materie prime è di 89gCO₂e/kWh, il 65% dell’impronta carbonica totale. La fase di produzione ha un impatto del 21,9% (10gCO₂e/kWh), la distribuzione del 7,3% (10gCO₂e/kWh), mentre anche il riciclo determina emissioni per 8gCO₂e/kWh, sebbene siano solo il 5,8% dell’impronta di carbonio finale.

Perché il passaporto digitale è importante per l’economia circolare

Già il dato sull’impronta di carbonio causata dall’estrazione delle materie prime rende evidente quando sia importante diminuirne il consumo in chiave sostenibilità. E infatti il Regolamento batterie prevede l’utilizzo crescente nel tempo di un contenuto minimo riciclato per le nuove batterie, e quindi una sezione del passaporto digitale della batteria si concentra esclusivamente sui materiali utilizzati, per individuare la percentuale di quelli vergini e riciclati (litio, nichel e cobalto). Inoltre le istruzioni all’interno del passaporto digitale per lo smontaggio della batteria sono state messe con lo scopo di facilitare il riutilizzo e il recupero del maggior numero possibile di componenti della batteria.

Avere informazioni sicure e attendibili sui dati di tutti gli attori coinvolti nel ciclo di vita della batteria sulla provenienza dei materiali, la composizione chimica del prodotto, la storia di produzione e le performance di sostenibilità per gli esperti favorirà la trasparenza e la tracciabilità lungo tutta la catena del valore. A loro volta queste informazioni sono fondamentali anche nella fase di riciclo, sia per chi si occuperà di recuperare i materiali contenuti nelle batterie, sia per i cittadini che potranno prendere decisioni di acquisto più consapevoli in ottica di riparabilità del prodotto.

Secondo lo studio “Showcasing the value of the EU battery passport” presentato ad Hannover dal Battery Pass Consortium insieme al software demonstrator, i passaporti digitali per le batterie porteranno in conclusione grossi vantaggi economici ed ambientali: “potrebbero ridurre i costi futuri di approvvigionamento (compresi i costi dei test tecnici) per gli operatori indipendenti del 2-10% e abbassare i costi di pre-trattamento e trattamento per il riciclo del 10-20% grazie alla riduzione delle esigenze di campionamento. Inoltre i tassi di riciclo potrebbero essere migliorati dell’1-2% e si potrebbero risparmiare annualmente nell’Ue da 370 a 1.300 kton di CO₂ grazie al prolungamento della vita utile delle batterie”.

Quali informazioni sono accessibili a tutti e quali no

Il software demonstrator illustra anche come potrebbe funzionare in pratica l’accesso pubblico e limitato al passaporto delle batterie. Secondo il regolamento Ue, infatti, ci sono una serie di informazioni generali accessibili a tutti, come quelle che abbiamo visto finora, mentre quelle più dettagliate, ad esempio l’indicazione dei materiali usati nel catodo, nell’anodo e nell’elettrolita o le informazioni necessarie allo smantellamento sono accessibili solo a persone “con un interesse legittimo” individuate dal Regolamento o alla Commissione europea.

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La responsabilità dei dati memorizzati nel passaporto delle batterie, infatti, è decentralizzata. Alcune funzioni, come la registrazione centrale dei passaporti e il cosiddetto portale dei dati, che fornirà una visione aggregata della maggior parte dei passaporti delle batterie, saranno di competenza della Commissione europea. Altri dati saranno resi disponibili solo ai sistemi di raccolta dati delle autorità nazionali per fini di controllo di conformità del mercato. I produttori sono responsabili per il resto dei dati e hanno l’obbligo di nominare un fornitore terzo per garantire un backup dei dati e aggiornare il passaporto digitale nel caso di qualsiasi modifica delle informazioni relative alla batteria.

© Riproduzione riservata

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