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venerdì, Dicembre 13, 2024

Cos’è l’American Climate Corps, la risposta al gap di competenze nella crisi climatica

Attivato l'American Climate Corps (ACC), il programma USA che vuole formare i giovani alle competenze utili alla crisi climatica. Ma perché le posizioni siano aperte a tutte e tutti sono necessari alcuni accorgimenti

Silvia Santucci
Silvia Santucci
Giornalista pubblicista, dal 2011 ha collaborato con diverse testate online della città dell’Aquila, seguendone le vicende post-sisma. Ha frequentato il Corso EuroMediterraneo di Giornalismo ambientale “Laura Conti”. Ha lavorato come ufficio stampa e social media manager di diversi progetti, tra cui il progetto “Foresta Modello” dell’International Model Forest Network. Nel 2019 le viene assegnata una menzione speciale dalla giuria del premio giornalistico “Guido Polidoro”

Da una parte mettere in contatto i giovani e le giovani americane con esperienze lavorative e formative nell’ambito dei green jobs, dall’altra far sì che questa nuova forza lavoro sia quanto più diversificata possibile, aprendo la strada a donne e a gruppi marginalizzati.

È con queste ambizioni che è stato creato l’American Climate Corps (ACC), il programma USA che punta ad avviare molte “carriere climatiche”.  Si tratta di un’iniziativa che vuole garantire a persone giovani l’accesso alla formazione basata sulle competenze necessarie per intraprendere carriere nell’economia dell’energia pulita e della resilienza climatica.

L’ACC si avvale di una piattaforma che riunisce un’ampia gamma di progetti che affrontano la crisi climatica – che vanno dal ripristino di zone naturali, a posizioni all’interno del settore delle energie rinnovabili, alla gestione delle foreste, fino alla lotta agli incendi boschivi: al momento in cui si scrive gli annunci sono 312, anche se alcune di queste posizioni sono multiple. La Casa Bianca prevede di assumere 20.000 persone nel corso del primo anno del programma.

“Sarete pagati per combattere il cambiamento climatico, imparando a installare pannelli solari, a combattere gli incendi, a ricostruire zone umide, a rendere più sicure le case e a fare molto altro per proteggere l’ambiente e costruire un’economia basata sull’energia pulita”, ha commentato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden durante l’evento per la Giornata della Terra lo scorso 22 aprile, come riportato da Government Executive

Un punto non trascurabile che potrebbe aver spinto il progetto, che Biden aveva annunciato sin dal suo insediamento, sono senz’altro le prossime elezioni presidenziali in cui Biden punta a conquistare proprio i giovani elettori, che sembrerebbero essere una parte critica del suo elettorato.

Joe Biden | Foto: Werner Slocum / NREL

Le posizioni richieste

“Tutti i programmi dell’ACC saranno esperienze retribuite che aderiscono a un insieme comune di standard programmatici e forniscono percorsi per opportunità di lavoro di alta qualità nel settore pubblico e privato. Per la maggior parte delle posizioni non è richiesta alcuna esperienza precedente”, si legge sul sito.

L’iniziativa nasce infatti, innanzitutto, per formare le persone più giovani in materia di energia pulita, conservazione e resilienza climatica. Resterà quindi da vedere se poi queste esperienze si tradurranno in effettive “carriere climatiche”: Maggie Thomas, assistente speciale di Biden per il clima ha chiarito che i lavori dell’ACC dovrebbero essere considerati la prima fase della pipeline di sviluppo della forza lavoro, che porterà a lavori meglio retribuiti in seguito. 

Un modo in cui l’amministrazione ha cercato di aumentare la trasparenza delle retribuzioni è comunque quello di elencare un salario orario per i lavori pubblicati sul sito web dell’ACC. Molti lavori attualmente elencati sulla piattaforma superano il minimo di 15 dollari, “anche se alcuni come precisato da Government Executive richiedono più di un’esperienza di base”. 

Le posizioni hanno poi una durata limitata, anche se variabile; alcune elencate sul sito web sono ad esempio di sette mesi, altre di oltre un anno. 

Alcune posizioni sono state create attraverso le agenzie partner come il Servizio forestale, che ha annunciato il Forest Corps – 80 posti di lavoro nel rimboschimento e nella mitigazione degli incendi – o il Working Lands Climate Corps dell’USDA, con 100 posizioni. Altri posti di lavoro elencati sul sito provengono da programmi di conservazione già esistenti: programmi statali come il California Conservation Corps.

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Camp Jane Addams

“Questo è un caso in cui coscienza e convenienza si incrociano, in cui affrontare questa minaccia esistenziale per il pianeta e aumentare la nostra crescita economica e la prosperità sono la stessa cosa. Quando penso al cambiamento climatico… penso ai posti di lavoro”.

In effetti, il programma si ispira al Civilian Conservation Corps (CCC), creato dal presidente Franklin D. Roosevelt nel 1933, quando, nel pieno della Grande Depressione, vennero impiegati uomini in progetti ambientali nelle terre pubbliche del Paese, come la costruzione di sentieri, la piantumazione di alberi e il controllo dell’erosione del suolo e delle inondazioni. Quasi 3 milioni di persone vennero messe al lavoro per far fronte alla disoccupazione dell’epoca e per sostenere le infrastrutture nazionali. 

Tuttavia, come è facile intuire, la diversità non era una prerogativa di questo programma: basti pensare che, sebbene le persone nere e i nativi americani potessero iscriversi, lavoravano segregati. Inoltre le donne non potevano iscriversi

Eleanor Roosevelt, entusiasta dell’idea di impiegare i giovani in lavori di conservazione ambientale, ma scoraggiata dal fatto che le donne non potessero parteciparvi, iniziò a battersi per dar vita ad un’organizzazione parallela che potesse dare lavoro alle circa 200.000 donne senza casa del Paese. In questo percorso incontrò però la resistenza del governo del marito, che mise in dubbio l’opportunità di mandare le donne a lavorare nei boschi.

Roosevelt si rivolse allora ad Hilda Smith, un’educatrice con un passato da suffragista, assistente sociale e preside di college che creò un’alternativa ai CCC camps che rispondeva a molte delle remore del governo.

Invece di concentrarsi sul lavoro, i campi avrebbero posto l’accento sull’istruzione e sulla vita domestica: andando ad affrontare l’isolamento sociale che affliggeva molte persone durante la Grande Depressione. Il processo di creazione dei “campi femminili” fu lento, ma nel 1936 c’erano 90 campi residenziali, formalmente noti come campi FERA (Federal Emergency Relief Association) ma ribattezzati successivamente Camp Jane Addams. Alla fine, circa 8.500 donne beneficiarono del programma, formandosi in competenze come dattilografia e archiviazione.  

American Climate Corps_Fera Camps
American Climate Corps_Fera Camps | Foto: history.com

Tornando ai giorni nostri e nell’auspicio che l’ACC non sia un replica del CCC da questo punto di vista l’amministrazione Biden si dice fermamente convinta che il programma attirerà una forza lavoro più diversificata nel campo della conservazione e del clima.

“Sappiamo che per risolvere il problema del clima ci vorranno tutti e che dobbiamo mettere in campo l’intera squadra. È esattamente il modo in cui abbiamo pensato di costruire questo programma”, ha dichiarato Thomas.

Inoltre, tutti i posti di lavoro creati dalle agenzie federali in collaborazione con l’ACC devono aderire all’iniziativa “Justice 40”, che destina il 40% dei benefici degli investimenti federali alle comunità svantaggiate

Tuttavia uno dei punti chiave, che spesso segna il discrimine tra un lavoro accessibile a tutte e a tutti sono benefit come l’assistenza sanitaria o l’assistenza all’infanzia. Sebbene il portale riporti che questi servizi saranno inclusi nel programma, per il momento, come denunciato da The 19th, non molti ne offrono.

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Agire contro l’eco-ansia

Un altro vantaggio dell’adesione al programma, come fa notare anche Grist, è che potrebbe contribuire ad alleviare l’ansia climatica diffusa, incanalando la preoccupazione dei giovani in un lavoro concreto e pratico.

Mentre la stragrande maggioranza dei giovani tra i 18 e i 28 anni negli Stati Uniti si dice preoccupata per il cambiamento climatico, due terzi di loro non sanno cosa possono fare per cambiare le cose, secondo il sondaggio condotto dal think tank Data for Progress nel 2022.

Quella che appare come una risposta naturale ad un problema può infatti diventare invalidante per molte persone: mettere in campo le proprie energie per apportare un cambiamento positivo, all’interno non solo di un gruppo e un contesto sociale, ma di un sistema più ampio e virtuoso, potrebbe alleviare gli effetti dell’eco-ansia.

“La struttura dell’American Climate Corps potrebbe essere utile per i giovani che sono sopraffatti dall’enormità di un problema globale e non sanno da dove cominciare”, ha dichiarato McKenna Parnes, ricercatore di psicologia clinica presso l’Università di Washington.

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